giovedì 26 luglio 2012

Le sveglie

Lurkando sui forum ogni tanto capita di imbattersi in quelle persone che con molta educazione espongono i loro dubbi riguardo alla pratica che stanno allenando, magari da svariati anni.
E' sempre un piacere per me leggere la genuina confusione che traspare da ciò che scrivono, perchè è il sintomo chiave della gente che si sta svegliando, che sta finalmente iniziando a giudicare con la propria testa e non con quella del maestro.
Porsi delle domande su quanto si pratica, perchè non si trova una risposta chiara ed inequivocabile, è il primo passo da compiere verso la conoscenza.
Cercare da altre parti queste risposte è il secondo.

Inutile dire che l' ultimo step sia l' abbandonare le enormi idiozie che vengono raccontate da troppo tempo in tutte quelle arti marziali che propongono difesa personale, forme, tecniche numerate e roba prestabilita.

L' esempio di oggi viene da un praticante di Karate Shotokan, prima arte marziale per molti della vecchia guardia ma ahimè anche capostipite di tantissime delle cose denigrabili delle arti marziali, le cose di cui parlo nel blog.
Il ragazzo si pone dei dubbi più che leciti proprio riguardo a tutto ciò che rende castrata e disonesta un' arte marziale, non solo lo Shotokan: posizioni innaturali e non comprensibili, troppe forme e senza un senso applicabile, movimenti esasperati nella loro precisione ma chiaramente improponibili al di fuori del prestabilito e soprattutto il kumite, il combattimento, quello che dovrebbe rappresentare l' obiettivo tecnico finale dello studio di un' arte marziale, che non rispecchia realmente ciò che avviene quando due persone si scontrano liberamente.

Porta l' esempio classico del colpo risolutivo, studiato con ossessione proprio dai karateka quasi fosse il loro marchio di fabbrica, ma raramente realizzabile quando l' altro può reagire in mille modi e soprattutto schiva, o incassa senza "morire", questo nostro colpo che credavamo micidiale.
Poi si chiede perchè nel Karate non si studi un tipo di combattimento in cui l' altro possa anche aggrapparsi, tirare, mulinare colpi a sua volta...

Insomma le solite bellissime domande che trovano la loro risposta nelle arti funzionali.
Trovo disarmante il fatto che queste cose che lui, come me a suo tempo, cerca come studio realistico di una pratica marziale siano la NORMALITA' in qualsiasi allenamento di un' arte funzionale, dal Pugilato alla Muay Thai, al BJJ, alla Scherma, alla Kick Boxing e soprattutto alle MMA...

Perchè uno pratica con passione per imparare proprio certe cose, e invece gli sciorinano una marea di cazzate pseudo-filosofiche ed esercizi di dubbia utilità, assicurandogli che è così che i grandi combattenti fanno da tempo immemore;

Gli parlano di difesa personale fatta di prese ai polsi e strangolamenti improbabili, attacchi telefonati con lame di gomma o pugni singoli alla Giuliano Gemma, il tutto da risolvere con precisi spostamenti, parate al volo o tecniche risolutive e letali;

Lo convincono di perseguire profondi ideali morali e avere una marcia in più in virtù di respirazioni strane, meditazione, nobili formalità di tempi e paesi lontani;

E poi uno va in una qualsiasi palestra di arti funzionali e scopre che lì senza tante storie si fa e soprattutto si impara per davvero a migliorare le proprie potenzialità nel combattimento.
Spesso dicono che il limite degli sport da combattimento siano le regole sportive, che limiterebbero il range tecnico di un "vero marzialista".
Ma non sono altrettanto limitate le arti marziali classiche, con tutti i loro orpelli di posizioni innaturali, forme rigorose e tecniche preordinate?
Non è forse più limitante studiare tecnica 1-2-3, posizione 1-2-3, esercizio 1-2-3 rispetto a specializzazioni nello striking o nella lotta fatte di drills e tecniche applicabili nelle loro mille varianti contro un avversario non collaborativo?

Siamo sempre lì, le arti classiche orientali possono essere affascinanti e senza dubbio adatte al grande pubblico ma non mi stancherò mai di dire quanto esistano metodi di allenamento estremamente più onesti e produttivi per apprendere il combattimento reale.

Con una condizione non da poco: non è affatto detto che praticando arti funzionali diventeremo veramente capaci.
Questa è una grande verità e, spiacente, anche una grande delusione.
Come in ogni cosa autentica della vita, potremmo renderci conto di non essere proprio portati per "fare a pugni", per lottare, per accettare dolore od infortuni, per faticare fino ad essere stremati, per fare sacrifici anche importanti in funzione di certi obiettivi.

Non è un caso che nei corsi di arti marziali ci si trovi di tutto, le signore attempate, le ragazzine fashion e tanti, tanti, TANTI uomini convinti di essere combattenti formidabili.

Ovviamente il male non sono le pratiche in sè, quanto ciò che ci si aspetta da esse.
Se avete il minimo dubbio riguardo a ciò che praticate in relazione a ciò che vorreste praticare, è arrivato il momento di svegliarsi.
Da qualche parte lo troverete, più vicino di quanto pensiate...

lunedì 23 luglio 2012

Se mi girano i 5 minuti...

Oggi vorrei parlare di un altro dei luoghi comuni diffusi nella nostra società, e che si sposano perfettamente alla pratica delle arti marziali.
Chi di noi non ha mai sentito qualcuno dire con tono minaccioso che "se gli girano i 5 minuti fa una strage"?

Ammettiamolo, è più facile averlo sentito dire da... noi stessi.
Infatti questo è un tipico sfogo per alimentare l' autostima o impaurire l' eventuale avversario, proprio come un gattino che rizza il pelo soffiando o un pinscher che abbaia con il ghigno assatanato.

In realtà la minaccia che non porta ad uno scontro fisico è normale e pure auspicabile; finchè non viene messa in pericolo l' incolumità di nessuno (soprattutto la nostra...) va bene così, ci si può mandare a cagare con le peggiori parole ma la cosa resta su questo livello.

Quello di cui voglio parlare però è l' atteggiamento di chi in realtà ci crede davvero di poter ammazzare, distruggere, spaccare la faccia di un' altra persona "perchè gli girano i 5 minuti".
Non voglio tediare i lettori con osservazioni sulla psicologia, l' adrenalina o l' effettiva maggiore pericolosità di una persona fuori dai gangheri, sappiamo tutti che essere infuriati amplifica certe qualità (e ne diminuisce altre).
Analizziamo piuttosto certi aspetti divertenti e pericolosi al tempo stesso di questa manifestazione di rabbia ed esagerata percezione di sè stessi.

E' da notare che questa dichiarazione di pericolosità è universale, sia che si pratichi arti marziali sia che si lotti solo con la pigrizia.

- se pratichi arti marziali (possibilmente cazzate cinesi) ti convinci che grazie alla doppia piroetta mortale e alla tecnica dello stambecco che pratichi da anni sarai assolutamente invincibile in questo momento di berserk. Godi come un tapiro al pensiero che qualcuno ti tema proprio perchè tu "fai arti marziali", soprattutto se fai Tai Chi.
Dal momento che nessuno nella storia dell' uomo ha mai visto un praticante di Tai Chi combattere, l' inesperto immagina che sia capace di uccidere con un solo colpo fatto di energia pura, se solo fosse costretto a farlo.

- se non pratichi arti marziali ti convinci che non fa nessuna differenza se il tuo avversario sia il campione mondiale dei pesi massimi: lo annienterai comunque e magari riderai anche dell' inefficacia del pugilato. Godi come un bufalo al pensiero che qualcuno ti tema proprio perchè, siccome non fai arti marziali, vuol dire che sei uno pratico, scevro da pirlate di onore, rispetto o strane tecniche che non si è mai capito come funzionino.
Dal momento che tutti hanno visto i pugili combattere in tv (in particolare in Rocky IV) immaginano che siano mostri muscolosi con lo sguardo da gangster e l' indole aggressiva, quindi se non hai paura di gente così devi essere un vero killer!

