martedì 22 ottobre 2019

Lui ti tira un pugno...

Ultimamente mi è capitato di accompagnare un amico ad un corso di difesa personale e quindi sono stato esposto ancora una volta a tutta quella pletora di cazzate abominevoli che si raccontano in questi ambienti.
Ho parlato spesso di come io non creda sostanzialmente nella difesa personale fatta di tecniche definitive, soprattutto quando insegnate a persone completamente estranee al concetto di combattimento violento ed aggressivo, comunque voglio soffermarmi ancora una volta su quello che ritengo essere un pò il nocciolo di tutta la questione.

Ho assistito con interesse ad alcuni "allenamenti" e ne ho tratto alcune osservazioni a cominciare dal classico assolutismo del confronto Autodifesa VS Sport.
E' una cosa che trovo piuttosto fastidiosa oltre che affatto credibile: l' istruttore ha perso l' occasione di stare zitto esordendo con il classico "tu hai fatto sport regolamentato, ma per strada non c'è nessuna regola!".
Dio che palle sta faccenda...
E il tutto per sottolineare il concetto che quando ti difendi per strada non devi pensare a tutte le limitazioni di uno "stupido sport", quindi spaccherai le braccia e le caviglie, strapperai le orecchie, arpionerai le cornee, spappolerai lo scroto al tuo povero aggressore...

Abbiamo già stabilito quanto i "colpi sporchi" facciano effettivamente male e di come varie tecniche siano vietate negli sport proprio perché troppo pericolose/invalidanti, ma mentre assistevo alla scena pensavo:
- Ma quindi tu se uno ti tira un cazzotto gli cacci le dita negli occhi, gli spezzi le dita, gli salti sulle caviglie? Alla faccia della difesa!
- Ma quindi tu mi stai dicendo che saresti in grado di fare queste cose con ragionevole certezza che riescano tutte?
- Questo "allenamento" rende in grado di applicare queste cose al netto di tutte le variabili del caso?
- Il tuo metodo è efficace nel momento in cui hai cecato l' aggressore? E cosa fai se il tuo colpo sporco non è entrato o non ha avuto l' efficacia sperata?

Tutte domande ritrite, ma valeva la pena ricordarle perché ad oggi le relative risposte degli esperti sono ancora le stesse, vale a dire:
- Certo, se tu osi tirarmi un cazzotto vuol dire che sei più grosso, più forte e intenzionato ad uccidermi, sei certamente un camorrista omicida e penso anche nazi-fascista anti-liberale quindi io devo reagire con molta più aggressività e ucciderti\invalidarti il prima possibile!
- Certo che ci riesco, ma anche se dovessi fare cilecca a quel punto ti colpirei con un pugno o con un calcio da Wing Chun che ti spacca il ginocchio!

Solo che... un pugno loro non lo hanno mai subìto per davvero.

E qui casca l' asino, e arriviamo al punto che tanto mi ha fatto sanguinare il cervello nell' assistere di nuovo a certe lezioni.
Questa gente continua ad insegnare tecniche che al primo attacco dovrebbero neutralizzare l' aggressore, nel mio caso ho dovuto sorbirmi la mortificante spiegazione della "difesa da jab-diretto".
E mi è tornata in mente la prima volta che, dopo anni ed anni di AMT in cui ho studiato altrettante difese fantasiose, avrei avuto l' occasione di applicare davvero cotali insegnamenti degli antichi cinesini: il mio primo scontro full contact in cui ne presi almeno quattro belli stampati in faccia mentre ancora stavo pensando ad intercettare il primo...

Ho voluto fare autocritica cercando di essere obiettivo, perché non è nemmeno vero che per strada debba per forza beccare l' esperto di SdC che sappia tirare un jab-diretto per bene; Ma dopo qualche riflessione ho convenuto che questo non cambi di molto il principio base: non puoi capire cosa significhi intercettare un pugno fino a quando non te ne tirino uno vero, a piena velocità e potenza.
E' già buono se ce la fai a schivarlo, ottimo se ce la fai ad incassarlo ma pensare di intercettarlo per fare tutte quelle mossettine del cazzo è al limite del cartone animato.
Ed è assai probabile che al primo ne segua un secondo, e un terzo... tutti a piena forza.
Eppure quella tecnica per l' istruttore era assolutamente scontata, insisteva nel mostrare un jab-diretto mimato al rallentatore permettendo, ovviamente, tutta una serie di baggianate che risultavano difficili da ricordare persino a quella velocità.

