mercoledì 13 luglio 2011

Focus on: Wing Chun

Per stasera non mi dilungherò a raccontare le mie esperienze nel Wing Chun e tutto quello che poi ho scoperto a posteriori.
Di certo si tratta di una delle AMT più bistrattate e discusse, nonchè autentica fucina di fenomeni che la metà basta.
Perchè il Wing Chun (da ora WX visto che gli adepti non vanno d' accordo nemmeno sul nome) ha una peculiarità che lo differenzia dalle altre arti marziali: ognuno dichiara di praticare quello vero, quello che funziona, quello migliore di tutti gli altri.
Sì perchè non bastava che in passato sia stato pubblicizzato, con tecniche commerciali da far invidia a Mediaset, come "l' arte marziale che sconfigge tutte le altre arti marziali", no... ci si sono messi pure gli stessi praticanti a litigare tra di loro per decretare chi facesse l' unico e vero sistema autentico!

Mi è venuta in mente un' osservazione.
Riguardo allo sbattimento per decidere chi faccia quello più vero e funzionale penso ci sia poco da aggiungere, sono discorsi da frustrati e ne ho parlato a sufficienza.
Ditemi voi se si è mai sentito un pugile dire che il suo pugilato sia quello vero tradizionale, migliore del tuo che "è modificato e quindi sbagliato"... ma per piacere.
In qualsiasi sport da combattimento certe cose nemmeno si bisbigliano, tanto alla fin fine se tu con un calcio à la cazzo mi stendi hai vinto e buonanotte.

Quello che però mi fa riflettere è questa ostinazione dei praticanti di WX nel volersi proporre come depositari dello stile vero.
Non sto esagerando, se fate una ricerca tra forum vari e siti web è evidente quale sia il livello di importanza attribuito alla cosa: tutti ritengono di praticare quello migliore.
La cosa assume caratteri al limite del ridicolo quando infine il tal personaggio asserisce di essere l' unico a praticare quello originale, che naturalmente non ha niente (lo ripeto, niente) a che vedere con il 99% di quello che studiano tutti gli altri.

Mi sono fermato a pensarci un pò, perchè per quanto io trovi spassoso leggere certe cose (sostenute a gran voce e con toni molto accesi, perdendo davvero molto tempo per replicare ogni volta) non riesco a capacitarmi del perchè sia tanto importante questa cosa per questa gente.

Qual' è dunque il WX se tanto tutti fanno una cosa diversa e inevitabilmente migliore dagli altri che praticano... lo stesso stile?
Qui entrano in gioco un sacco di fattori sociali/psicologici che mi stupisco di come non siano ovvi a chiunque.
Se io pratico con il maestro Pierino, il quale mi dice che il suo WX è speciale ed efficacissimo, e che a me evidentemente piace e trovo credibile.. grazie al cavolo che per me quello sia "il WX".
La cosa sarebbe inequivocabile se tutti si confrontassero tra di loro, in modo da chiarire il perchè il mio WX sia diverso dal tuo WX.
Ci sta, ma nessuno lo fa.

Ma poi perchè diavolo il mio dovrebbe "funzionare" mentre il tuo no?
Alla fine credeteci o no fanno tutti la stessa cosa!
Stanno solo a puntigliare su idiozie tecniche come gli angoli, il peso, la sensibilità per poi finire a mulinare pugni e colpi "a cazzo" non appena la cosa diventa più libera.
E' l' abilità dialettica dei vari maestri che finisce per far credere il contrario a qualche sprovveduto.

Il WX che funziona... fico.
Ok, voglio fare quello, perchè se a questo punto esistono n versioni di WX (e in particolare ce n'è uno che è proprio quello... originale...) vuol dire che praticare quel WX rende davvero capace me tapino di sconfiggere i Gargantua grazie ai suoi princìpi.

Da una parte si continua a sottolineare che sia la persona a fare la differenza, che anche chi fa un' arte marziale basata sugli sputi possa vincere (basta fare le cose come si deve, no?).
Dall' altra invece stiamo proprio dicendo che ci sia una differenza abissale tra varie scuole dello stesso stile, altrimenti ognuno lo chiamerebbe con un nome diverso (oops! forse è già così..?).

