martedì 25 febbraio 2014

Risposta - 2

Ciao, Anonima, è un piacere risponderti e dedicherò un post a questo.
Prima di tutto ti ringrazio per i complimenti e per aver colto anche il senso ironico dei miei interventi, cosa che molti continuano a non fare.
Al solito ti rispondo per punti:

"Ho voluto provare [l' Aikido], anche supportata dal fatto che fosse una disciplina che si poteva iniziare a qualsiasi età"
- Vedi, su questo si potrebbe già riflettere, e lo dico con un certo rammarico.
Spesso questo genere di arti marziali vengono vendute come praticabili a qualsiasi età magari sottintendendo che, a differenza di altre, possano dare gli stessi risultati. Falso.
Anzi, a voler vedere stili come l' Aikido richiedono ancora più dedizione vista la loro complessità, ma non torno sull' argomento.
Soprattutto quando a complessità maggiore non corrisponde altrettanta applicabilità.
Anche la ginnastica artistica si può iniziare a qualsiasi età, volendo... ma è giusto distinguere l' attività amatoriale priva di pretese da quella con un obiettivo preciso.

"[...]con la consapevolezza di essere riuscita a liberarmi dalla presa seria di un uomo che era il doppio, se non il triplo di me.."
- Davvero, non è per fare il bastian contrario, però ribadisco che un conto sia studiare e far riuscire degli esercizi ben specifici, un conto sia parlare di difesa personale.
Liberarsi dalle prese è una buona cosa, eccellente. Nell' Aikido queste cose si studiano molto bene.
Ma purtroppo la "presa al polso" è solo un dettaglio di un contesto in cui l' aggressore pensa prima di tutto a picchiare (e non parlo di pugili).
Non so se mi spiego, se un tizio grande e grosso mi prende il polso e io "mi libero"... me lo riprende e ci aggiunge un ceffone.
E' uno dei grossi malintesi perpetrati dai sedicenti esperti di autodifesa.

"alla fine ho trovato un corso di wing chun e mi sono iscritta."
- Aaaargh! :-)
Scherzo, ma oggi sono in tanti che prima o poi finiscono per provare il Wing Chun, e non di rado ne rimangono affascinati.
E a mio avviso considerato l' approccio molto più aggressivo rispetto ad altri stili classici, finiscono per ritenere chiusa la ricerca.
Come avrai letto lo praticavo e ci credevo anche io; Poi un giorno ho incrociato un nak muay e...

[elogi al maestro]
- Non ho motivo di dubitare che il tuo maestro di Wing Chun sia una persona con la testa sulle spalle, che dica le cose come stanno e non faccia proseliti "dell' arte".
Se ti ci trovi bene, seguilo, va benissimo così.
Ma se accetti un umile consiglio, ricorda che tutti i maestri di tutte le arti marziali possono essere convincenti e stimabili, e spessissimo lo fanno in totale buona fede.
Non è che "il Wing Chun" sia il Male, non dico questo: le osservazioni del mio blog però riguardano l' applicabilità di quello che si studia nel modo in cui lo si studia, e come ho specificato più volte il Wing Chun non ha poi tutti questi esponenti che dimostrino coi fatti quello che vanno divulgando.
Potrebbe non importare, che se una sera ti difendi con pak sao-pugni a catena da uno che ti sta scippando, "il Wing Chun ha funzionato proprio come l' ho imparato".
E questo è ok, sarà pure successo molte volte nel mondo.
La differenza, dal mio punto di vista, si manifesta quando quella sera ad aggredirmi è qualcuno che invece ne capisce un pochino di combattimento, al che certe tecniche diventano un frullato di nulla.
E prendi le botte.
E intendiamoci, di gente che pratica o ha praticato Thai, BJJ, Pugilato, Kick Boxing, Judo, Lotta, etc... ce n' è in verità tanta in giro.
Anche senza scomodare i soliti praticanti "truzzi minchia-porcoddue", basta un uomo davvero incattivito per mandare all' aria tutto il corollario di tecniche di precisione.
Per quanto mi riguarda io feci questa osservazione:

"Il mio maestro è una persona stimabile, intelligente, esperta, istruita.
Dice cose giuste ed intelligenti, non ho motivo di dubitare di lui.
Le cose che alleno però mi sembrano molto complicate, necessitano di una precisione e sensibilità che fatico ad avere.
Provo ad applicare queste cose e proprio non mi vengono, tantomeno ho mai visto applicarle davvero contro chi dico io (non l' allievo succube).
Nel frattempo nell' altra sala ci sono questi "muratori" che lanciano grida terrificanti, buttano giù i sacchi a pestoni e ogni volta provano liberamente tra di loro.
Ed usano proprio le stesse cose che allenano, così si possono concentrare su tutta la miriade di altre qualità personali che io ho capito essere importanti nell' argomento: allenare la velocità di esecuzione, la potenza, il footwork, il timing, le distanze, fintare, improvvisare, etc...
E sì, mi fanno paura.
Sono fisicamente allenati, escono a correre per chilometri, fanno circuiti che non ho mai visto, parlano di diete, di pesistica, di functional training... Tutte cose che, anche se me la racconto, anche a me danno l' idea di come debba essere un tipo temibile.
E noi invece a fare forme, passi a pinocchietto, mezzore di braccia mulinanti, parlare di bastoni magici, deviazioni millimetriche che tanto se non vengono è "perchè non le stai facendo bene" (grazie al cazzo).
Sai che faccio?
In amicizia gli chiedo di provare a fare sparring, così provo ad applicare il mio stile!"

Non capivo nemmeno da che parte arrivassero.

Esattamente come successe proprio con il Wing Chun (ho raccontato in un post di come un sedicenne abile ma poco esperto mi sovrastò), anche stavolta mi sentivo impreparato a quel tipo di scontro, nonostante fossi convinto di saperlo gestire grazie alle mie favolose tecniche.
Solo che questa volta erano botte vere, e cosa più importante potevo leggere nero su bianco la preparazione, la scienza che stava dietro.
Non erano "calci", erano I calci. Gli stessi che tiravano al sacco.
Non erano "deviazioni e assorbimenti", erano semplicissimi (!) movimenti che gli permettevano di annichilire ogni mio attacco facendomi trovare completamente scoperto.
Era semplicemente un modo di combattere che non ero in grado di gestire... perchè la verità è che non avevo mai combattuto contro gente che tirasse davvero.
E decisi che sì, anche io volevo imparare quelle cose.
Passavo gli anni a studiare posizioni, angoli e stronzate mistiche per poi trovarmi del tutto inerme davanti a gente che usava si e no tre colpi...
Scusate ma mi sono girate le palle.

"Mi hanno detto che faremo anche tanto sparring, con protezioni e tutto, ma siccome ho iniziato ancora da pochissimo non ho potuto vedere e valutare questo aspetto con i miei occhi."
- Bene, quando capiterà cerca di valutare con occhio critico, perchè è tipico fare sparring rispettando lo stile e le convenzioni della specifica arte marziale.
Un caro amico, persona rispettabilissima, fa fare sparring ai suoi allievi.
Solo che lo sparring non è "mettiamoci i guanti e giochiamo a menarci", va fatto con criterio e con gente preparata.
Anche in giardino due babbei possono dire di fare sparring senza avere la minima idea di cosa significhi combattere, ma anche solo allenare delle situazioni.
Devi vedere come fanno sparring nei corsi sportivi per avere un termine di paragone.

Oltretutto io penso che, considerati gli obiettivi del Wing Chun, l' aggressore dovrebbe poter fare ciò che gli pare.
Non devono essere due persone che fanno Wing Chun intente a scontrarsi con il Wing Chun, cercando di "farlo riuscire".
E lì si scopre che certe cose non vengono oppure che, alla fine, siamo più istintivi ed efficaci facendone altre: e a quel punto potrebbe valer la pena approfondire quelle.

In passato mi è capitato di pensare a situazioni in cui mi sarei dovuto difendere con le arti marziali che praticavo.
Mi immaginavo tutto convinto di stendere questa gente a pugni a catena, bloccando pugni al volo, cercando di assorbire, deviare, intercettare colpi, chiudendo la distanza con passetti, facendo capriole, calci volanti, usando pugni risolutivi dall' energia Celeste incanalata... follia.
Il rischio è che mentre tu pensi a "far funzionare il Wing Chun" l' altro parte alla carica con una gragnuola di ganci aggressivi... e se non hai mai provato non puoi capire cosa significhi.
Provaci, dico sul serio. Non funziona più nulla.
Io parlo anche di questo, ci sono arti marziali che esulano dalla natura umana e dallo scontro per come avviene nei fatti.
E così un praticante di Cin Ciun Ciao viene aggredito, tira due cazzotti, un calcio alle palle, uno sputo, una brutta parolaccia e... si convince che la sua arte marziale abbia funzionato. Io dissento.

