mercoledì 25 maggio 2011

I Maestri esaltati

Più osservo il fantastico mondo delle AMT dopo esserne uscito e più mi rendo conto, con la mente libera da condizionamenti, di quante situazioni inverosimili si vivano al suo interno.
I primi fautori di queste situazioni in bilico tra il ridicolo e il patetico sono proprio i maestri e gli istruttori dei vari corsi, coloro che rappresentano i modelli di riferimento per ogni praticante.
Facciamo allora una breve indagine sui tipici personaggi che si trovano in questo ambiente.

Abbiamo per primi i maestri esaltati, personaggi che in virtù delle loro capacità, grado e posizione "sociale" (nel microcosmo della pratica marziale) si permettono di trattare i propri allievi come dei manichini per "dimostrare" la spaventosa efficacia delle proprie tecniche.

Prima di tutto va chiarito un aspetto: i maestri di AMT non sono solo degli allenatori di un' attività sportiva.
O meglio, loro ci tengono, fanno di tutto per non essere considerati tali, perchè vogliono che l' AMT venga considerata qualcosa di più che un corso di danza ed autostima (vedi post precedente).
Per ottenere questo obiettivo è quindi importante porsi in un certo modo, forti delle varie formalità presenti nell' AMT: deve essere chiaro da subito che il maestro sia la Legge all' interno del corso, e vada rispettato e riverito indipendentemente da quanto sia meritevole e capace.

E' ovvio che se scelgo di entrare in un gruppo con delle regole, sta a me rispettarle per farne parte. Questo è logico e giusto.
Ma la cosa che mi indispone è che queste regole vengano imposte e pretese da persone che per prime non le rispettano, o le sfruttano a proprio vantaggio quando più torna comodo.
Come se un prete che professi una religione fatta di rispetto per il prossimo, astensione dai piaceri carnali e materiali, etc si scoprisse pedofilo, drogato... Oops! Ma questa è un' altra storia... :-)

Ma torniamo a parlare del nostro istruttore esaltato, quello che si può permettere di mostrare con forza e violenza le proprie tecniche senza che il povero allievo possa reagire con altrettanta libertà.
La situazione tipica è questa: il maestrone di AMT vuole spiegare la tecnica X, prende un allievo e gli chiede di attaccare nel modo stabilito.
Quello attacca proprio come gli è stato chiesto, e senza reale determinazione: dopotutto si sta studiando, no?
Peccato che il maestro si senta invece libero di applicare ciò che vuole con una forza, velocità ed intenzione fuoriluogo: avete presente lo spot "ti piace vincere facile?".
Il punto è questo: si fa presto ad applicare le più fantasiose tecniche su qualcuno che non sia libero di reagire come voglia, oltretutto vittima di una notevole sudditanza psicologica.
Con queste condizioni funziona tutto, grazie al cazzo aggiungo.

La sudditanza psicologica, nelle AMT è una costante assoluta.
Come sottolineavo, nel momento in cui si accetta di praticare AMT si è destinati a subire questa pressione psicologica, essendo il rispetto per i maestri imposto da regolamento.
Non sto dicendo che ognuno debba fare ciò che voglia o mettere sempre in discussione le parole dell' insegnante, ma trovo veramente sbagliato il modo morboso e autoritario con cui ciò venga imposto, senza lasciare possibilità di replica.
Io Tarzan, tu Cita, stai zitta Cita e abbassa lo sguardo.
 
Parliamoci chiaro: un maestro meritevole otterrà automaticamente il rispetto dei suoi allievi.
Anzi, guardando più in grande, avrà il rispetto in generale delle persone.
Non stavamo parlando di una pratica di miglioramento dell' uomo, che non debba limitarsi alla sola palestra come quei luridi sport da combattimento?
Non dovrebbe insegnare a stare al mondo e non soltanto a fare a botte?
Ebbene, a maggior ragione un maestro di AMT dovrebbe, con tutti i limiti degli esseri umani, tendere ad impersonificare ciò che divulga, che se parliamo di buone azioni e atteggiamenti alimenteranno da sole la stima degli altri.