Peccato che non abbiano la benchè minima idea di come si allenino, cosa siano capaci di incassare e quanto cazzo siano veloci.
Non sanno quanto sia pericoloso un pugile a mani nude, e in ogni caso non capiscono che non è questione di "saper boxare" ma di tutto quello che sta dietro ad un pugile, dalla preparazione fisica alla predisposizione al sacrificio e al dolore.
Esattamente l' opposto del praticante medio di Tai Chi e pirlate cinesi.


Nell' immaginario collettivo c'è sempre un personaggio che rappresenta il top della pericolosità in combattimento, e di solito è il pugile.
Quindi il piccolo Calimero frustrato deve gonfiare il petto sostenendo di diventare più pericoloso di un pugile se solo gli venissero toccati i valori a lui più cari: la morosa, il marmocchio, lo smartphone.
Oppure quando subisce un' ingiustizia intollerabile, tipo rubare il parcheggio, saltare la fila a Gardaland o guardarlo negli occhi per più di 1 secondo.

Insomma che tu abbia cognizione di cosa voglia dire combattere o meno sei sicuro di poter pestare chiunque in virtù della tua incazzatura.
Ma la cosa veramente divertente di tutto questo in relazione alle arti marziali è che la furia rende incapaci di ogni genere di perfezionismo tipico delle AMT, vanificando del tutto il senso di simili studi.
Che poi è quanto succede anche in qualsiasi altro scontro non preparato, recitato o inventato per far felici le mamme al saggio di fine anno.

La rabbia può anche far sparire la paura, ma anche il buonsenso, e resta altamente improbabile che un pinscherino incazzato possa scalfire un molosso solo perchè è... incazzato.

Soprattutto se avete l' intelligenza limitata da assurde tecniche fantasiose e ossessione per i "princìpi", è una buona idea tenersi certi sfoghi per sè stessi.
Ne va della vostra incolumità...

martedì 22 novembre 2011

Studiare arti marziali per... difendersi dai bruti

Francamente mi sto sempre più demoralizzando sia nello scrivere questo blog (riscontrando però reazioni che mi fanno sorridere) che nel continuare a leggere e sentire le argomentazioni di chi ancora vive nel fantastico mondo ovattato delle AMT.
Tra le varie questioni a cui tengo particolarmente, vi sono le ragioni per cui uno pratica.
Diciamolo subito, io pratico da sempre per passione, perchè le arti marziali mi piacciono a prescindere dal loro scopo. Per piacere insomma, perchè mi interessano e basta e questo indipendentemente da cosa trattino o se siano AMT o SDC.
Ne consegue tutta la questione sulla loro applicabilità reale o su quanto ci sia di autentico e coerente in come vengono insegnate oggi, ma questo è un altro discorso.

Mi soffermo invece su una tipologia di persone che mi provoca il solito misto tra risate isteriche e mortificazione: quelli che affermano di studiare un certo tipo di arti marziali per imparare a difendersi dalle aggressioni.
Allora, con la solita calma riflettiamo un secondo su di che cosa stiamo parlando.
Innanzitutto come dovremmo definire queste "aggressioni"?
Perchè a sentire loro sembra che vivano in un quartiere in stato di coprifuoco, in cui ogni santo giorno rischi la vita per il solo fatto di recarti al lavoro (in auto).
Sembra che il mondo di oggi sia diventato quello profetizzato da Tetsuo Hara / Bronson e solo se sai sgominare bande di teppisti a mani nude puoi sperare in un futuro migliore.
Sembra che imparare a difendersi a colpi di cunfù sia ormai un' urgenza impellente, fa niente se fino a prima di iscriverti al corso le tue preoccupazioni maggiori erano sapere che film ci fosse la sera in tv, pagare la bolletta in scadenza e dare da mangiare al cane. E vivevi benissimo, tra l' altro.
Che poi queste fantomatiche aggressioni avvengono sempre come si vede nei promo di Krav Maga, vicolo buio (in cui capiti "per caso" passeggiando per la tua sconosciuta città), un tizio si avvicina per chiederti il portafoglio (te lo chiede per piacere eh) e allora tu parti con palmate e ginocchiate ma mi raccomando senza cadere per terra che se no spuntano dalla quarta dimensione frotte di suoi amici per prenderti a calci.

Concentriamoci per un attimo su questo fatto: il marzialista medio vede L' Aggressione da Strada® secondo uno stereotipo passato prima dai telefilm, e in seguito da quanto gli è stato raccontato dai vari maestri ed istruttori di turno.
Cioè le aggressioni vere non le vanno mica a cercare nei referti della Polizia o nella semplice cronaca nera, al massimo si rifanno a racconti di sedicenti commandos dei corpi speciali o di cinesi che si sono difesi nel loro paese grazie alle antiche tecniche (mai grazie ad un bel pò di sano culo eh).
Il marzialista medio vede nell' Aggressione da Strada® quell' avvenimento che in fondo cerca per tutta la vita quale coronamento del suo raggiunto apice marziale, e naturalmente ne esce vittorioso, magari salvando anche la bella di turno.
Possiamo metterla sul comico ma il senso recondito di tutte le conversazioni con le persone che si riempiono la bocca di "difesa personale" è sempre quello: io imparo questo stile perchè mi permetterà di difendermi per strada.

Loro aborrono lo sport e qualsiasi arte marziale che venga portata sul tatami o sul ring perchè si allenano a combattere "senza regole".
La cosa divertente è che "con le regole" prendono perlopiù una secchiata di botte che la metà basta, sempre ammesso che decidano per una volta di mettersi in gioco.
Se si mettono in gioco e gareggiano, finiscono per fare LE SOLITE COSE che ho ben evidenziato nel post sulla Simil-Kick®, e che davvero meriterà un altro intervento perchè sono sbalordito di quanto sia difficile farlo capire.
Se gareggiano e vincono "ecco la dimostrazione che lo stile funziona" (facendo simil-kick o le solite cose naturali).
Se perdono "è colpa delle regole, non potevo usare le cose che studio".
Ma la cosa più esilarante che ho mai sentito dire è che loro si allenano a difendersi da PIU' AGGRESSORI CONTEMPORANEAMENTE.

Ditemi voi, onestamente, quanto può essere infantile una simile affermazione: cioè non sei capace a buttare giù una sola persona in un secondo in un match regolamentato (e oggi con le MMA esistono regolamenti molto più permissivi di un tempo), ma pretendi di saperti destreggiare in un contesto con violenza portata all' estremo, con la possibilità che spuntino armi, in situazioni ambientali e di abbigliamento sicuramente più scomode... contro più avversari?!?!?

Io trovo davvero ridicolo tutto questo, e trovo ridicoli i vaneggiamenti di chi vuole autoconvincersi di essere un supereroe, di chi non ha l' onestà morale di ammettere che sì, ci si può anche difendere da 20 Paperini alla volta ma ne basta uno solo più tosto per far crollare QUALSIASI arte marziale a mani nude.
E che in tutto questo, se proprio vogliamo, punterei tutto sul semplice pugile dilettante piuttosto che sul maestrone di arti fondate su "posizioni", "forme", "angoli", "sensibilità tattile", "one inch punch" e tutte queste buffonate che attirano proprio gli allocchi in cerca delle mosse "per battere i pugili".
La strada... si gonfiano tutti quando si parla di "strada"... come se fosse una specie di arena di gladiatori in cui le arti marziali trovano la loro vera applicabilità, mentre uno scontro con un altro uomo allenato al combattimento non è contemplato per dimostrare nulla, come se in fondo le AMT funzionassero esclusivamente contro i Paperini.

