giovedì 14 novembre 2013

Extra - Aneddoto sui corsi di autodifesa

Anche frequentando una certa palestra da anni e trovandomi bene in questa non ritengo di essere legato a questa da potenze oscure e mistiche che mi possano impedire di andare a frequentare corsi in altre palestre o addirittura ritenere che il semplice fatto di essere incuriosito da altri corsi sia un gesto di lesa maestà verso il maestro.
Appunto per questo quando anni fa un mio amico mi chiese di andare a vedere un corso di Krav Maga, al quale si era unito da poco, accettai di buon grado.
Ricordo che il corso veniva descritto come di difesa personale, ma comunque mi sorpresi di trovare della “gente comune” in sala.
Non mi immaginavo frotte di atleti scolpiti a mò di David di Donatello, ma mi sorprese in particolar modo trovare ad esempio una signora over 60 e una ragazza, usando un eufemismo, non proprio in forma che poi scoprirò essere la compagna del maestro.
Non che ci sia niente di male in questo, ma ai tempi il Krav Maga era poco conosciuto, le scuole stava spuntando come funghi un po’ come quelle di MMA oggi, e quel poco che si sapeva era che questa fosse un’arte marziale inventata dai militari israeliani, che fosse cazzutissima e che i discenti di Abramo la utilizzassero per annichilire i tostissimi avversari in guerra.
Io oltretutto essendo un appassionato di storia forse rimasi colpito da queste descrizioni memore della guerra che vinse Israele contro i paesi arabi.

Il corso inizia e noto che invece di un normale “riscaldamento” vi è una specie di ginnastica a corpo libero, non ricordo neanche che vi fosse una corsetta blanda.
Insomma non veniva allenato il fiato e non si vedeva una goccia di sudore.
Neanche per la vergogna di un riscaldamento tanto inefficace.
Vabbè, supero le perplessità e cerco di mantenere la mente aperta mentre a più riprese la signora un po’ anziana, mi si avvicina e mi parla bene del corso e della sua esperienza lì come allieva.
Comincio a vedere un po’ di “allenamento serio”: vengono provate per tutta la lezioni delle tecniche, non esistono protezioni di alcun tipo, neanche un paio di calzini in più contro il freddo.
C’è di conseguenza un blandissimo contatto fisico e i colpi portati non sono efficaci in quanto ci si ferma un attimo prima di toccare l’avversario.
Inoltre uno di questi atleti più giovani (forse appena sotto la trentina) pur portando dei colpi dove si doveva fermare o  comunque controllare faceva delle facce degne di un film di guerra.
Mentre simulava queste tecniche, che prevedevano tra l’altro pollici nei bubli oculari del compagno di corso, era impossibile non notare una faccia incazzata come se avesse scoperto la sorella a letto con due bei tartufoni, una bocca digrignata e il tutto coronato da un urlo.

Ecco quest’ultima cosa mi colpì molto.
In qualsiasi palestra seria di AMT e SDC ti insegnano (o dovrebbero farlo) a mantenere la calma e la lucidità.
Chi la perde ormai non pratica più una disciplina, ma è preda delle emozioni e quindi può sbagliare molto più facilmente.
Qui non stiamo parlando di non farsela nelle mutande se un branco di energumeni incazzatissimi armati di mazze, bastoni, catene e palle chiodate sta correndo contro di voi che magari siete con la fidanzata e vi preoccupate oltre che per le botte anche della figura necessariamente di merda che farete agli occhi della vostra bella nel momento in cui vi troverete tra le fauci di cotali mostri.
Qui parliamo di un giovane uomo che, mentre si approccia ad una disciplina in una maniera sbagliata, trova un maestro che lo guarda soddisfatto e non gli dice “ma che cazzo ti urli”.

Una piccola diversione sulle“urla”: a volte è necessario emettere dei suoni.
Chi avesse visto ad esempio gli ormai diffusissimi video di un combattimento o allenamento di muay thai tra thailandesi avrà sentito il classico urlo “OOEEEE” o “IIIAAII” (poi ognuno fa un po’ a modo suo).
Quello non è un urlo di guerra per spaventare i fantasmi della propria fievole mente tipo il bullo che ti picchiava da piccolo l’altleta o, similmente ad alcune popolazioni africane, per far dare un segnale sonoro alle palestre vicine per far capire che voi stai facendo sul serio.

