Rispondo al commento di Spy Pilo (vedi link) relativamente al senso di allenarsi per anni, in metodi "che funzionano", per poi quel giorno finire ammazzati da uno o più coglioni privi della stessa preparazione.
Il mio post di riferimento è questo ("E il caso del campione di MMA ucciso per una rissa...") e naturalmente invito a leggerlo perché in fondo ho già espresso quello che penso, però basta cercare per trovarne altri di episodi simili, quindi la domanda resta.
Prima di tutto direi di partire dall' assunto fondamentale, che forse non è così scontato come dovrebbe: che il tizio fosse un campione o solo un dilettante non cambia la sostanza, allenare tecniche di combattimento non è una garanzia di sapersela cavare. FULL STOP, FINE DELLA STORIA.
Crederlo significa avere una visione ancora distorta della realtà, ingenua, sognatrice: lo capisco benissimo ma è qualcosa per cui mettersi il cuore in pace e bon.
In verità qualsiasi cosa tu possa studiare, praticare ed allenare a livello altissimo non garantisce affatto di poter affrontare tutte le situazioni altrimenti non esisterebbero incidenti nelle corse, crolli di ponti, virus usciti dai laboratori (ahahaha), etc...
Figuriamoci cavarsela contro varie persone determinate a pestarti, e nel post avevo sottolineato con forza come nemmeno i sedicenti esperti di autodifesa se la potrebbero cavare meglio.
La seconda cosa che mi è venuta in mente nel leggere il commento è la motivazione stessa della pratica, altra cosa su cui vale la pena riflettere: ognuno ha le proprie ragioni ma a mio avviso studiare il combattimento con in testa l' autodifesa (in generale) è sbagliato. Cerco di spiegarmi meglio.
Nella mia esperienza ho attraversato varie fasi motivazionali che mi spingevano a spendere soldi, tempo, fatica e energie mentali per andare in palestra regolarmente e metterci l' anima: quando ero piccolo era soprattutto qualcosa di "figo" e volevo emulare qualche coglione visto in tv o diventare come Ryu di Street Fighter, la spinta era soprattutto fare scena imparando evoluzioni e piroette;
Nel tempo ho attraversato la fase settaria (diventare un' autorità nel gruppetto per divulgare la cazzo di scuola cinesoide), la fase spaventata (imparare a difendermi dai milioni di pericoli quotidiani dati dai negri rumeni assassini che brulicano come zombies e ti minacciano ogni minuto e venti secondi), la fase nazista (imparare ad ammazzare di botte chiunque non la pensi come me e rappresenti una "minaccia" alla mia libertà... uhm, forse oggi andrebbe chiamata "fase liberal-comunista" ma vabbè), la fase agonistica (allenarsi e spendere tutti i miei soldi, tempo, energie per vincere un match e fare felici il coach e l' orgoglio personale), la fase di ricerca (fare tutto e tutto diverso perché se non sai tutto oggi non sei nessuno e non puoi aprire bocca), la fase da forumista (la peggiore, lo scopo, tanto caro in quest' era digitale, è guadagnare consensi nel circolo degli Orsetti del Cuore scrivendo cose il più politicalmente corrette possibili, a meno che tu non sia già il leader e quindi puoi al contrario sparare cazzate arroganti e saccenti e tutti ad applaudirti) e così via.
Per fortuna da anni vivo la mia fase del frega-n-cazzo, che è una vera pacchia perché finalmente puoi fare una cosa perché ti piace e basta, senza menate di torno e con la piena consapevolezza di quale sia la dimensione in cui calare tutto questo.
Lo dico perché la fissa di imparare a combattere nell' eventualità di uno scontro mortale a me è passata da anni ma l' ho vissuta e quindi la capisco; E una volta chiarito a te stesso, con l' esperienza e lo spirito critico, che saper menare le mani non significhi affatto poterlo fare contro tutti, figuriamoci nelle situazioni sfavorevoli, si vive molto meglio.
Purtroppo il mio limite è non sapere spiegare abbastanza tutti i dettagli che ormai a me sono chiari quando discuto di certi episodi o riflessioni generali.
Le variabili in gioco sono troppe e non si può ridurre il tutto a "un campione di MMA dovrebbe poter stendere tutti perché si allena a farlo per anni".
Campione chi? Quando? Dove?
Anche io sono stato campione nazionale, anni fa: ero quindi invincibile?
MMA come?
Oggigiorno miriadi di kungfu-cosi si considerano praticanti di MMA, a fine lezione giocano a lottare come i gattini e si sentono nere di BJJ, tirano due ciabattate al sacco e si sentono nak muay...
Stendere chi?
Dieci paperini li stendo anche io a gruppi di tre, due ceffi con la cazzimma abbruttita, una mazza da baseball e un pangolino infetto tra le mani, dubito. Ma magari sì, quel giorno sono abbruttito io e c' ho un sacchetto di calabroni a portata da lanciargli tipo hadoken, insomma non lo puoi stabilire mentre parliamo.