Voglio fare un' osservazione. Mi sembra scontato che la questione non sia riconducibile a cose che funzionano o meno: un pugno è sempre un pugno e non è che se sei iscritto alla palestra di Wushu "non fa male" mentre se pratichi Muay Thai da una settimana sì.
La questione è un' altra, ed è forse alla base della maggior parte di tutti gli equivoci tra "tradizionalisti" e "modernisti" delle discipline di combattimento.
Stiamo analizzando una situazione, quella cosidetta "da strada", che vuol dire tutto e niente; per semplificare diciamo che annovera tutte le situazioni di conflitto violento al di fuori del contesto della palestra e affini (tatami, gabbie e compagnia).
Dicendo così però allarghiamo il campo d' azione alle situazioni e agli "avversari" più disparati: e dal momento che mediamente la gente al mondo non studia combattimento, a quel punto è ragionevole pensare che un maestro di qualchecosa abbia gli strumenti sufficienti a destreggiarsi da una collutazione.

Poi potremmo discutere per ore di che genere di collutazione stiamo parlando.
E potremmo discutere per ore di che "tecniche" abbia usato, come, in che modo.

Ad esempio potremmo osservare che vincere una collutazione contro il nostro Paperino non dimostra poi questo granchè. Certo, noi potremmo essere partiti da uno status tipo nerd mingherlino e dopo anni di arti marziali tra forme e calci nel vuoto aver acquisito quel pò di sicurezza e cognizione per tirare un bel calcione nel sedere al signorotto che ha alzato troppo la voce per un parcheggio: ottimo direi, le arti marziali hanno funzionato.
La cosa cambia non appena ci spostiamo verso situazioni un pò più burrascose in cui qualcuno di veramente incazzato ci vuole sdraiare a suon di pestoni, o in cui becchiamo un tizio in casa nostra intento a derubarci.

sabato 12 novembre 2011

Andiamo a commentare III

Girando a caso per youtube sono incappato in questo video che voglio commentare perchè racchiude buona parte delle "cose che non vanno" tipiche delle AMT.
Ecco il video:


E con il solito spirito critico analizziamolo con attenzione.

Inizio - Riscaldamento molto sommario. Comprensibile dal momento che la sala è un pò piccola, ragion per cui forse non è nemmeno il caso di far fare giri in tondo a quella velocità per chissà quanti minuti. Anche gli esercizi a corpo libero sono davvero minimali, non dico fare preparazione fisica seria ma non dimentichiamo che la maggior parte delle persone va a fare queste cose come alternativa "interessante" all' aerobica.
Se non suda nemmeno un terzo di quanto farebbe ad aerobica resta solo la parte "interessante", che vediamo a partire dal

Minuto 0:17 - Movimenti propedeutici ripetuti a pappagallo. Di solito ci si annoia talmente tanto a fare queste cose che si elabora un modo per far vedere che le si sta facendo senza stancarsi.

Minuto 0:34 - Ecco i ben noti pugni a catena, che notoriamente si fanno solo nel Wing Chun ma NESSUN praticante di Wing Chun sostiene di fare. Facciamoci un sorriso cattivo guardando l' esecuzione della ragazza con la maglietta fuxia ma soprattutto del tipo inquadrato che non ha la maglietta con lo stemma rotondo.
Qui apro una parentesi.
Il fatto che questi individui non abbiano la maglietta "ufficiale" fa pensare che siano novizi, ok.
A me oggi viene un pò di tristezza a vedere come si muovono persone inesperte se gli si dice di "mulinare i pugni in avanti".
Mi immedesimo un pò in loro mentre pensano "ma che cazzo sto facendo? ma a che cazzo servirà mai fare sti pugnetti? boh però loro mi sembrano così bravi e convinti, diventerò anche io un micidiale esperto di difesa personale! dai, frulliamo un pò ste manine in avanti che sto praticando lo stile di Brius Li!".
E mi viene da pensare che in questo modo si può appunto assuefare la gente a credere tutto ciò che vuole, mentre in una palestra di pugilato novizi del genere magari smettono dopo una settimana perchè capiscono da soli di non essere portati per allenamenti di tale intensità nè soprattutto per tirare e prendere cazzotti...

Minuto 0:51 - Le gnocche. E' innegabile che nei corsi standard di difesa personale e in quelli di favolose arti marziali pubblicizzate come "adatte a tutti", "che permettono a chiunque di difendersi", ci sia una percentuale molto alta di persone che non hanno la più pallida idea di cosa significhi il combattimento, lo scontro fisico, l' idea stessa della violenza aggressiva.
E così ecco tutto un pullulare di notevoli pulzelle che fanno la felicità degli istruttori (vedi primi post), degli altri allievi, e possono divertirsi in armonia praticando una "cosa" che poi possono spacciare come allenamento alle situazioni di autodifesa.
E' già difficile che ragazze così minute riescano a sopportare un colpo dato da un uomo aggressivo, ma vedere cosa stanno allenando è decisamente preoccupante.

Minuto 0:55 - Altri esercizi "di sensibilità". Anzi, sarebbe più corretto parlare di applicazioni, visto che uno tira un pugno e l' altro applica le cose peculiari del tanto decantato Wing Chun (la sensibilità tattile ed intercettazione delle braccia).
Peccato che i pugni non siano "i pugni che tira la gente incazzata" ma delle specie di colpi propri del solo Wing Chun, tirati oltretutto a 20 cm dal compagno.
I fanatici di questo stile sostengono che chi fa sport si illude di boxare o tirare high kick per strada come fa sul ring, io dico che qui invece si stanno esercitando contro colpi che NESSUNO usa, abituandosi a distanze sfalsate e senza contatto.
Ah, detto per inciso devo ancora vedere una singola applicazione con questa "sensibilità", tanto poi smanacciano tutti mulinando le mani in avanti ma guai a farglielo notare...

Minuto 1:08 - Un attimo di pausa per ammirare la notevole pulzella in blu :) per poi riflettere su che diavolo stia mai facendo quella in rosa.
Questa è vera illusione, vero plagio. Ma io dico, davvero è così difficile arrivare a capire che quel modo di allenarsi è totalmente sviante?
Il Wing Chun sarà anche uno stile complesso ed evoluto, sinceramente io ci ho trovato vari spunti notevoli, e credo che ogni marzialista dovrebbe prima o poi provarlo.
Però ritengo un errore far allenare dei principianti in certe cose quando ancora non saprebbero colpire con vera forza nemmeno nel modo più... naturale.
C'è da dire che le ragazze sembrano divertite, e questo è un bene. Vanno in palestra per divertirsi, è il clima che traspare dal filmato. E' solo un pò triste pensare che se proseguiranno in quel modo, acquisendo magari qualche grado e qualche riconoscimento, un giorno si ergeranno a difesa del Wing Chun illudendosi di essere capaci di fare male a qualcuno o di "difendersi".

Minuto 1:20 - Controllo delle braccia. Tutto giusto, tutto interessante, tutto fisicamente possibile... al rallentatore. Controllare in quel modo le braccia durante uno scambio non è semplicemente possibile. Non funziona proprio così, l' altro non sta lì ad aspettare immobile e stupito. Perchè perderci così tanto tempo?