Quel suono ha una “codificazione”: ad esempio nella Muay Thai viene definito “kiai” e serve per la respirazione… però… un conto è farlo perché stai facendo le ripetizioni esplosive di calci medi ai Pao (i cuscini ) e un conto è farlo mentre stai semplicemente provando una tecnica!
È inutile ed è solo un modo onanista e autocelebrativo con il quale ti senti più cattivo… e a dirla tutta è anche un po’ idiota tanto quanto i guerrieri marziali dei cartoni animati che urlavano il nome della combinazione di colpi mentre la stavano eseguendo.

Torniamo a noi, ancora non me ne vado dalla palestra e cerco di rimanere pensando che quello appena visto sia un caso isolato, e almeno quel giorno infatti lo era e ancora non capisco come a questo tipo non sia venuto nessun dubbio visto il fatto che stava urlando solo lui… ma tant’è.

A quel punto cerco di farmi coinvolgere nell’allenamento al quale fino ad ora ero stato solo spettatore.
Il maestro l’avevo salutato all’inizio, ma poi (anche giustamente) si stava occupando dei suoi allievi, mi si avvicina quindi la fidanzata.
Mi spiega le basi del Krav Maga facendomi venire a conoscenza che una tecnica fondamentale del Krav Maga, che pare venga insegnata fin da subito, è quella del Blitz.
Blitz è una parola di origine germanica che significa fulmine/lampo e pensandoci adesso mi sorprendo come questi israeliani abbiano messo da parte il “rancore” e utilizzino per la tecnica nazionale di lotta parole in lingua tedesca.
Insomma il Blitz prevede che l’avversario venga colpito il più velocemente possibile e per farlo non importa che il primo colpo sia necessariamente efficace ma deve essere portato con l’arto del corpo più vicino all’avversario.
Mi viene detto che questo serve perché l’avversario non si aspetta il colpo e quindi già per il fatto che lo colpisci lo sorpendi.
Sarà invece il secondo colpo quello efficace.
A quel punto le mie perplessità aumentano a dismisura e non riesco a trattenere una domanda: “Scusami se mi permetto, ma queste sono tecniche di lotta che usa l’esercito israeliano giusto? Ma che senso ha allora sorprendere l’avversario? un soldato israeliano se attacca un altro soldato lo deve fare subito in maniera efficace perché anche lui si sarà addestrato no? In questo modo gli si dà solo più tempo di reagire dopo un colpo non efficace e magari è pure armato!”.
Durante la risposta non potei far a meno di vedere una specie di sorriso che non capii se era per l’imbarazzo o per il fatto che mi considerasse un profano, ricordo comunque di non aver ricevuto una risposta esauriente anche perché mi ripeteva cose già dette prima e sembrava un po’ come stesse cercando di convincermi e non di spiegarmi…. Alla fine mi sono detto che questi israeliani, con tutto il rispetto, erano un po’ stronzi perché una tecnica di lotta così non è efficace contro altri soldati e se era vero quanto mi fu detto mi ero allora convinto che venisse utilizzata contro civili e non contro militari. 

Perché è importante questo? 

Perché un corso che si descrive come corso di autodifesa come fa ad insegnare ai propri allievi una cosa come il blitz?
In pratica incoraggia ad attaccare per primo perché sennò che senso ha “blitzare” l’avversario (scusate ci ho preso gusto) se è lui che ti attacca per primo.
Nessuno se non quello di farlo incazzare ancora di più.

Ho aspettato la fine della lezione non volendo mancare di rispetto.
Le ultime due cose che mi sorpresero furono che alcuni degli allievi erano stati selezionati (già in precedenza) per l’allenamento a casa dell’istruttore e che ho visto un coltello di gomma che quel giorno comunque non fu utilizzato, ma ho avuto conferma che lo fosse… Mentre la prima cosa è accettabilissima, anche se al profano deve cominciare a dare un po’ l’idea dello “spirito” di molti istruttori di AMT, la seconda per me è inconcepibile.

Mettetevelo bene in testa, soprattutto chi ha iniziato o vuole iniziare corsi di autodifesa: NON esiste difesa veramente efficace da un coltello.
Con tutto rispetto parlando non si può insegnare alla signora anziana o all’uomo di mezza età con la pancetta a disarmare una persona con un coltello.

