martedì 30 agosto 2011

Le "vere" arti marziali tradizionali a cui si può "credere"

Colgo l' occasione del simpatico commento del signor Anonimo al post precedente, per scrivere un nuovo post in tema, giusto per sottolineare un aspetto che più noto e più mi fa sorridere.
Sia chiaro Sig. Anonimo, non è una presa in giro di Lei in persona, però ci rifletta se ne ha voglia. Vale sempre la mia proposta di aiutarmi ad avere una nuova visione del tutto, anche se Le consiglio di dare una letta agli altri interventi del Blog prima di darmi dell' incompetente.

Ma veniamo al punto.
Quello che ormai da tempo continuo ad osservare con crescente perplessità (e divertimento) nelle discussioni tra i marzialisti, è l' uso delle parole e frasi:

- ...le vere arti marziali...
- ...la tecnica x se fatta come si deve...
- ...il maestro x è davvero un portento, credimi...
- ...mica come la fuffa che vedi in giro...
- ...funziona, te lo assicuro...

Io queste affermazioni, in tutte le salse e varianti, le sento molto spesso e guarda caso principalmente dai praticanti di AMT.
Non denigro a prescindere le cose e mi pare di averlo sottolineato nei vari post fin dai primissimi interventi: però trovo assurdo che in questo mondo in cui si tratti di questioni molto pratiche (il combattimento tra esseri umani, uno vince l' altro perde, una cosa funziona oppure no), si debba ricorrere tanto spesso a verità di fede e casistiche da prendere per buone come fossero assolute.

Parliamo un attimo di queste "vere" arti marziali, che curiosamente sono tutti convinti di praticare.
Usciamo per un attimo dalle nostre posizioni e discutiamone obiettivamente: che cosa dovrebbero essere le "vere" arti marziali?

Quelle fatte "come si deve"?
Fare una cosa "come si deve" vuol dire tutto e niente; Io direi di considerare semplicemente una questione di buonsenso.
E sappiamo bene che il buonsenso e l' autocritica obiettiva (nonchè l' umiltà, ammettiamolo) sono qualità molto rare e che non hanno nulla a che vedere con lo studio di un' arte marziale più "tradizionale" rispetto a qualsiasi altra cosa, dico qualsiasi altra cosa.
Una persona è umile, obiettiva e dotata di buonsenso per carattere ed attitudine: queste qualità non possono essere imposte come regole della pratica altrimenti, per fare un paragone, grazie alle religioni il mondo sarebbe un posto pacifico e altruista, no? :-)
Senza contare che chi è veramente appassionato di qualsiasi cosa, e dedica buona parte della propria vita a coltivarla, finisce inevitabilmente per sentirsi più competente in questa cosa, sente di averne capito di più e che questa intima sensazione non possa essere compresa dagli altri.
"Come si deve" non vuol dire niente.
A meno che non si spieghi cosa, come, quando e perchè per poter definire questa conoscenza di livello superiore, altrimenti restiamo nel campo delle verità di fede.

Oppure le "vere arti marziali" sono quelle praticate come in antichità, mica la fuffa che si vede in giro oggi?
Ok discutiamo obiettivamente anche di questo: e chi ha detto che quello che si faceva un tempo fosse migliore?
E chi ha detto che tu stia facendo le stesse cose?
Perchè ad esempio io sento un gran parlare di stili cinesi di famiglia e davvero non capisco come un pincopallino italiano possa credere di essere tanto speciale da praticare lo stile di famiglia... di un cinese.
Non sto dicendo che non ci siano pratiche buone, o che sia tutta una presa in giro... ma questa ossessione di sentirsi speciali e unici è qualcosa di fastidioso e a dirla tutta anche piuttosto stupido.
Io penso sempre a come siamo fortunati in Italia, dove in ogni città abita un qualche discendente di antiche arti tradizionali orientali che (toh!) per le ragioni più disparate è immigrato proprio nel paesino in cui vivi tu, ed è proprio il vero esponente unico al mondo!
E in tutti gli altri paesi occidentali, dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Germania all' Inghilterra... in tutti troverai sempre un qualche cinese che pratica (in gran segreto tra le mura domestiche o... con tanto di Federazione e marketing annessi) uno stile originale e autentico diretto discendente dalle scuole di mille anni fa.

Una persona dotata di buonsenso trova queste cose piuttosto... "curiose".
Diciamo così, va...
Se chiedo al più ignorante dei contadini delle valli Bergamasche di darmi un parere su questa situazione, con il suo buonsenso la troverà ugualmente... "curiosa".
Sono le persone colte e saccenti che invece ostentano queste affermazioni come per autenticare una loro posizione sociale e morale più elevata.
Non si vuole ammettere la possibilità di sbagliare, o di fare qualcosa di livello inferiore, di limitato o di anacronistico... no, il proprio stile è sempre quello fatto bene, autentico, originale, tramandato nel modo giusto.
Chi afferma queste cose si considera tra i pochi a praticare "le vere arti marziali".
O al massimo le praticano anche le persone che conosce e che stima.
In un circolo di amicizie che rende man mano capaci ed autentici...