Le tecniche che riescono al rallentatore.
Caposaldo assoluto delle AMT e dei SdD laddove negli stili funzionali puoi tranquillamente veder applicare quello che si allena anche nei match full contact.
Eppure è un concetto difficilissimo da eradicare perché con la scusa del provare piano per imparare uno si illude che poi sia solo una questione di velocità.
Il problema è che non sia affatto così, alla velocità si aggiungeranno così tante variabili che in pratica quelle cose, fatte in quel modo, non possono riuscire.
L' istruttore ha mostrato, ho contato, cinque attacchi concatenati dopo aver intercettato il presunto pugno.
CINQUE.
E' difficile spiegare a un neofita quanto sia assurdo nonché totalmente inutile allenarsi in simili combinazioni che come dicevo è impegnativo ricordare persino in palestra.
Secondo questa gente tutto deve avvenire così, proprio in quel modo, ed ecco che i mirabolanti princìpi del Wing Chun si mostrano nella loro efficacia!
Lui tira un pugno così, poi farà cosà e poi farà colà...
Ma non serve a nulla obiettare, perché l' istruttore non avrà alcun problema ad adattare la tecnica alla nuova situazione... al rallentatore.
Guarda caso nel momento in cui l' amico ha provato ad essere un pelo più veloce (non ho detto determinato a colpire duro) ecco che l' istruttore, di fronte alla difficoltà nel non riuscire ad applicare perfettamente quanto appena spiegato, ci ha messo ditate, mani in faccia, tirate di capelli e ogni altra vigliaccheria immaginabile pur di averla comunque vinta.

E nel frattempo quello rimaneva un pugno mimato al rallentatore.

Alla fine arriviamo sempre lì, spendi soldi, tempo ed energie per allenare presunte tecniche che neutralizzino chiunque al primo assalto ma poi alla prima cosa andata storta finisce tutto in una specie di rissa tra gatti in calore, come in pratica sapevi fare anche prima, e magari finisce che te la cavi perché riesci a piazzare un pugno.
Solo che il pugno lo sai tirare alla cazzo, perché non lo hai mai allenato per davvero.
Non vale forse la pena allenarsi "semplicemente" a mandare a segno un pugno giusto?

Le Hot Pants Girls©
Nel corso c' erano anche loro e facevano tutto quello che ho sempre visto e vissuto: ridevano, mimavano colpi e tecniche, ridevano, sculettavano allo specchio, ridevano, chiedevano lumi all' istruttore.
Vedere una ragazza di 1.50 cm che finge di poter intercettare i pugni di un ragazzo alto quasi trenta centrimetri di più per poi costringerlo a terra con una leva è imbarazzante.
E per carità non è mica per misoginia o mancanza di rispetto, è proprio una situazione che non sta in piedi, in pratica nemmeno lei stava in piedi perché le basi dell'equilibrio, del footwork e del baricentro non le impari di certo facendo quelle mossette.
Le cose proposte erano semplicemente irreali, come puoi pensare che una persona di quella corporatura possa mettere in leva un tizio due volte più grande?
Io nel mio piccolo so come lo avrei potuto proiettare: lo so perché mi sono allenato tanto, regolarmente, contro gente più o meno alta e pesante e questo mi ha permesso di capire quale sia la situazione adatta a fare una o l' altra cosa e se sia possibile farlo.
E se non dovesse riuscirmi so che proverei a fare altro, perché ho fatto sparring libero regolarmente con persone altrettanto determinate a fare lo stesso con me.
Ma queste ragazze vengono indotte a credere che la loro incolpevole condizione fisica non faccia tutta questa differenza se non sei limitato da stupide regole sportive...
Vengono indotte a credere che un pugno sia deviabile da un bong-sao e che la gente incazzata tiri i pugni a quel modo, o che uno stupratore le agguanti e stia ad aspettare una reazione.
Che poi a me non frega più di tanto di quelle HPG© che vanno lì per divertimento, piuttosto penso a quelle persone che hanno subìto violenza in passato e pongono davvero la propria fiducia in certi metodi.
Mi viene sempre in mente quel film con Jennifer Lopez ("Via dall' incubo") con lei che va ad imparare o'Crab Magra in un mese e poi prende a cazzotti brutti il fidanzato, fantascienza che a confronto Avatar è un documentario sui gatti blu.