I casi sono due.
Chi attacca con un coltello lo fa per minacciarvi o per tentare di uccidervi.
Se vi minaccia potete sempre tentare di darvi alla fuga, mente se lo fa per ferirvi purtroppo non c’è scampo.
Tristemente i corsi di autodifesa negli anni hanno fatto credere che, come nei film per bambini stile “I nuovi mini ninja”, esista un killer pirla e tontolone tiratore di goffe coltellate singole.
Mentre invece viene mostrato l’impavido “atleta” che con movimenti neanche molto semplici blocca la coltellata e magari riesce a girare la lama verso l’avversario.
Ecco, questo è esattamente quello che non avviene se subite un’aggressione all’arma bianca.
Chi vi aggredirà è altamente probabile anche che lo farà venendovi di fianco o alle spalle, buttando il peso del corpo in avanti e sferrerando una serie di coltellate velocissime… e non una singola coltellata alla moviola  e alla cazzo di cane.
Facciamo comunque finta che il maestro della palestra “Krav Maga del cazzutissimo israeliano” vi abbia insegnato con un roboante colpo di culo proprio la tecnica che l’aggressore utilizza per attaccarvi.
Nel migliore dei casi non potrà andare tutto liscio come l’olio e magari pur avendolo disarmato o messo in fuga vi ritroverete una lacerazione e tagli di svariati centimetri e starete perdendo una discreta quantità di sangue… e sarà quando vi metteranno i punti all’ospedale che penserete “ma non era meglio scappare?”.

L’unica utilità di un corso di autodifesa è quella di far crescere la propria autostima e la propria sicurezza.
Ed è proprio qui la fregatura: viene fatto credere di saper fare una cosa che in realtà non si è in grado di fare.
Quindi si viene portati, anche senza rendersene conto, a correre più pericoli di prima.
Non parlo di qualche sguardo di sfida in più lanciato al semaforo tanto per innescare una gara alla Fast and Furious, ma parlo del semplice non cambiare strada quando vedi un brutto ceffo o del rispondere a tono in direzione del provocatore di turno “perché tanto io so come dargli una lezione se ce ne dovesse essere bisogno”.
Tantissime volte il tutto sta nel prevenire, nel non rispondere alla provocazione.

Usare la forza fisica è l’arma estrema!
E dico arma non a caso perché con un’arma fai male e TI puoi far male.
Proprio perché la considero un’arma mi sono fatto delle domande dalle quali ancora non sono uscito: è giusto dare un’arma alle persone indifese che hanno paura di essere minacciate con quella stessa arma?
Bhe tecnicamente sì… ma chi mi dice che queste persone indifese non diventeranno aggressori a loro volta o che comunque non siano perfettamente in grado di utilizzare quell’arma in caso di difesa? Nessuno..
Bhé allora è meglio che nessuno abbia un’arma!?!? Tecnicamente sì, ma praticamente qualcuno ce l’avrà sempre quindi tanto vale essere armati no? BOH! e allora come si fa?
Su questo non ho una risposta e negli anni ho ovviato a questo usando la testa ed evitando a priori tante situazioni e non pensando “visto che pratico SDC mi posso permettere di fare la voce grossa con i prepotenti”.

Non ha bisogno di pubblicità e di certo non ho voglia né intenzione di fargliene.
Una persona che ho avuto la possiblità di vedere dal vivo e che può vantare un palmares invidiabile nel mondo del full contact un giorno disse : “se vogliono fare a botte girate le spalle e andate via, se vi minacciano con un coltello scappate il più in fretta possibile e se vi minacciano con la pistola…” a quel punto si girò di spalle e mimò il gesto di abbassarsi i pantaloni. 

MK

 
Ho pubblicato per intero (e senza correzioni ;-) ) la testimonianza e le osservazioni di "MK", utili come ulteriore punto di vista sulle modalità di insegnamento diffuse e ciò che non viene detto a riguardo.
Faccio giusto qualche osservazione, anche per MK.