Ma io conosco ed ho conosciuto un sacco di maestri di AMT che decantano in continuazione le proprie capacità e valore morale ma nella sostanza sono solo dei pomposi palloni gonfiati bravi giusto a mettersi su un piedistallo con gli allievi.
Basta fare un salto sui forum di arti marziali per farsene un' idea: sono davvero pochi i sedicenti maestri che mantengano un profilo basso e non facciano uscite a dir poco imbarazzanti, senza però perdere occasione per sottolineare quanto nel loro dojo si facciano le cose giuste, quelle più tradizionali e quindi concrete (ahahaha!), si rispettino valori autentici e tutti imparino nel modo giusto...

Ultimamente ho letto di maestri che raccontano con entusiasmo di come abbiano quasi messo KO ragazzini di 16 anni o ragazze venute per una lezione di prova, in una forma di autocompiacimento che vorrebbero venisse condivisa ma non fa altro che confermare quanto sto dicendo.

Altri casi patologici arrivano dai video "di presentazione" disponibili in rete: in questo caso i maestri danno il peggio di sè stessi, perchè esponendosi pubblicamente si sforzano a tutti i costi di apparire forti e cazzuti.
Ecco allora maestri (tipicamente di Wing Chun) che pestano con aggressività allievi totalmente remissivi, facendo la faccia cattiva e persino producendo suoni onomatopeici (FU FU FU! PAM! TUM!) pur di dare più credibilità ai loro movimenti; karateka più preoccupati di urlare kiai fortissimi finendo le tecniche in posizioni perfettamente immobili (per rimarcare presunti colpi di grazia), o maestroni che sbeffeggiano gli allievi fingendo di poter reggere i loro colpi (finti) con tale facilità da non degnarsi nemmeno di guardarli negli occhi.

La verità è che i maestri di AMT godono come dei maiali quando possono mettersi in mostra contro allievi inermi, ma non accettano per nessuna ragione di provarci con gente che sappia attaccare sul serio.
Non lo ammetteranno mai in quanto devono anche sostenere l' illusione della pratica di vita fatta di rispetto, bontà e saggezza... ma a chi non piacerebbe sentirsi un supereroe depositario di tecniche mortali e oceano di saggezza?

Fare il "maestro di arti marziali" è una posizione sociale ambìta, nel suo piccolo: anche il più sfigato degli impiegati può crearsi un piccolo mondo in cui essere il Padrone, il Capo, il Presidente... il maschio alpha, che rende più l' idea.
La differenza è che un maschio alpha guadagna questa posizione confrontandosi regolarmente con tutti gli altri, e può essere spodestato non appena perda un confronto: nelle AMT invece il Maestro non può mai essere messo in discussione, e non si abbasserà mai ad un confronto attivo con gli altri.
E così è libero di rimarcare la sua superiorità prodigando consigli di saggezza orientale (e magari è lo zimbello dell' ufficio), "combattendo" contro allievi inermi ed incapaci e imponendo il rispetto delle regole del suo piccolo mondo.

6 commenti:

  1. Ho scoperto da poco il tuo blog e beh, complimenti!
    Leggendo questo in particolare ci ritrovo il mio (da settembre sarà ex) sifu. Devo essere sincero, con lui mi trovo bene ed è una brava persona, ma è esaltato al massimo. Non fa altro che dire che riuscirebbe a battare qualsiasi praticante di una qualsiasi disciplina, in particolare quelle sportive perché gli sportivi "combattono in sicurezza mentre noi ci alleniamo per gli imprevisti". In più la preparazione fisica è assente perché "noi abbiamo il chi sao" ed il livello atletico degli allievi è imbarazzante. In più, come se non bastasse, dispensa continuamente massime filosofiche sull'universo e l'ordine delle cose.
    Per fortuna ho creduto a questa favola per due anni "soltanto"...

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    1. Grazie per i complimenti, beato te che ci hai creduto solo due anni... spero che la lettura del blog possa darti spunti per non commettere i miei stessi errori. buon allenamento!

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  2. Grazie e buon allenamento anche a te!