"Secondo te gli SDC potrebbero essere adatti anche a una ragazza?"
- Beh, ci sono milioni di praticanti ragazze nel mondo... alcune di loro, e non sono poche, detto fuori dai denti fanno il culo a tanti maschietti senza se e senza ma.
Ma guarda caso niente cinesine di 40 kg dai movimenti leggiadri, niente stili debole-vince-su-forte, niente allenamenti esclusivamente tecnici... sono queste le palle di cui parlo!
Senza scomodare le professioniste, ho incontrato ragazze capacissime di far male.
Come sempre però ricordo che le carte in gioco cambiano completamente se uno decidesse di avere la meglio a tutti i costi: prende un coltello, aggredisce di sorpresa, in coppia... insomma, quello che avviene ogni santo giorno.
Fine di qualsiasi campione o campionessa...
Anche per questo detesto l' argomento difesa personale, puoi essere il campione universale di qualsiasi cosa ma quello che può succederti va aldilà delle previsioni.
Preferisco vivere gli sport da combattimento per quello che sono, una piacevole disciplina sportiva che eventualmente ti diano ottimi strumenti per difenderti nel corpo a corpo.
E garantito, te li danno se ti ci applichi.
Ad aggiungerci gli spilli negli occhi, i gatti lanciati, le palle strizzate e i capelli tirati siamo buoni tutti alla bisogna...
E credimi, si affronta la vita con molta più serenità degli infoiati della difesa personale.

"E, se si, quali pensi potrebbero essere più adatti?"
- Come ho sempre detto trovo controproducente praticare uno stile solo perchè sia la "più cazzuta delle arti marziali".
Non conosco alcun Atleta che pratichi con in testa questa dannata ossessione per il "sapersi difendere".
All' inizio magari è la ragione che li ha avvicinati, ma in seguito se ne sbattono tutti, è un argomento proprio marginale.
Comunque, per dare una risposta, io vedo tante ragazze avvicinarsi alla Muay Thai e ottenere buoni risultati in termini di abilità accresciute nel combattimento.
Il BJJ di solito le frena di più perchè comporta un contatto fisico che molte trovano imbarazzante, pur restando un must.
Purtroppo lasciami dire che anche il mito del BJJ come arte di difesa è ampiamente sopravvalutato, quando si lotta i chili in meno e soprattutto la forza fisica fanno la differenza eccome.
Io ti consiglierei ancora la Thai.
Provala per due o tre mesi, poi un giorno, per i fatti tuoi, fatti un esame di coscienza mettendo sulla bilancia le sensazioni che ne hai ricavato in termini di acquisita consapevolezza di cosa significhi combattere, allenarsi, allenare le qualità in modo tangibile, capire quali siano le cose che riescono a te e non quelle che devono riuscirti.
Assapora la sorpresa di non riuscire a terminare una sessione di pao perchè non hai più le energie; E la conquista di riuscirci ad un certo punto perchè ti sei allenata per davvero.
Resta anche tu imbarazzata per aver pensato, in passato, di essere in grado di stendere il coach a pugni a catena e "ginocchiate" (ah ah ah).
Insomma fai il tuo personale resoconto della differenza tra le arti funzionali al combattimento e quelle che lo complicano soltanto.



"E soprattutto, quante possibilità ci sono che una ragazza venga allenata seriamente a prenderle oltre che darle?"
- Tante.
Ma sai perchè? Perchè non dipende dall' istruttore ma dalla sua volontà di imparare.
Ci sono molte persone che si iscrivono ai corsi per moda, per dimagrire, perchè ci va l' amico, etc.
Quando si comincia a fare sul serio si tirano indietro, inventano infortuni, inventano impegni e restano scarsi.
(Poi magari finiscono a fare le cinesate o i corsi di autodifesa killa-monsta-israeli-seals, dove puoi sentirti un duro senza confrontarti.)
Quando invece una persona, maschio o femmina che sia, dimostra di volersi mettere in gioco e di accettare la disciplina nella sua totalità, entra nel giro di quelli "seri".
E nelle discipline sportive va da sè che una persona intenzionata a fare seriamente sia trattata di riflesso, dal momento che esiste uno sbocco ben preciso (e non ipotesi di aggressioni che mai avverranno o traguardi di Vita trascendentali).
Un consiglio spassionato, prenditi il tempo che serve ma cerca di arrivare all' agonismo.
Non serve ammazzarsi di botte, basta anche il Light Contact di quello che vuoi (tanto le castagne arrivano lo stesso).
E' un altro pianeta rispetto al credere di poter vincere un combattimento, ti cambia proprio la percezione delle tue abilità o debolezze.
Ricordando che purtroppo le aggressioni reali restano qualcosa di diverso, ma te ne farai presto una ragione e smetterai di pensarci, consapevole però delle tue reali capacità di... offesa.

"Meglio abituarsi poco a poco in palestra piuttosto che rimanere spiazzata e inerme alla prima sberla che possono tirarmi fuori dei reali malintenzionati!"
- Vedi, negli sport "a poco a poco" significa magari due o tre lezioni.
Nelle arti mortali diventano ere geologiche.
Mia esperienza personale: anni di arti marziali mortali alle spalle, campionati vinti, elogi da ogni dove, attestati di stima... poi ho conosciuto gli agonisti di vari sport da combattimento e mi è venuta voglia di vomitare dalla vergogna.
Mi rivoltavano come un calzino, potevano letteralmente ammazzarmi come e quando avessero voluto.
Ho appreso cosa voglia dire il terrore di lasciargli un' apertura da colpire, o un varco da cui finalizzarmi.
Sei mai finita KO?
Conosci il rumore che senti nel cranio quando ti arriva un cazzotto pieno?
Hai mai resistito ad un triangolo o ad una mata-leao finendo afflosciata come un asciugamano?