- Nella Muay Thai il famoso "OEEE" è gridato dal pubblico per incitare gli atleti e "rimarcare" i colpi che sono andati a segno.
Gli atleti quando colpiscono, soprattutto in allenamento, usano altri tipi di "suoni" ed espirazioni utili per favorire la corretta respirazione durante un gesto e a volte anche solo per darsi una carica.
In ogni caso è scorretto definirli propriamente "kiai", che è una parola giapponese legata alle relative discipline.
Ovvio che in sostanza si stia parlando della stessa cosa.

- La faccenda del "Blitz" porta con sè varie osservazioni.
Credo di aver inteso il senso del tuo ragionamento: perchè in un corso di autodifesa dovrei studiare tecniche che prevedano di attaccare per primo?
E' vero, ma non bisogna nemmeno cadere nell' errore tipico dell' Aikidoka che pretende di apprendere solo tecniche di difesa, di reazione ad un' azione, finendo per prendere un sacco di botte perchè se ne sta in attesa di intercettare il colpo.
In fondo se la difesa personale efficace prevede anche l' eventualità che sia io ad attaccare per primo (davanti ad un aggressore che incombe), è corretto che si studi questa tecnica.

Tuttavia questo apre la solita osservazione riguardo al fatto che non si tratta di alcuna tecnica militare, il contesto è chiaramente diverso.
Dubito fortemente che un soldato israeliano si trovi per strada a doversi difendere da un palestinese che gli vuole rubare la borsetta...
E questo fa cadere un pò tutto il corollario di mimetiche, presunti colonnelli ed istruttori di "corpi speciali" e così via.
Lo ribadiamo di nuovo: i soldati, oggi, vanno in guerra in squadre organizzate, seguendo missioni ben precise e armati fino ai denti.
Non girano di notte per le strade di Baghdad in minigonna e con lo sguardo perso mentre chiaccherano al cellulare...
Non c'entrano veramente niente con i civili.

I sistemi di difesa personale non sono sbagliati in sè, anzi, ma è il modo in cui vengono insegnati e il target a cui si rivolgono ad essere più che criticabili.
Il guaio è che la gente comune, in virtù della loro specificità, vi si affida con uno spirito ancora più credulone rispetto ad un corso di CinCiunChan, dove spesso si pratica nella consapevolezza di voler solo fare ginnastica o mimare l' uccello del Paradiso che volteggia nelle pianure del Sichuan.
E purtroppo l' argomento trattato non ammette errori, non è possibile saper fare "un pò" una tecnica: quella volta che serve dovrà riuscire e basta.

E sfido la signorotta ad applicare con successo il Blitz al tizio che l' avvicina di notte...
Sarebbe più corretto dirle "A signò, se prenda er Techno Vikingo come boddigar e stà tranquilla"...

13 commenti:

  1. Ora purtroppo la scrittura non mi ha permesso di far capire bene il suono =P io ho cercato di parlare proprio del suono che (giustamente) emette l'atleta e di solito ognuno ha il suo. E la mia sopresa era veder "urlare" qualcuno mentre stava facendo della semplice tecnica. Nulla toglie che ammetto candidamente l'errore fatto da me sul kiai =P grazie per averne capito comunque il senso. Solo una piccolissima nota: confermando la veridicità dell' OOOEEE del pubblico come ben descritto da Arte Mortale in realtà anche agli angoli si incita l'atleta con lo stesso suono. Oltre che come incitamento,appunto, anche per far mantere il ritmo dei colpi (soprattutto in corpo a corpo in caso di ginocchiate).

    MK

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  2. Post ricco di riflessioni e domande scomode. Che dire, vi seguo con piacere!
    Una sola nota riguardo l'aikido: la pratica non è finalizzata a tecniche difensive, e qualsiasi praticante (o maestro) che ti chieda di intercettare alcunché non sta facendo aikido.
    Il cuore della pratica mira a vincere l'iniziativa dell'avversario, anticipando le sue mosse con timing e distanza corretti (concetti molto affini al pugilato, direi)
    Non per nulla l'aikido si dice essere "irimi to atemi", cioè entrare e colpire.

    Detto ció,
    continuo a leggeri con piacere e a trarre molte considerazioni da quanto scrivi.
    un saluto!

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  3. Ciao, credo anche io che l' Aikido abbia obiettivi diversi dall' autodifesa per come la si intende oggi, e metodi di allenamento adeguati ad essi.
    Tuttavia è innegabile che tratti comunque di applicazioni del combattimento umano e qualcuno continua a pretendere di vederci una pratica affine ad altre più specializzate.