Minuto 1:30 - La sudditanza psicologica, il maestrone esaltato. Ne ho parlato nei primi post, eccone un esempio molto chiaro.
L' istruttore che prova un esercizio con un allievo e si permette di accellerare improvvisamente (cosa che all' altro non è permessa), sciorinando una valanga di colpi "micidiali" mentre l' altro... sta fermo e si lascia colpire!
Guardate poi con che faccia seriosa si permette di interpretare questa comune sceneggiata, tipica di chi vuole sentirsi un guerriero letale senza farsi un graffio.
Senza contare poi il solito discorso, applica attacchi che contro chi combatte in modo diverso non andrebbero a segno in modo significativo, finchè non parliamo di Topolino ubriaco.
E così quando poi questa gente si ritrova davvero in situazioni di scontro smanaccia cose, un calcio di qui, un pugno di là, con aggressività e foga esagerati (con buona pace della "sensibilità", degli "angoli" e compagnia bella), in cui tutto il loro allenamento di perfezionismi incide in modo insignificante ma poi sostengono a gran voce di aver usato il Wing Chun.
Una delle frasi più quotate di queste persone suona tipo "... e poi sono uscito di lato: sai, c'è nel Wing Chun!".
Aggiungo che ultimamente poi sembra che qualsiasi arte marziale di quelle "più invincibili di tutte", per qualche ragione si sia appropriata di quelle cose diffuse al gran pubblico solo dopo l' avvento delle MMA, per cui basta raccontare che seguendo i principi del tal stile ecco che ne vengono fuori takedown vari, armbar, ganci, bob & wave, low kick, etc.

Chiudiamo al minuto 1:58 con il bel sorriso della ragazzina che almeno risolleva un pò il morale dopo tutte queste fandonie..

lunedì 7 novembre 2011

Andiamo a commentare II

Mi è stato segnalato questo video e colgo l' occasione per fare qualche semplice osservazione.
Ecco il video, si riferisce ad un confronto su ring tra praticanti di due discipline marziali, tra l' altro entrambe riconducibili ai discorsi di cui tratto nel blog: Vovinam (AMT vietnamita) vs Karate Shotokan (AMT giapponese).

http://www.youtube.com/watch?v=ZmsjaASSqD0

Adesso ci mettiamo qui e, senza nessuna provocazione, proviamo a commentare questo incontro e trarne qualche deduzione.
Premettiamo che a quanto mi sembra è un match svoltosi in Russia o comunque Europa dell' Est, dove notoriamente (questo ci tengo a sottolinearlo) anche chi pratica badminton adora prendersi a cazzotti o farsi il più male possibile.
Lo dico prima che qualcuno torni a tacciarmi di fare noiosi confronti fanciulleschi tra "AMT= cacca" mentre "SDC= cioccolata". Non ci perdo altro tempo, leggetevi i primi post.

Bene, io vorrei che si guardi con molta sincerità ciò che accade nel match. Un match di stile MMA, quindi con guantini minimali e regolamento molto disinvolto, in cui ciascuno può teoricamente sfoggiare il meglio di ciò che ha studiato.
Intanto chiariamo che nessuno ha mai imposto tecniche o guardie o impostazioni di nessun genere in un match qualsiasi di MMA, fin dagli albori del Vale Tudo brasiliano: perciò non veniamo a raccontarci la solita storia che siccome è un match sportivo si debba per forza adeguarsi a quello che fanno tutti gli altri.
Perchè se una guardia "tradizionale" o un modo di colpire o di difendersi o di muoversi mostrasse evidenti vantaggi rispetto a quanto fanno tutti i pugili (dico pugili per semplificare) correrebbero tutti ad usarli.
Ricordiamolo, oggi esistono professionisti che guadagnano tanti soldini per i match e ci rimettono pure la salute: non c'è ragione di pensare che non dedicherebbero tempo a studiare metodi più vincenti.

Torniamo però al match e vediamo che appunto l' impostazione dei due atleti diventa quella tipica degli SDC.
Pronti via, un low kick e un paio di tentativi di calcio girato che però vanno un pò a vuoto senza essere troppo incisivi.
Questo calcio è senza ombra di dubbio potenzialmente micidiale, ci si può fare i KO.
Però già qui mi fermerei a riflettere sul perchè nelle dimostrazioni e negli esercizi di "difesa personale" di ogni AMT si presume sempre che siano i colpi risolutivi, quelli che dopo essersi liberati da questo o da quello li si esegue e l' altro finisce a terra.
Mi pare evidente anche ad un inetto quanto invece sia complicato mandarli a segno, il che non vuol dire che non servano a nulla ma che statisticamente non sono colpi nè definitivi nè facili da portare e padroneggiare.
Hai voglia ad allenarli "fino a quando saranno perfetti". Non funziona così, punto.

Proseguiamo l' incontro ed ecco un paio di sganassoni e una fase di "clinch", chiamiamolo così và.
Ovvero una situazione di quelle che si studiano proprio nei programmi tecnici, il classico "se uno ti prende così tu fai cosà".
La sto semplificando ma vorrei proprio porre l' accento su questo tipo di studio perchè è caratteristico di quasi tutte le AMT ma anche quando ci sarebbe la possibilità di vedere all' opera queste soluzioni "definitive" finisce sempre che si fa tutt' altro.
E ogni volta la scusa è quella: "sei tu che non capisci, quello da programma è solo lo studio tecnico ma in realtà si deve assimilare il principio".
Sulla carta è tutto corretto, nella pratica però no: c'è una ragione precisa se in arti marziali rispettate e più che dimostrate quali, ad esempio, Judo e Muay Thai nessuno parla di tecniche definitive.
Sono proprio quelle arti marziali che invece si dichiarano micidiali, adatte alla difesa personale o ad abbattere chiunque con la sola tecnica che invece non si vedono mai dimostrabili veramente nei loro insegnamenti.

L' incontro prosegue e i due contendenti finiscono a terra.
Faccio notare di nuovo come, a sentire i sostenitori di questo tipo di pratiche, loro non si allenano a finire a terra perchè tutto il loro stile verte sulla conclusione dello scontro quando si è ancora in piedi.
Ahimè a terra ci si finisce, non si sceglie di andarci, a maggior ragione meno regole vengono ammesse allo scontro (altra scusa di chi dice che nello sport vince solo chi si specializza e ci sono troppe limitazioni).
Ma anche in questo caso sono certo che questi stili annoverano soluzioni definitive o molto più strategiche del "cominciare a mulinare una gragnuola di sganassoni".
Eppure anche qui, dopo tanto di presentazione con gli highlight di esibizioni spettacolari e match di punto-stop (che dovrebbero rappresentare la precisione e controllo di colpi altrimenti... mortali), l' incontro si è svolto pari pari come nella tradizione: delle MMA però.

Ora, io torno a dire che non si sta dicendo che quelle cose valgano zero assoluto, o siano "del tutto inefficaci" (anche questa è una bugia, giusto per spezzare una lancia a favore delle AMT), o sia solo una perdita di tempo dedicarvi la propria passione marziale.
Si sta dicendo che semplicemente certi modi di allenare, certe tecniche e certi assunti non sono per nulla migliori quando non proprio falsati del tutto.
Eppure i marzialisti sostengono con forza il loro metodo quale massima espressione delle capacità umane, che permettono un "uso migliore del corpo" o contemplano colpi, strategie e movimenti di livello superiore rispetto agli sganassoni e qualsiasi altra tecnica da sport.

Naturalmente non voglio usare questo video per sostenere il mio punto di vista (anche se ce ne sono a bizzeffe), solo non mi capacito di come qualcuno riesca ancora a dire che quelle sono le stesse cose che studia nei programmi, nelle forme o negli esercizi preordinati.
Non basta vestire una divisa, studiare un certo tipo di cose (per poi farne altre) e dire che quella è la tua arte marziale.
Se studi un pugno fatto in un modo, decantandone la precisione, la potenza presa dalla Terra, il movimento annesso dell' altro braccio (non so) per difenderti nello stesso momento... e poi vinci perchè spari cannonate a destra e sinistra, scusate tanto ma non è coerente e non dimostra affatto la validità dell' AMT: anzi, per come la vedo io la svilisce, è quasi un ammissione di falsità.
Se ti dichiari un Vero praticante di AMT, ne sostieni tutte le teorie e principi e poi per andare a combattere si scopre che hai dovuto "integrare" (dicono così, vabbè..) con grappling, kick boxing o pugilato, viene solo da chiedersi perchè.