Capisco perfettamente.

"il cui unico obiettivo deve essere quello di trovare una via di fuga e correre il più velocemente possibile."
- Questo vale per tutti, visti i tempi che corrono.
La mia domanda è: per disimpegnarsi e scappare, servono le arti marziali?
Serve imparare a fare a cazzotti?
Sono sincero, impara a tirare
- il diretto destro
- un calcio alle palle
e hai già tutto quello che ti serve allo scopo.
Se poi vogliamo fare le cose per bene portati sempre un tirapugni, uno spray al peperoncino, un Karambit, un molosso di 70kg e diventa la morosa del TechnoViking...
La butto sul ridere ma non consiglio più a nessuno di fare arti marziali con in testa la paranoia dell' autodifesa, soprattutto gli sport da combattimento.
Ma se vuoi metterti alla prova avrai esattamente ciò che cerchi e potrai trarre tutte le tue personalissime conclusioni.

Un saluto

3 commenti:

  1. Ciao! Grazie per avere risposto, ci tengo solo a chiarire alcune cose. Sul fatto che il liberarsi da una presa sia solo UN dettaglio mi trovi perfettamente d'accordo, sia su questo che sull'assoluto IRREALISMO delle tecniche insegnate nell'aikido ho avuto parecchi scontri col "maestro", che come puoi ben immaginare se ne usciva con risposte del tipo "ma questo è per imparare la leva" o ancora peggio "FIDATI, FUNZIONA!" -_- Tant'è che mi sono proprio rotta le scatole e me ne sono andata.
    Immaginavo una risposta simile all'argomento wing chun (ho letto il tuo post sull'argomento). In effetti non ho precisato una cosa: questa AMT mi affascina, ho intenzione di continuare a praticarla per questo, non perché la reputo "efficace" (con tutto quello che si potrebbe dire su questo termine). Tuttavia mi rendo conto che se il mio obiettivo è imparare a difendermi non è sufficiente.
    Mi rendo anche conto che quello della difesa personale è un argomento spinoso..soprattutto totalmente alterato e falsato per scopi "commerciali" (non so come spiegarlo in breve). Purtroppo però se ne sentono davvero troppi di episodi di violenza sulle donne, e mi chiedo spesso cosa potrei fare per darmi almeno una (seppur piccola) speranza in più di potermela cavare nel caso capitasse a me. Allo spray al peperoncino ci avevo pensato..il mio canuzzo a 70 kg non ci arriva (ma non lo cambio) e..sono già la felice morosa di un ragazzo abbastanza sedentario (ma non cambio neanche lui! ;-) )
    Ora come ora non mi interessa l'agonismo, alla Muay Thay comunque un pensierino ce lo faccio..
    Grazie mille per i consigli, ciao.

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  2. complimenti bellissimo blog,se poi è scritto da una donna ne rimango davvero stupito,ce una cosa che vorrei pero dirti quando dici che il bjj e sopravvalutato per via del peso e della size dell'avversario che si sentono,questo non è del tutto corretto perche nelle competizioni di bjj si possono vedere combattimenti tra categorie differenti come in altri sport da contatto non se ne vedono,in effetti il bjj è molto ingegnieristico soprattutto grazie al kimono che consente leve molto forti,non che io voglia promuovere il bjj in effetti è molto particolare a da quello che vedo non piace a tutti,comunque sia bellissimo articolo ciao

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    1. Non so da cosa tu abbia supposto che sia una donna, comunque no, non lo sono :)
      Hanno però commentato delle donne nel blog e ho risposto loro molto volentieri perchè tendono a vedere le cose da un punto di vista ben diverso dagli altri commentatori, soprattutto quelli invasati per briuuus liiii :)

      Venendo al BJJ, i combattimenti Open (che detto per inciso non sono un' esclusiva assoluta) sono sempre affascinanti e per nulla scontati, ma spero sia chiaro che il BJJ sportivo è qualcosa di MOLTO diverso da un potenziale combattimento "in strada", e lo dico da forte sostenitore del BJJ.
      Ripeto, finchè non ci sono di mezzo anche i colpi si può enfatizzare la tecnica, ma in combattimenti Open di MMA la media delle vittorie di "quello più grosso e più forte" immagino sia largamente superiore.
      Lo stesso Gi inoltre consente un tipo di tecnicismi possibili solo con lo stesso, e io non lo paragonerei con troppa superficialità ad un giubbotto casual.
      Comunque sia, viva il BJJ! ;)

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