    Come sottolineavo nel post dedicato all' Aikido, personalmente ritengo gli aikidoka una categoria un pò a sè di marzialisti, forse è solo questione di target: in genere è proprio gente che se ne sbatte dell' autodifesa termonucleare globale o degli incontri tra cerberi anabolizzati, fanno il loro, gli piace e morta lì.

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  4. Giustissimo,mi hai quasi convinta; i corsi di krav maga non servono a una mazza eccetera. Ma permettimi di dire una cosa: a che servono le arti marziali tradizionali? A che serve sprecare un'infinità di tempo (e SOLDI,non dimentichiamolo) imparando una sequenza lunghissima di kata che non hanno una applicazione neppure nei kumite? Per fare delle gare? A che pro? Se l'autodifesa è inutile TUTTO è inutile. Se voglio tenermi in forma,faccio prima ad iscrivermi a danza. Perchè il 99% di quelli che iniziano una qualunque arte marziale,lo fanno della prospettiva di imparare a difendersi

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    1. Ciao Elisabetta, ho la sensazione che il tuo commento sia stato un pò impulsivo e non abbia letto veramente il mio blog... perchè sostanzialmente sto dicendo proprio quello.
      O meglio, ognuno può fare ciò che gli pare per mille ragioni ed obiettivi diversi ma parlando di applicabilità reale le AMT sono certamente meno utili del resto.
      Ho dato un' occhiata al tuo profilo e ho visto vari post riguardanti il Krav Maga, quindi presumo tu ne sia una praticante (e sbaglio o sei anche una simpatizzante della causa israeliana?).
      Beh, lasciami fare una provocazione che ho già usato sul blog: pensi sia sensato paragonare ciò che impara, allena e VIVE un soldato dell' IDF con quanto impara, allena e vive la ragazza italiana media che si iscrive ad un corso di difesa, fosse anche tenuto dal più cazzuto degli eroi di guerra?
      E' tutto lì il punto.
      Mi guardo bene dal dare dell' incapace a chi vive in paesi simili, con una CULTURA simile, con una tradizione simile. Ma diavolo, loro ci vivono.
      Un amico che è stato in Israele per lavoro mi ha raccontato di come là la questione venga presa molto sul serio e di cazzari ce ne siano pochi, e non ho motivo di dubitarne.
      Ma se leggi bene il blog, a me piace parlare della realtà che viviamo qui, con le persone che vivono qui; E ancora questo non basta ad autenticare in assoluto nemmeno il Mossad, per quanto mi riguarda.
      Aggiungo per chiudere: il 99% di chi inizia a praticare arti marziali CREDE di farlo per imparare a difendersi, perchè in effetti non sa nemmeno cosa significhi "difendersi".
      E' il motivo per cui poi prosegue per anni a farsi abbindolare, altrimenti mollerebbero tutti dopo una settimana.

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  5. sì il mio commento,data l'ora tarda,era un pò impulsivo. vorrei aggiungere un paio di cose: #1 il krav maga che insegnano nell'esercito israeliano è profondamente diverso dalla versione civile,là insegnano a uccidere,insegnano anche l'uso delle armi,qui non si può fare anche x ragioni legali.
    #2 e qui sto anche d'accordo con te,la maggior parte degli istruttori in occidente insegnano dei corsi fuffa,non ne sono abilitati e in definitiva ti spillano dei soldi,ma non tutto il krav magà è così. quello che descrive il tuo amico è chiaramente una truffa,io non ho mai sentito parlare di colpi Bliz,però vorrei puntualizzare una cosa: un corso di autodifesa non serve a un marcantonio palestrato,che già dall'aspetto nessuno osa attaccarlo; serve piuttosto alla casalinga di 60 anni, al panzone fuori forma o al tipo mingherlino. Senza niente togliere che il corso che mi hai descritto è ovviamente una presa per il culo. Ma i maestri seri ci sono; è un pò un problema trovarli ma esistono. Ciao e grazie per il blog.( ps, ho letto il tuo post iniziale,comunque le MMA a me non interessano)