Ma soprattutto:
Se prendo una persona a caso a cui delle arti marziali non gliene frega nulla;
Le faccio vedere una pratica di questo tipo:
http://www.youtube.com/watch?v=j062cQmnRzo

e poi una di questo tipo:
http://www.youtube.com/watch?v=Oq2YFy55a3w

e poi le faccio vedere il match di prima saltando tutta la fase di intro: secondo voi così a naso cosa mi dirà che stanno praticando i due atleti?

Inutile girarci attorno, i convinti praticanti di AMT sosterranno sempre che bisogna leggere tra le righe, che bisogna avere la pazienza di capire, che anche nel loro stile da sempre esistono double leg, ground and pound, jab, diretto e low kick, etc. etc.
Ma qui non si sta parlando di cosa è meglio o peggio, si sta solo dicendo che prima di sostenere certe superiorità e perfezioni tecniche si dovrebbe anche dimostrarle una volta tanto...
Facile fare dieci anni di forme degli animali, stendere qualcuno a ganci da dentro la guardia e poi raccontare "ehi, hai visto che quello che faccio funziona?".

sabato 5 novembre 2011

Questione di opportunità

Gli ultimi commenti e vicende personali mi portano a dover puntualizzare alcune cose riguardanti il blog.
Le persone vogliono iniziare a praticare arti marziali per le ragioni più disparate, questo l' ho ripetuto mille volte.
Tutte le ragioni sono buone, ma la totale ignoranza a riguardo porta queste persone a spendere soldi e tempo in cose che spesso non sono ciò che cercavano.
Perchè gli istruttori con cui finiscono a praticare normalmente non gli danno l' opportunità di scegliere.

La mia indignazione deriva da questo: i miei cosidetti maestri erano talmente ignoranti e gonfi di ego riguardo alle arti marziali da non avermi mai messo in condizione di valutare.
Ho già parlato anche di come iniziare a praticare una AMT sia un pericoloso terno al lotto, in quanto l' ignoranza di chi si affida al maestro unita alla sua, genera immediatamente un circolo vizioso in cui tutti si convincono che quanto studiano sia buono, in cui mettere in discussione le cose non è concesso.
Tutto questo in nome di presunte tradizioni e autenticità che non vengono mai spiegate ed analizzate per davvero, e si rivelano perlopiù arrangiamenti e reinterpretazioni ridicole.
Sto quindi parlando di ignoranza, e di semplice informazione che nel mio piccolo mi prendo il diritto di diffondere (ma vedo che sempre più persone lo fanno).

La mia personale rivoluzione l' ho iniziata quando ho deciso, contro il volere dei maestroni, a confrontarmi con altre realtà con la semplice e sana volontà di capire.
Poi ho iniziato ad informarmi seriamente, facendo vere e proprie ricerche fino a scoprire che tutte le cose che mi erano state raccontate (oppure no) riguardo a ciò che praticavo, come, con chi e con che obiettivi erano vere e proprie bugie, o versioni molto adattate allo scopo.
Questo ha generato più di tutto la mia delusione.
Esattamente come Fantozzi quando disse che "allora mi hanno sempre preso per il culo!".

Sono stufo (ma rassegnato) di sentire le solite scuse di chi invece sostiene a spada tratta le AMT: che sono capitato io nella scuola dei cazzari, che da loro non si fa così, che i veri maestri spaccano davvero i crani con manate o che la tal tecnica x io non l' ho capita e quindi alla fine il mio è solo uno sfogo comprensibile ma per nulla rappresentativo.
Oltretutto lo dico per l' ultima volta, sono abbastanza adulto da non avere interesse a difendere  sostenere gli sport da combattimento o qualsivoglia disciplina "macho", da veri duri, con vero sudore e sangue e compagnia bella, perchè sinceramente non me ne frega un cazzo in questi termini.
Nella vita grazie a dio ho anche altre passioni oltre alle arti marziali, e sono consapevole che "saper fare a botte in modo efficace" oltre a non servirmi, probabilmente, a nulla, non fa di me una persona migliore nella società, nè con le ragazze, nè con gli amici, nè sul lavoro, in nient' altro che il piccolo mondo di questa mia passione. In quanto passione mi piace e basta e me ne interesso.
Solo che a leggere la quantità di inesattezze e tesi insostenibili che vengono divulgate da persone sia in buona che in malafede, sento il bisogno di rendere partecipi altri di questa mia esperienza.

Poco tempo fa delle amiche mi chiesero consigli su cosa far praticare ai loro figli di 6-7 anni.
Beh, nei gloriosi tempi della mia pratica di AMT non avrei avuto dubbi: mandateli tutti al nostro corso bambini! La nostra è un' arte di vita, si apprendono i veri valori dell' onestà e della giustizia (sapete, è una vera arte saggia Orientale oh!), possono anche imparare a difendersi e imparare le vere ed autentiche Forme Tradizionali tramandate dai saggi orientali, che un giorno doneranno loro abilità fuori dal comune!
E poi l' istruttrice è bravissima perchè sa tutte le forme ed è stata in Oriente per davvero, si si non sono di parte ma vi consiglio proprio il nostro corso!

Oggi, dopo aver letto ed essermi informato e sì, anche essermi fatto una pesante dose di comune buonsenso, so che quello che viene insegnato ai bambini di quell' età può essere dannoso per la loro crescita, che ci vogliono competenze che (spiacente!) non vengono impartite nel 90% dei sopravvalutati "corsi istruttori" di qualsiasi favolosa arte orientale, tranne forse in quelle olimpiche come il Judo.
Perchè? Perchè proprio per questa ufficialità sportiva uno non si può improvvisare da oggi a domani come istruttore di Judo, e quantomeno anni ed anni di esperienza hanno creato una base di competenza scientifica dell' allenamento che è eoni superiore a quella degli improvvisati maestroni di arti "antiche" cinesi.
Se ripenso con le conoscenze di oggi a cosa vedevo fare ai bambini del nostro corso mi si accappona la pelle, e io non sono un esperto.

Oppure tempo fa altre amiche mi chiedevano consigli per la difesa personale, è un classico.
"Tu che fai arti marziali, ci insegneresti qualche tecnica facile per difenderci?".
Certo! Io sono cintura nera di AMT e quindi sono anche un esperto di difesa personale, la nostra arte è nata proprio per consentire di sconfiggere persone con una prestanza fisica maggiore!
Vedete la difesa personale è quando uno ti prende il polso, allora tu fai così e così et voilà! Cioè hai visto come è facile?
Oppure quando uno ti tira un pugno, no aspetta tiralo piano, no aspetta il pugno si tira così, allora tu pari così, tiri un colpo così e lui cade morto!
Guarda adesso stai ferma che ti faccio sentire questo punto di pressione, sai se tentano di stuprarvi tu schiaccia forte qui e metti KO chiunque, anche se è un Gargantua di 200kg di anabolizzanti perchè questi punti vitali non li puoi mica difendere facendoti i muscoli! No aspetta devi premere qui, stai ferma, oh hai visto che maledetto male che fa?

Oggi semplicemente mi diletto a distruggere ogni imprescindibile e roboante cazzata che si racconta sulla difesa personale, e quando mi chiedono le "mosse" mi prodigo a dare i consigli della nonna e lasciar perdere ogni qualsiasi fantasticheria su colpi segreti o palmate vincenti, magari chiedendo di provare a colpirmi con tutta la loro forza, provare a scappare senza essere raggiunte o vedere come reagiscono ad uno spintone, uno schiaffo o una qualsiasi presa a cazzo.
Oppure le invito a commentare le notizie di cronaca nera, o le vicende personali e chiedersi se con pugni, calci e palmate secondo loro i poveracci che muoiono ogni santo giorno se la sarebbero cavata.