La Furia dei Titani
Un altro aspetto che non sopporto di questi corsi è l' atteggiamento estremamente aggressivo e omicida che gli istruttori tendono ad instaurare negli allievi, tutto un PIM! PUM! PAM! di ossa spezzate (per finta), colpi mortali (per finta), calci spappolamaroni (per finta), etc. etc. etc.
Sto tizio spiegava tutto infervorato con gli occhi fuori dalla testa come una volta deviato il pugno (ssse, vabbè...) gli dovevi torcere il collo come ad un tacchino e una volta a terra tipo saltargli sulle caviglie, sui coglioni, sulla testa, sul costato, in pratica facevi l' abbonamento al penitenziario o meglio al manicomio e l' aggressore (!?) diventava come uno scoiattolo in un frullatore (cit.).
Eh ma sai, tu sei a rischio della vita per una spinta, mica puoi star lì a valutare i rischi!
E più la cosa era violenta più gli uscivano gli occhi dalla testa nel spiegarla, e più le HPG© facevano gli occhioni grandi grandi tutte emozionate e i maschietti si sentivano dei veri duri capaci di neutralizzare Mike Tyson in persona!
Come sottolineo spesso, in questi ambienti viene infusa ancora più insicurezza proprio perché la buttano sull' aggressività feroce: il problema è che se non sei davvero in grado di reggere uno scontro violento, una tale reazione inevitabilmente provoca ancora più violenza da parte dell' altro.

La percezione dell' efficacia
Non mi è sfuggita la solita malcelata dichiarazione di superiorità di questi sistemi rispetto a tutto il resto "perchè non si hanno limiti nelle tecniche".
E' opinione diffusa che più tecniche conosci e più sei preparato ad affrontare ogni tipo di situazione, il che non è teoricamente sbagliato se non fosse che la maggior parte delle tecniche non riescano affatto pulite come le si vuole e addirittura alcune cose riescono ad alcuni sì e ad altri no.
Questa è una realtà ben nota a chiunque pratichi per un pò stili funzionali e faccia sparring libero ma è difficilmente comprensibile a marzialisti e autodifesisti vari (ahahah che brutta parola).
Non te ne fai un bel nulla di venti modi diversi di difenderti da un pugno o da una presa se non ne hai nemmeno uno che riesca statisticamente A TE.
Che poi tutti questi sistemi si basano su di un assunto: cosa fare se uno ti attacca così o colà.
E loro hanno sempre una serie di contrattacchi per terminare l' aggressione, con combinazioni più o meno fantasiose, più o meno definitive.
E nessuno che spieghi mai cosa fare nel caso le tue magie non abbiano sortito l' effetto sperato...
Eh già: se non gli hai bloccato al volo il pugno, se la leva non gli fa poi così male, se il tuo pugno segreto mia nonna me lo dava più forte... checcazzo fai?
Te lo dico io, ti trovi a dover gestire quello che allenano gli stupidi sportivi, un combattimento corpo a corpo in cui l' effetto sorpresa sia svanito.
Ed è qualcosa a cui non sarai assolutamente preparato, nè fisicamente, nè tecnicamente, nè strategicamente, perché ti eri convinto che questi sistemi fossero abbastanza.
Ti eri convinto che i tuoi pugni spaccassero la faccia, ma una sessione ai pao non l' hai mai fatta (che poi sarebbe tutta da ridere a mani nude!).
Credevi che il bong sao deviasse veramente un diretto dalla tua linea centrale, che bastasse cambiare l' angolo del corpo per intercettare anche un gancio, perché naturalmente il tuo equilibrio è sempre nel posto giusto...
Credevi che quattro pugni alla cazzo di cane ma tirati a piena velocità e potenza fossero intercettabili se sei abbastanza preparato...
E così via.