Che ci siano corsi e stili gestiti da autentici incompetenti penso che non ci sia da discuterne.
Ci sono anche corsi e stili praticati da persone appassionate che danno molto sul piano umano e non, e meritano il massimo rispetto.
Ciò non toglie che praticare la posizione del Liocorno Celeste per anni affermando che questo servirà in combattimento, o allenare tecniche che funzionano solo se fatte al rallentatore e consapevolmente è un falso oggettivo.
Praticare arti marziali permeate di valori di rispetto, giustizia, con tanto di comandamenti, raccontando che si condanni la violenza e si cerchi la pace interiore... è un falso oggettivo frutto di ignoranza e superficialità.
Ostinarsi ad affermare che il proprio maestro sia una persona rispettabile e di altissimo livello morale, è del tutto fuori luogo e inutile ai fini dell' argomento, in quanto non si sta affatto sminuendo la bontà d' animo o la passione di una persona (sempre ammesso che sia vero).
Il problema è accusare gli altri praticanti della stessa cosa di non aver capito il vero senso dell' arte o praticare in modo sbagliato se sono persone poco rispettabili, o negative, o ridicole.
Loro penseranno lo stesso degli altri e così via.

E allora diciamo che le "vere arti marziali" sono quelle che... funzionano?
Ho già discusso in mille modi di questo argomento, che se uno studia per quarant' anni balletti e tecniche assurde e poi un giorno sconfigge pugili, delinquenti o demoni a suon di sganassoni, calci nelle palle o bastonate, beh, scusate se mi permetto di sollevare qualche dubbio sull' applicabilità della tal scuola.
Io non dico che un praticante di Tai Chi sia un inetto a prescindere; Però se è grosso come un camion e mi stende con una manata presumo che il Tai Chi abbia influito in modo poco significativo sull' esito della collutazione.
Se uno studia Wu Shu artistico e poi mi stende con un calcio (che non richiede chissà quale studio decennale ed è comune a tutte le arti marziali), mi sembra eccessivo parlare di efficacia del Wu Shu: provi piuttosto a fare le piroette o quelle posizioni "difensive" mentre attacco, non i colpi universalmente riconosciuti efficaci.
Sono alcune tecniche e ideologie strampalate a rendere false certe AMT: il credere di bloccare pugni al volo, di rompere ossa al tocco, di neutralizzare aggressioni violente in modo artistico e quasi poetico, di sconfiggere energumeni grazie all' uso di conoscenze superiori di medicina, meridiani e compagnia bella.
Le vere arti marziali funzionano, e siamo tutti d' accordo.
Ma non tutte le pratiche si possono definire arti marziali.

Quando una persona utilizza argomentazioni come "credimi", "te lo posso assicurare", "devi vederlo dal vivo", io non rimango molto impressionato, pur ribadendo che non si stia assolutamente parlando di perfetti incapaci contro perfetti campioni.

Se uno pratica con passione il Ninjutsu, non ho motivo di deriderlo o mancargli di rispetto.
Se però pratica le cose che ho visto fare nel Ninjutsu e mi assicura che funzionino in un combattimento libero, mi prendo tutta la libertà di metterlo in discussione: buon per lui se poi riesca ad applicarle sul serio!

Se uno afferma che la filosofia e la storia del Ninjutsu siano quelle che vedo divulgate da certe associazioni, mi permetto di dubitare della sua reale competenza e semplice buonsenso.
Eppure tutti si sentono in dovere di ritenersi dei fortunati conoscitori delle "vere arti marziali", e tutto perchè hanno trovato ciò che essi considerano esserlo.
Buon per voi! Che fortuna!
Resta il fatto che vere arti marziali non vuol dire un bel niente, e sarebbe ora di finirla con questa mania di sentirsi speciali.

2 commenti:

  1. Chi afferma queste cose si considera tra i pochi a praticare "le vere arti marziali".
    O al massimo le praticano anche le persone che conosce e che stima.
    In un circolo di amicizie che rende man mano capaci ed autentici...

    Da un po' di anni, c'è il Maestro De Santis che si ritiene tutto ciò.

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    1. Noto con tristezza che anche persone che stimavo siano finite nello stesso calderone dei cazzari, anche perchè è un meccanismo subdolo tipico dell' ambiente: tu sei bravo, sei stimato, sei valido; Un cazzaro di turno ti contatta e ti chiede di fare uno stage insieme, la foto da condividere su Facebook o qualsiasi altra azione che vi metta in qualche senso in "buoni rapporti".
      Il cazzaro inizia a sfruttare, più o meno velatamente, la tua immagine per pubblicizzare la propria, sai "io sono amico di Tizio che è un grande esperto".
      Su Facebook la cosa appare ancora più evidente, mettono i like, condividono, commentano, salutano... tutto per salire sul carro dei vincitori.

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