La cosa più bella è che poi tutte queste persone mi ringraziano per queste mie osservazioni, perchè sono solo obiettive e oneste. Non ho nessun interesse a convincerle di nulla, oggi posso solo riportare le mie esperienze e, ed è questa la cosa più bella e "cattiva" di tutta la faccenda, gliele posso dimostrare coi fatti.
Non devo più difendere l' onore di nessun maestro cinesoide, non devo difendere nessuna "arte marziale", o perdere tempo a spiegare il perchè e il percome la tecnica della scimmia albina non posso fartela vedere perchè se no poi devo ucciderti.
Non devo più prenderla larga, come vedo fare da tanti sedicenti tradizionalisti, raccontando che una cosa non è quello che sembra, che la tecnica vera non è mai pervenuta, che mi alleno così ma poi "è ovvio che devi fare cosà, non ci eri arrivato?", che c'è un tale che nel 1832 ha sterminato centro briganti con il mio stile e quindi anche io ne sono capace, che lo sport è solo cacca mentre io perseguo ideali nobili, che ho il fisico del mago Otelma ma c'ho dentro un energia che spacca, che "sì quella cosa figa che ora tutti sostengono noi la facevamo già mille anni fa ma nessuno ci cagava uffi", che io a Buakaw se solo potessi combattere come dico io gli spacco il culo....

La conoscenza è ciò che rende le persone libere di scegliere e valutare consapevolmente, e l' informazione è il suo mezzo. Poi uno può credere ciò che più gli aggrada, ma a quel punto avrà scelto.

martedì 25 ottobre 2011

Complessità contro semplicità

Stavo visionando l' ennesimo video sul tubo, tra l' altro di un sedicente maestro di wing chun di quelli convinti che il loro sia il vero stile, mentre il 99% delle persone fa una cosa completamente diversa e soprattutto inutile.
Vorrei fare una riflessione per sottolineare ancora una volta perchè questa "ostinazione" nel sostenere la validità degli sport da combattimento rispetto alle AMT (che poi non è nemmeno esatto, si tratta alla fine solo di "una cerchia ristretta di tecniche di combattimento e allenamento") sia così fondata.

Se assistiamo ed ascoltiamo attentamente la spiegazione di una tecnica di AMT, o di certe arti marziali in genere, è molto evidente quanta attenzione ci sia per i dettagli.
Il maestro di turno spiega quello che sta facendo con mille osservazioni ed esegue i suoi movimenti con grande precisione, chiamando in causa tutte le questioni fisiche, biomeccaniche e strategiche del caso.
Francamente spesso tutto torna, tutto è vero e giusto, poco da dire.
Con un però determinante: tutto funziona finchè provato al rallentatore e in modo collaborativo.
La classica parata da pugno diretto del Karate è un esempio banale: il movimento circolare del nostro braccio permette di intercettare il colpo diretto al nostro busto e lo devia verso l' esterno.
Effettivamente è così, i princìpi fisici vengono tutti rispettati.
Se non fosse che applicare un simile movimento contro un diretto tirato a piena velocità e potenza inizia a diventare davvero arduo; se infine diamo la possibilità al nostro compagno di tirare liberamente con finte e combinazioni appare del tutto evidente come una simile difesa debba essere assolutamente contestualizzata e non abbia nessuna applicabilità ragionevolmente significativa.
Vedevo questo pagliaccio che spiegava al suo allievo come parare un calcio basso con... la pianta del piede!
In pratica sollevando il ginocchio davanti a sè e piegando verso l' esterno il piede sosteneva di poter intercettare con precisione il collo del piede con la sua suola per poi contrattaccare con qualche miliardo di pugni o strani colpi.
Ricordo come questa parata molto scenografica sia stata usata da Bruce Lee in uno dei suoi film, una specie di chicca alla Ronaldinho tanto per sottolineare la padronanza tecnica... eh già fa molto figo tutto ciò!
Il problema, e lo dico senza nessuna sbruffoneria, è che tutte questi perfezionismi non funzionano in un combattimento vero contro un avversario vero.

Questo dannato e decantato "combattimento vero"...
Credo che gran parte dei malintesi dipenda proprio da cosa ciascuno intenda per esso: chi pratica AMT si indigna perchè sembra che i detrattori parlino solo di match sportivi o risse in discoteca tra puzzoni ubriachi e ragazzetti testosteronici, ma penso che ci voglia davvero poco a rendersi conto di come funzionano le cose nella famigerata "strada", che poi è proprio il contesto in cui dicono di specializzarsi.

Ma torniamo al discorso di prima.
Più ascolto il video e più mi diventa inconcepibile come si possa farsi abbindolare da tante baggianate e sofismi vari su quello che si sta studiando, che dovrebbe essere uno scontro violento.
Naturalmente lo capisco bene, ci ho perso un sacco di anni pure io: e proprio perchè è un' esperienza diretta mi rendo conto di come tutto nelle AMT funzioni, finchè i propri termini di paragone restano confinati nei limiti del programma tecnico, dello sparring leggero e dei confronti chiusi tra praticanti di livello medio-basso.
Chi si perde in tutti questi perfezionismi porta il suo interlocutore sulla propria lunghezza d' onda, e gli preclude la possibilità di agire liberamente (dopotutto si sta solo ragionando su una tecnica no?).
Ma questo è un grave errore che tutte le persone dotate di buonsenso ed intelligenza dovrebbero abituarsi a notare.
Non si tratta di mettere in discussione una parata, diciamo quella citata prima, semplicemente chiedendo di "provare forte": questo non ha senso, il maestro saprebbe comunque che colpo sta per ricevere.
Ha molto più senso vedere quanto quella parata è fattibile in uno sparring libero, in cui magari tra spostamenti, accellerazioni varie e finte, tra un calcio e una presa arriva anche un diretto al busto.
A piena velocità e potenza.
Ed ecco allora che tutti i miti cadono, e con tutta la buona volontà mi pare davvero ridicolo perdersi di nuovo in sofismi su come, quando e perchè questa volta quella parata non poteva essere eseguita.
E' inverosimile il tempo che i marzialisti tradizionali sono capaci di perdere ragionando su una fottuta parata!


Cosa rende invece altre pratiche più "efficaci"?
Anche questa parola è abusata e molto spesso fonte di malintesi.
In questo caso intendo dire che una cosa è più efficace semplicemente perchè ottiene statisticamente il suo obiettivo in molti più casi, in situazioni molto più libere ed improvvisate, con molte più persone di diverso livello.
Cristo mi sembra di aver scoperto l' acqua calda..
Quello che rende alcune pratiche più efficaci è il fatto che sono semplici, dirette e del tutto dimostrate nel contesto a cui sono rivolte (lo scontro libero ed aggressivo, full contact, tra due umani intenzionati a sopraffarsi l' un l' altro; regolamenti e sport vengono dopo e non inficiano necessariamente sul principio di efficacia).
Torno a sottolineare come senza essersi mai trovati in una situazione di scontro aggressivo, che sia un "semplice" match sportivo o una vera situazione di autodifesa, non si può capire certe dinamiche.
NON LE SI PUO' CAPIRE.

E così quando vedo il maestro del video che sostiene di fermare un middle kick con quella cosa non posso che sorridere ed arrendermi al fatto che la gente non sa di cosa parla.
Io a veder tirare certa gente i middle kick al sacco, mi viene male solo a pensare che li tireranno a qualcuno sul serio.
A veder parare con le mani i calci mi viene male a pensare a che fine faranno le dita o le ossa dei polsi.
A sentir parlare di "ginocchiatone" o "fum! fum! pam!" o colpi che "rompono la gamba" al volo mi viene solo da ridere e pensare che in fondo la sindrome di Peter Pan è una cosa diffusa tra i marzialisti.

mercoledì 19 ottobre 2011

Pessimismo e fastidio

Anche oggi un senso di profonda delusione mi attanaglia nel leggere deliri vari sui forum.
Oggi parliamo di un argomento che mi lascia davvero basìto per quanto sia stato portato avanti con vera convinzione; Questa cosa mi rende ancora più felice di essere uscito da tali ambienti e convinzioni che i marzialisti si ostinano a difendere a spada tratta, senza mai arrivare all' essenza pura e semplice del discorso, perchè la fisica, la natura e tutto ciò che accade è maledettamente più semplice e ovvio di quanto si voglia far credere.