Si allena come? Da quanti anni, con che intensità, con che convinzione, con che metodologia, con che obiettivi, etc. etc. etc.
E, lo ribadisco perché per me è fondamentale, quelli che invece si sbattono per anni a studiare l' autodifesa dagli ESERCITI di criminali tutti insieme, quelli che risultati mirabolanti ottengono?
Il terzo punto che voglio discutere riguarda le presunte capacità, o meno, dei cosidetti aggressori.
Per adesso non consideriamo eventuali aggressori con esperienza di arti marziali anche perché oggi tantissima gente ha praticato arti marziali per qualche mese e questo non significa affatto che le sappiano applicare... Sai quanti zii e padri ciccioni ho conosciuto che me la menavano con la loro brutale esperienza nel "caràte" (pronunciato in modo sbagliato) nell' esilarante tentativo di apparire più temibili?
Il paperino tipico è un uomo senza alcuna esperienza di combattimento, ma per davvero: è quello che vede le scazzottate nei film, dice col tono serio che se gli girano i cinque minuti fa una strage, nelle serate con le coppiette di amici dice che se pure Godzilla gli toccasse il bambino lo squarterebbe e tutte cose di questo tono.
Il paperino è uno che prenderebbe cazzotti brutti anche dal praticante di Tai Shit, ed è la ragione per cui tanti praticanti di AMT si sentano dei guerrieri da strada.
Il problema comincia a nascere se il paperino è supportato da altri, e magari sono pure armati di qualcosa, al che basta poco a finire pestati, che basta un colpo giusto a segno per sgangherarti tutta la strategia e abilità da "fighter"...
Figuriamoci quando invece che con le paperelle te la devi vedere con un branco di cazzoni alimentati da decenni di educativi media sul "rispetto del prossimo" (leggi: american lifestyle).
Inoltre togliamoci dalla testa questo stereotipo per cui se sei un pugile te ne vai in giro come M.Bison con i guantoni, la vita vera è fatta di contesti diversi che mettono in stati mentali diversi e i rapporti con le persone non sono fatti dal mettersi in guardia o meno.
Saper tirare cazzotti è un' abilità, e fine della storia: come e dove utilizzarla e con quali risultati è un altro paio di maniche e di certo l' obiettivo di questa pratica non deve essere la scazzottata, se no torniamo dalle parti dei fanatici dell' autodifesa con l' esaurimento nervoso (e altrettanta incertezza di perdere tempo).
Ultima cosa, nel tuo commento dici che tanto vale mollare tutto e diventare un rissaiolo criminale, che tanto alla fine l' hanno vinta loro.
Ribadisco di nuovo: uno contro uno, le abilità apprese con una pratica corretta e costante ti danno un vantaggio esagerato contro chi non faccia altrettanto, al netto di coltelli, aliens, scorregge tossiche e via dicendo; Ti danno un vantaggio anche contro il praticante medio di AMT, e spiego da anni il perché.
Uno contro due comincia già ad essere un confronto fortemente sbilanciato ma in cui la competenza nel combattimento fa ancora la differenza tra il prenderle sicuramente e il cavarsela.
Uno contro molti, nei contesti di cui si è parlato, è una questione di culo immondo se ne vieni fuori, e sia che te la cavi tipo Bruce Lee o che finisci all' altro mondo le abilità nel combattimento hanno un' importanza nell' esito che non può essere parametrizzata: troppe considerazioni da fare, ogni caso andrebbe analizzato e ancora non avremmo una risposta realistica.
Senza contare il nocciolo di tutta la questione: quanto è davvero importante nella vita sapersi difendere, quanto è fondamentale saper fare a botte?
Ci sono MILIARDI di persone che vivono tutta la loro esistenza senza mai finire alle mani nè trovarsi in chissà quali pericoli per cui il saper menare faccia la differenza.
Questo lungo tutta la storia dell' UMANITA'... Quindi vediamo di dare la giusta collocazione ed importanza alle cose.
Questo lungo tutta la storia dell' UMANITA'... Quindi vediamo di dare la giusta collocazione ed importanza alle cose.
Per concludere quindi io cerco sempre di farla semplice: pratica per tuo interesse personale, se ce l' hai e se è autentico. Avere competenza forse un giorno ti salverà la pelle, forse no. Tra l' avere una chance e non averla, tra il fare attività fisica e non farla, tra l' avere uno stile di vita sano e l' essere un ubriacone criminale, tra il vivere serenamente e il vivere nella paura dei bruti, tra il fare e il perdere tempo a chiedersi se farlo, tra il sapere cosa sai fare e l' ipotizzarlo... passa un mondo di differenza.
E per me, infine, vale la pena.