Tirami un pugno così... No, non così!
Questa mi fa sempre ridere, quando l' istruttore presenta una nuova mirabolante tecnica ma l' altro esegue l' attacco in modo non codificato o non ortodosso: e lui deve redarguirlo a correggere l' esecuzione in modo che il contrattacco riesca!
Stesso discorso del jab-diretto, ma cosa ti fa credere che tutti eseguano un attacco proprio in quel modo?
Ad un certo punto il mio amico, senza intenzione (aveva il cervello in tilt per ricordare le strane tecniche), attacca con il sinistro invece che con il destro e l' istruttore si trova per un attimo spiazzato.
Due secondi prima stava a decantare la validità della posizione a pinocchietto rispetto alla "guardia pugilistica buona solo per lo sport" (sic.) in quanto in grado di prevenire ogni tipo di attacco.
Gli sarebbe entrato un treno in faccia... Come previsto la sua reazione è stata ancora più violenta, per lesa maestà, e... senza applicare una virgola di quanto spiegato tra assorbimenti leggiadri, bilanciamenti, spinte e sarcazzo.
Rissa tra gatti.
Però tu devi stare fermo e subire, perché l' etichetta prevede che il tuo attacco sia un pugno o due al massimo, mentre lui può reagire con cinquanta combinazioni e tu devi stare fermo prendendoli tutti.
Fateci sempre caso a questa cosa perché durante simili allenamenti (e nelle AMT tutte) è particolarmente insidiosa, la sudditanza psicologica "nel nome dell' analisi tecnica" è a livello di caso di studio sulla psicologia (non scherzo).
La scusa dell' allenamento tecnico non regge dal momento che lì anche quelli che praticano da anni tipicamente non fanno del vero libero, che del resto per questo contesto diventerebbe pericoloso e sfocerebbe in un... banale combattimento di Simil Kick©.

Tutto ruota intorno al principio per cui l' aggressore subirà al 100% i tuoi colpi, li accuserà in un modo preciso finendo in posizioni precise, in pratica una coreografia.
Se non dovesse andare così, e non andrà così, ecco che potrai sempre cercare di mettergli le dita negli occhi, graffiarlo, sputargli acido come un Alien, etc.
E naturalmente lui non farà altrettanto, perché sei tu quello che certe cose le studia!

Piccoli assassini crescono
Osservavo l' istruttore muoversi e aldilà delle baggianate profuse mi chiedevo se quel tizio sarebbe stato in grado di neutralizzare un aggressore, ma le mie conclusioni sono state quelle di sempre che vado raccontando da anni:

- Questa gente, indistintamente, pratica da tanti anni qualcosa, spesso spaziando tra AMT e SdC.
Insomma te la raccontano con i Sistemi di Difesa ma in sostanza quella è solo una parte di quello che hanno allenato per anni prima di arrivare ad avere dei risultati.
Ad esempio osservavo come lui avesse percezione dello spazio, dell' equilibrio, della coordinazione: tutte cose che però non insegnava e non faceva allenare in qualche modo.
Non so, un pò come voler parlare Inglese senza conoscere le parole.

- E' gente che spesso trasuda aggressività e machismo, ma pretende di insegnare ad una ragazzina timidina come difendersi da gente come... lui.
Continuo a pensare che se uno è mansueto di carattere questi corsi non cambino un bel niente, anzi.

- Ci sono tante cose che io apprezzo nei SdD, persino nel Wing Chun, dico davvero.
Non ne faccio proprio una questione di principio, c' erano tecniche e concetti che mi sento di condividere e che del resto ho allenato io stesso per un certo periodo.
E' sbagliato credere che gli aggressori siano tutti professionisti di MMA o mostri sanguinari.
Però quelle cose hanno una credibilità sufficiente finchè applicate su Paperino incazzoso, insomma gente che effettivamente non abbia esperienza di combattimento o non sia fortemente motivata a farti del male.
Però l' "autodifesa" insegnata era come da contratto qualcosa al limite dell' omicidio volontario, per questo io scherzo sempre chiamandoli corsi di Aggressione Personale.

- L' istruttore era certamente in grado di fare del male ad un aggressore; Molto probabilmente troppo male.
Quello che andava insegnando però non era credibile, i suoi allievi non avrebbero ricordato nulla non appena tornati a casa e in caso di aggressione non avrebbero utilizzato proprio niente di quelle cose.
A dire il vero ritengo che lui stesso non utilizzerebbe che una minima parte di quelle cose, che poi se si tratta di dita negli occhi siam sempre lì.
Continuo a non capire come si possa parlare di difesa personale quando ti insegnano ad ammazzare o invalidare male qualcuno.
C'è una percezione malata delle situazioni e questa cosa l' ho vista molto spesso, con istruttori molto noti nell' ambiente che erano praticamente delle specie di mercenari nazisti palestrati che pretendevano di insegnare bonariamente "a difendersi".
Ssse vabbè, da cosa, dagli zombies terroristi?

In definitiva ho visto una volta di più troppe cose sbagliate, confuse, mistificate spacciate per difesa personale, spiegate a persone che non ricorderanno nulla e che soccomberanno malamente anche al mattarello della nonna Pina, quella che fa le tagliatelle.

Se volete difendervi con facilità fate prima a cucirvi una tuta di cactus!