Parlavano delle posizioni che tutti i marzialisti tradizionali si trovano a studiare per anni, proprio quelle posizioni così difficili ed innaturali, spesso associate a metafore sugli animali o sui draghi o sugli alpaca andini...
Quelle posizioni tanto perfette che se non hai il piede a 34° e 2' sud-ovest e la schiena allineata con lo zenit di Proxima Centauri non stai mica facendo quella giusta tramandata dagli antichi e quindi non ti stai allenando "come si deve".
Quelle posizioni che TUTTI, ma proprio TUTTI fanno dalla loro prima lezione di AMT, e vengono ripresi quando non le fanno abbastanza basse, o abbastanza aperte, o abbastanza STICAZZI, però poi leggi che no non è vero, sono solo delle posizioni di allenamento per "rinforzare il corpo" o per "capire i principi che stanno dietro".
Beh, detto per inciso a me sembrano tutte delle grandi scuse per giustificarsi, e lo capisco bene dal momento che chi le sostiene si è dovuto rompere le palle per anni a perfezionarle.

Poi questi grandi esperti li vedi dal vivo.
Li vedi esibirsi nelle loro forme artistiche e dici davvero "oooooh!" come i Puffi perchè diavolo sono veramente atletici e affascinanti da vedere!
Hanno allenato duramente queste posizioni e ora riescono ad esprimersi in queste figure complesse ed evocative.
Poi li vedi "combattere" e.... Toh! Dove sono finite tutte quelle posizioni che fino a due secondi prima rappresentavano l' impronta tipica dello stile, quello vero e autentico millenario?
Com'è che per "schivare un calcio" non si abbassano più nella "posizione del serpente" tutti lunghi lunghi con le natiche che toccano terra? Sbaglio o questa cosa l' avevano studiata nelle "applicazioni pratiche"?
O perchè non assumono una "posizione difensiva a tartaruga" tutti accartocciati perchè così si sa, la tartaruga si difende nel suo guscio e quindi anche un uomo facendosi a palla per terra non subisce più colpi decisivi?
Perchè studiano per una vita a tirare pugni allungando al limite la posizione con la bella manina al fianco, o calci che, sai, colpiscono esattamente il meridiano passante per l' ascella e provocano la morte in 34 secondi ma poi li vedi smanacciare e scalciare come scimmiette isteriche?

Macchè, eccoli esibirsi nella ormai consueta Simil Kick, tutti belli in piedi, tutti belli coperti, muovendosi alla cazzo non appena l' avversario li incalza con dieci pestoni di fila, ai quali col cavolo che reagiscono con parate formidabili o blocchi di pugni al volo...
Eccoli tirare i loro colpi che magicamente non hanno più niente a che vedere con quei bei movimenti stilizzati però guai a farglielo notare, che è solo colpa tua se non hai capito il senso che stava dietro a quella cosa.
Sì perchè tanto alla fine la scusa è sempre e solo quella: TU non hai capito, TU sei finito nella palestra dei cazzari, TU non ti sei allenato con il cinese quello vero, TU hai visto il 99% di quello che c'è in giro e che guarda caso è tutta merda mentre loro hanno sempre combattuto nel Mortal Kombat con quelle tecniche e non si capacitano di come non sia evidente il loro stile cinesissimo!

Li senti parlare di Sanda allenato parallelamente al Wushu... dico il Wushu! La più artificiale delle messe in scena, pura ginnastica da opera di pechino... e si ostinano davvero a vedere nel combattimento di Sanda le STESSE identiche cose..
Come dire che siccome so usare il joypad del Playstation allora so guidare allo stesso modo una Formula 1.
Mi fa sorridere quanto si sforzino di difendere l' indifendibile, sostenendo argomentazioni che non rispettano gli assunti basilari dell' apprendimento e della logica... ma soprattutto del comune buonsenso.

Leggo queste discussioni per sollazzo ma non posso far a meno di restare indignato davanti a tanta mancanza di onestà e umiltà, quella decantata da queste pratiche orientaleggianti.
Piace a tutti parlare di combattimenti memorabili con esperti picchiatori, ma sarebbe divertente vedere questi personaggi dal vivo in "scontri liberi" contro pugili o lottatori.
La verità è che questa gente si caga sotto alla sola idea di fare i guanti con un pugile, ma anche se capitasse troverebbe mille scuse sul perchè e il percome le mirabolanti tecniche cinesi non hanno efficacia contro uno stupido sportivo suonato e macho: una volta sono i guantoni, una volta sono le regole, una volta è il fatto che combattono solo per la vita, una volta è la condizione fisica non al meglio...
Raccontano di aver battuto gente della Thai o persino delle MMA con facilità... naturalmente negli sparring, sia mai che si parli di match full contact, roba che non hanno nemmeno idea di dove stia di casa.
Scommetto che la sola adrenalina pre-match farebbe desistere molti di questi sedicenti espertoni. Scommetto tutto quello che volete che al primo destro preso in pieno tutta la cultura cinese sugli animaletti del bosco, lo stile del paguro ubriaco e le cinque dita che se ti colpiscono muori, tutti i loro anni spesi a perfezionare la forma autentica della pergamena segreta, tutte le loro elucubrazioni su angolazioni perfette, sensibilità tattile, yin, yang e cazzi e mazzi andrebbero all' istante a farsi benedire.
Parlano di combattimento ma ragazzi, il combattimento è solo ed esclusivamente quello full contact, il resto è sparring, ma è del tutto impossibile farlo capire a chi non è disposta a rimettersi in gioco.
E sapete qual' è la cosa più triste? Che magari qualcuno di loro li ha fatti per davvero dei match, full contact pure. E come tutti avranno usato le solite tecniche e strategie degli SDC, ma sono sempre capaci di rigirare la questione sostenendo che no, erano tutte cose proprie dello stile cinesoide!

Leggevo anche di un tizio dall' arroganza fuori dal comune che sostiene di essersi confrontato da sempre con atleti degli sport da combattimento più disparati e averli praticamente umiliati grazie al suo stile.
Beh, tutte parole al vento, le mie, le loro, di tutti: il bello di questo mondo è che ci si può ricamare un bel vestito fatto di ego senza mai darne dimostrazione,  prendendo le scuse più disparate.
I fatti che contano sono quelli dimostrabili, non le storie che ognuno si racconta.
Sapete una cosa? Io sono stato campione Nazionale del mio stile, in tutte le specialità. Ho anche combattuto più volte, arrivando terzo ad una competizione con i più bravi praticanti italiani.
Mi è capitato di difendermi per strada usando una sola mano (dico: una sola mano contro un colosso).
Ah, ho anche viaggiato all' estero incontrando i più alti esponenti dello stile, salutandoli per nome.

Potrei pubblicare un bel curriculum con tutte queste cose, o raccontarlo in giro e pensate, sarebbe tutto vero!

Poi ci metto un pò di umiltà, un pò di onestà e tanto buonsenso.
Ho vinto i nazionali in una gara di 4 gatti, in cui il livello medio era a dir poco infimo.
Sono arrivato terzo in quanto ripescato per mancanza degli atleti, dopo aver perso tutti i miei incontri di light contact.
Mi sono difeso allontanando il tizio che cercava rissa e andandomene via.
Ho partecipato a stage esteri con mille altre persone che salutavano tutte il simpatico maestro poco avvezzo alle formalità.
Bene, ora quale versione mi rende più micidiale e rispettabile?

martedì 18 ottobre 2011

Fate l' amore facendo la guerra!