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  6. Non avevo niente da replicare fino a quando non hai fatto la considerazione sul target dei corsi di difesa.
    Intendiamoci, è proprio quel genere di persone che avrebbe bisogno di imparare a difendersi, ma è proprio quel genere di persone che NON imparerà MAI a difendersi, nè con il Krav Maga tantomeno con le forme del piccione rosa.
    Spero sia chiaro che se qualcuno ci riesce ancora non giustifica il modo in cui siano sopravvalutate le arti marziali.
    Ho trattato questo argomento in un post, se ti interessa puoi leggerlo cercando nell' archivio: non è un caso che tutti questi istruttori tanto bravi "rispetto ai cazzari che pullulano in ogni dove", siano nè più nè meno proprio dei marcantoni palestrati come hai giustamente citato.
    Gente che si allena da decenni in svariate arti marziali e vive la questione come una passione personale, e poi pretende di fornire gli stessi strumenti a casalinghe, ragazzine di 40kg, omini pacifici e compagnia bella di vittime sacrificali, il tutto in pratici pacchetti da n lezioni.
    Io le ho viste le casalinghe e le ragazzine fashion ai corsi di difesa, ne ho anche tenuti di persona, e la mia conclusione è che alla fine le uniche persone che ne traggono giovamento sono sempre i soliti noti, ragazzi già praticanti assidui e... potenziali serial killer dalle dubbie condizioni psicologiche.
    Ho visto anche le ragazze decise, che si facevano un culo tanto per fare le cose seriamente, che non chiedevano sconti: e non ho dubbi sul fatto che ok, dall' omino medio culturalmente inquadrato possano anche disimpegnarsi con buon successo, ma contro la gente senza scrupoli di cui senti parlare oggi (che poi è quella che si teme davvero) sarebbero finite comunque violentate o peggio.
    E' ovvio che tra il non saper fare niente e sapere qualcosa sia molto meglio la seconda, e sono il primo a consigliare un corso di difesa piuttosto di un palloso corso in pigiama se l' obiettivo è chiaro, ma continuerò a pensare che non siano proprio i marcantoni palestrati aggressivi e fanatici del combattimento a dover spiegare a certe persone come difendersi.
    Non so se mi spiego: è inutile che Messi venga a spiegare a me come fare ciò che riesce A LUI.

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  7. https://youtu.be/S3S3BUOmn_k
    questo è krav maga. ti sfido a fare qualche osservazione spiritosa. Se non capisci le tecniche è un problema tuo;io ho abbastanza colpo d'occhio per vedere cosa sono e cosa comportano.

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  8. E' un peccato che quando sembrava di poter fare osservazioni argomentate te ne sia uscita con affermazioni del tipo "se non capisci le tecniche è un problema tuo".
    Detesto fare il presuntuoso, ma le tecniche le capisco benissimo, magari più di te.
    Anzi, visto che parli di colpo d' occhio, e visto che tanto a scornarsi su chi abbia ragione non se ne ricava nulla, dedicherò il prossimo intervento ad analizzare per filo e per segno il video che hai postato.
    Adesso non ho tempo di scrivere, ma ti dico solo che al secondo numero DUE, e l' ho proprio voluto precisare, già quello che si vede è una baggianata.
    Se hai pazienza di aspettare ti argomenterò anche il perchè.

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  9. ben venga e tieni conto che questa è una tipa che conosco, non il primo video che ho trovato per caso su youtube.

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  10. il colpo blitz nel krav maga non esiste! fai una prova, cerca "krav maga blitz" o quello che vuoi... trovi solo il tuo post come cosa attinente. il concetto di colpo blitz,se ho capito bene, è più bagaglio del jeet kune do ma purtroppo,oggi molti insegnano il krav come arte aleatoria,in pratica un'invenzione,un adattamento personale di gente che proviene da altre arti marziali. curiosamente,ho trovato un articolo simile al tuo,in inglese ,sul sito bullshido.com (o punto-qualcosa). adesso ti copiano pure?

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  11. Risposte
    1. vabbè cosa? su bullshido si leggono storie simili perché negli USA, patria omnia del commercio senza ritegno, i cazzari hanno avuto il loro massimo splendore.
      Oggi invece non parlano più di certe cose perché ormai anche il dodicenne sa che certe cose siano campate per aria...

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