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  3. salve,
    sono finito per caso in questo blog tutt'altro che banale.
    Personalmente, nei primi anni 90', da giovane insomma, decisi di iscrivermi ad un corso di kung-fu. Mi accorsi subito di come il maestro fosse un esaltato, e totalmente assorbito dalle credenze cinesi. Usava, nientemeno, anche piante cinesi per ogni male; e parlava convintamente di 'energie' e di altre fantomatiche peculiarità. Ebbene, un giorno, preso dall'euforia, parlò di come fosse possibile raggiungere rapidità impressionanti per un uomo e che lui stesso aveva visto fare cose inimmaginabili da dei monaci. Io non dissi niente, ma fu la goccia che fece traboccare il vaso: pensai, nessun uomo al mondo riesce a correre i 100 metri in 5 secondi, tutta questa euforia è ingiustificata, è tutto fumo e niente arrosto, così come lo è il kung-fu. Non ho più praticato arti marziali in vita mia!
    Il problema delle arti marziali, secondo me è questo: o te ne liberi subito, o sarà assai difficile abbandonare dopo 10 o 20 anni. E' difficile accettare di aver sbagliato per così tanto tempo.

    Ho la sensazione che le arti marziali si ergano a filosofie omnicomprensive ma che a fatti siano incapaci di assurgere sia a dignità di religione sia a dignità di sport da combattimento.

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  4. Per ricerca personale mi sono imbattuto nel tuo blog. Ho ricominciato dopo tanti anni a frequentare una palestra di arti marziali, un giovane ma affermato maestro mi ha letteralmente affascinato riguardo la pratica della stessa e, notando la sua capacità fisica e tecnica, l'ho iniziato a seguire con estrema attenzione, non nascondendo una difficoltà iniziale data la mia poco elastica condizione dovuta a età e inattività. A poco a poco, è fuoriuscita la caratteristica esaltazione del suddetto, implicando un certo leggero mio malessere che in un periodo così complicato come questo attuale è inevitabilmente sfociato in un alterco fra il mio modus vivendi e quello che lui pensava di realizzare almeno con me. La sua esaltazione si è rivolta nell'ambito prettamente educativo sfociando in aspetti della vita che trascendono l'esperienza del solo tatami. Da maestro di tecnica marziale, si è posto come maestro di vita, e arrogantemente, si è erto a dispensatore di regole di vita tali che, contro ogni legge e buon senso, lo portano a contraddire ogni regola oltre che penale anche civile. Il tutto è riassumibile in: "se il maestro ti dice che domani ci si sveglia alle 4.00 e si va sulla montagna, tu ci vai. Perché il maestro è il maestro. Covid o non covid ci si allena di nascosto in un posto a rischio, senza assicurazione e senza timore di ammalarsi, perché questa è la marzialitá. A più di 50 ritengo proprio questa la reale esaltazione mentale che non fa bene alle arti marziali.

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    1. Parole sante e purtroppo condivise da moltissima altra gente che ha avuto esperienza di questo tipo di personaggi tossici.
      Hanno visto troppi film (anzi, cartoni animati direi) e si crogiolano nella loro posizione, non a caso pisciando fuori dal seminato come hai giustamente riportato; Ed io ho sempre trovato ridicolo che un pischello dia consigli di vita a qualcuno più anziano di lui, non perchè non possa avere esperienza o buonsenso ma perchè il concetto è che Egli ne sappia di più a prescindere, il SUO punto di vista sia quello giusto e basta... del resto è un MAESTRO DI ARTI MARCIALI, no?! (la C non è messa per errore).
      Purtroppo l' esaltazione è condivisa tra AMT e sport da combattimento, ma un conto è essere burini che picchiano, l' altra è porsi come saggi a 360 gradi.
      Faccio notare che se un allenatore di ginnastica artistica si mettesse a dare consigli di vita ai ragazzini verrebbe smerdato e fanculato in due secondi, oltre che ad essere considerato un pò suonato: nell' ambiente delle AMT invece succede il contrario, ed è questa la sudditanza psicologica da cui stare ben in guardia.

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