Ora che ne sono uscito continuo ad interrogarmi su questo aspetto delle AMT che per anni ha rappresentato una sorta di credo ma che in verità non mi è mai stato ben chiaro:

Perchè nelle AMT si sostiene il valore della pace e dell' unità tra le persone e.. fondamentalmente si studia come ammazzarle nei peggio modi o come difendersi da criminali assassini?

Capiamoci, se il luogo comune vuole che chi pratica AMT sia "saggio" e "avulso alla violenza" una qualche motivazione deve esserci, una qualche idea generalizzata che ha superato i confini delle palestre.
Ma in effetti viene da chiedersi perchè uno dovrebbe essere particolarmente sensibile a questi problemi sociali in quanto praticante di... arti di combattimento che oltretutto, a detta dei praticanti più quotati, si distinguono dagli SDC proprio perchè sviluppate per uccidere in battaglia e affrontare aggressioni mortali.
Non trovate più civile e sensato un confronto sportivo?
Non è forse lo sport ad essere considerato uno dei maggiori veicoli di buoni valori morali e sociali?
Non c'è forse più rispetto tra due atleti che si sfidano per poi abbracciarsi a fine incontro, piuttosto che in maestri caposcuola che non fanno altro che sputarsi addosso veleno e in passato si affrontavano in duelli mortali per prevalere gli uni sugli altri?

L' umanità è davvero curiosa e i fenomeni sociali altrettanto: quando si parla di un popolo che ha combattuto unito (grazie alle AMT!) per difendersi dagli invasori allora piace sottolineare quanto sia stato unito e valoroso.
Se però iniziamo ad addentrarci nei dettagli, si scopre subito che nel popolo stesso ci sono faide interne e odio atavico. E più scendiamo nella scala dei numeri e più ci accorgiamo che anche nelle stesse famiglie la gente si odia e si ammazza.
Non mi sembra niente di anormale, per fare un parallelo azzardato ma molto chiaro è come parlare di Italia unita quando tutti guardano la nazionale di calcio ai mondiali, ma poi ognuno tifa per la sua squadra del cuore, poi per quella della città in cui abita, poi per quella del paese, infine per sè stesso e basta, odiando e schernendo tutti gli altri.

Per anni anche io ho dovuto sorbirmi questo lavaggio del cervello fatto di presunti buoni valori imposti da regolamento, salvo rendermi conto soprattutto alla fine della mia esperienza di quanto poco siano messi in pratica.
Eppure ai marzialisti piace un sacco tirare fuori questa palla ogni volta che torna loro comodo.
Mi sento un pò tonto perchè ero arrivato al punto di crederci davvero e cercare di diffondere io stesso questa idea, e così quando la signora dal panettiere affermava con piacere di come "nelle arti marziali non si insegna ad essere violenti, le fa anche mio nipote!" io annuivo languido come un orsetto del cuore.
Poi andavo in palestra a farmi raccontare come spaccare dita, gambe, braccia, strappare occhi, spezzare le carotidi, colpire per uccidere in caso di difesa, fracassare crani a manate, schienare ragazzine per il piacere di deriderle o far esplodere organi interni con colpi tirati come si deve...

martedì 11 ottobre 2011

Ieri e oggi

Una delle cose che si notano per prime nei praticanti di AMT quando provano a fare sport da combattimento, è la profonda differenza di impostazione che hanno nel tenere la guardia e nell' eseguire i colpi.
Io per primo mi sono ritrovato spiazzato la prima volta che mi sono allenato in modo "sportivo", ma non tanto per la differente impostazione quanto per la ragionevolezza della cosa.
Chi pratica con convinzione arti tradizionali di solito sottolinea il contesto diverso a cui si rivolgono i mortali stili orientali, fatto di difesa per la vita nei peggiori bar di Caracas (o Beijing vabbè), scontri uno contro dieci o posizioni che canalizzano le energie vitali al meglio (?!?).
E' molto facile credere a queste presunte verità dal momento che nessuno si premura di testarle realmente, senza contare il fascino esercitato dall' alone di superiorità in scontri mortali che permea queste spiegazioni.
E poi dicono che sono gli sportivi a voler fare sempre i macho e i superiori...

Comunque dicevamo, io rimasi piuttosto colpito da come l' impostazione della semplice guardia avesse ragioni dimostrate e dimostrabili rispetto a quelle tradizionali.
Non parlo della classica posizione gamba avanti piegata - gamba dietro tesa che ha talmente poco senso in combattimento da non meritare nemmeno un' analisi: mi riferisco alla semplicità d' intenti nel mantenere una posizione che consenta di attaccare e difendersi nella maniera più semplice, rapida e sensata possibile.
Tutto mi veniva spiegato in due parole, e dimostrato seduta stante. Ok ai vari regolamenti specifici in gioco (la guardia della lotta è diversa da quella di solo striking), ma per me era sorprendente scoprire con tanta banalità cose che prima credevo di sapere già.
Nelle AMT si "stava in guardia", magari assumendo strane posizioni con le mani (che facevano una bella scena!) senza che nessuno spiegasse veramente il perchè in maniera convincente. Si stava così, punto.
La massima espressione di competenza data era "tieni su la guardia" nel libero, fermo restando le domande che uno continua a farsi sul perchè quando studio l' arte mortale faccio in un modo e quando poi provo qualcosa di libero devo fare altro. Ma siamo al solito discorso...

Mi capita ancora di incontrare amici marzialisti che non hanno davvero la più pallida idea di come "proteggersi dai colpi", o come "colpire in modo incisivo e potente", o come "spostarsi agilmente senza scoprirsi troppo".
Sì perchè non sto parlando di fare per forza quello che faccio io, parlo solo di dare un senso logico a quello che già fanno, tornando a bomba sulla realtà di fatto che se combatti in modo libero presto o tardi ti ritrovi a fare un certo tipo di cose, altro che posizione del cavaliere e colpi mano al fianco.
E' abbastanza chiara la loro sorpresa quando notano che gli si entra con estrema facilità, che il loro saltellare in giro non porta a nulla o che i colpi tirati a piena potenza non sanno proprio cosa siano.
Non parliamo poi della questione lotta, nonostante pratichino stili che affermano di trattarla o di... non porsi il problema perchè tanto risolvono tutto prima!
Si scoprono totalmente privi di opzioni non appena ci si finisce, e quelle che ritengono di avere e di aver allenato non sanno svilupparle al di fuori dell' esercizietto preparato.

Sono sempre più convinto che le AMT siano bellissime e piacevoli attività culturali ed artistiche ma che sia davvero troppa la carenza fisica e tecnica che le distanzia oggi dagli sport da combattimento.
E' interessante notare come proprio gli sport da combattimento derivino dalle arti marziali tradizionali, ma di quale sia la tendenza delle persone che scelgono di dedicarsi all' una o all' altra cosa.
In una palestra in cui si fa pugilato, muay thai o brasilian jiu jitsu non si presentano mai signore attempate, ragazzine fashion o impiegati grassocci con il desiderio di "imparare a difendersi".
Anche poste davanti ad una chiara scelta, questo genere di persone rifugge proprio l' idea di faticare pesantemente sudando e tirando al massimo i propri limiti, non ha intenzione di combattere con qualcuno nemmeno in modo leggero ma è in cerca delle famose "mosse" che senza fatica permettono di mandare a nanna Bruto (senza spinaci).
Al contrario chi oggi sceglie di praticare sport di combattimento, o abbandona i corsi di AMT per la troppa leggerezza degli allenamenti e distanza dalla realtà, è gente che vuole imparare ad applicarle le cose, e se anche fosse solo per fare ginnastica è in cerca di qualcosa che faccia faticare davvero, porti a risultati tangibili nel giro di qualche mese.

Se un tempo chi praticava arti marziali erano i "guerrieri" o quelli che volevano "imparare a combattere a costo di grandi sacrifici", e chi voleva solo fare ginnastica andava a fare "sport"... beh oggi pare proprio che la situazione si sia invertita.