Ma se Pierpaolangelo dice di praticare il WX che funziona, non sta dicendo che lui sia un fortissimo picchiatore, sta dicendo che il suo stile funziona; Ergo chi pratica quello specifico WX diventa capace.
Giusto?

E così alla fine scopriamo che è proprio lo stile a combattere per noi, che se una sera mi difendo da un "pericoloso criminale" tirandogli una scarpata sulla tibia è grazie al mio WX originale... meno male perchè se avessi studiato l' altro ero spacciato.
O per contro c' è chi invece sostiene apertamente di riuscire a far funzionare il WX solo dopo averlo opportunamente modificato ed integrato con le modalità delle arti funzionali (e grazie al cazzo direi).

Ricordiamoci che, piaccia o no, stiamo parlando di hobbysti che praticano per passione ma adorano sentirsi un pò supereroi, le cui esperienze "vere e mortali" sono qualche scazzottata di quando erano diciottenni (e ne deduco per nulla maestri del sistema) e qualche sparring con "kickboxer", "gente che fa mma", "pugili".... come a voler rimarcare di essere all' altezza di professionisti che menano per davvero... confrontandosi però con amatori!
Non fa una piega!

Stiamo parlando di gente che decanta assoluta efficacia in caso di difesa personale, ma poi si deprime perchè nella realtà non può mica accecare, strappare palle, estirpare bulbi oculari (tutte tecniche per cui serva studiare per decenni uno stile "autentico e originale"...) e si deve limitare a fare a cazzotti, magari uno soltanto.

Un mondo sempre più favoloso, questo pazzo WX, amalo! :-)

8 commenti:

  1. La mia esperienza con il uin ciù mi ha fatto arrivare alle tue stesse conclusioni. Le lezioni sono frequentati da esaltati alla ricerca di una rivincita sociale che si sentono invincibili e cercano in tutti i modi di provocare delle risse per far vedere agli altri la loro superiorità. In più vengono date informazioni completamente distorte dai cosiddetti "maestri", i quali ribadiscono che il segreto per diventare invincibili è comprare tutte le sezioni di chi sao, un percorso che richiede 30 anni.

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  2. Buongiorno, vorrei una sua opinione riguardo all'efficacia del Silat, in particolare agli stili diciamo ritenuti più funzionali da strada come il Pukulan ed il Serak. (Mi riferisco alla parte disarmata a mani nude).
    Negli ultimi anni in Italia questa arte marziale appare in netta crescita, mi sembra di capire anche grazie ad alcuni personaggi molto noti che circa 20 anni fa praticavano Jeet Kune Do e Streetfighting ricercando in modo ossessivo solo l'efficacia in un combattimento reale, oggi alcuni si sono dati alle MMA, alcuni invece sono finiti dalla parte opposta, e fanno proprio Silat, del quale si decantano in maniera leggendaria i suoi punti di forza: studio maniacale degli angoli, geometria, struttura umana, percussioni in avanzamento sull'avversario, pressione costante, colpi ai punti vitali, spazzate, proiezioni...e ovviamente la sua assoluta e indiscutibile efficacia in ambito di scontro reale. Inoltre ho proprio sentito affermare in un'intervista da uno dei massimi esponenti di questo stile in Italia che non serve la forza, non serve la velocità, non serve l'aggressività, basando tutta la logica del combattimento su tempismo, posizioni, sbilanciamenti ecc., addirittura ci si basa sulla chinesiologia e sulla fisica umana. Ho visto una lezione dal vivo ma purtroppo ho riscontrato tutti i punti che lei contesta alle arti non funzionali: nessun riscaldamento, 20 minuti di forme e posizioni a vuoto, 20 minuti di colpi a vuoto, 20 minuti di tecniche prestabilite in coppia e molti minuti di spiegazioni varie di teoria a parole. Fine.
    Oltretutto le tecniche in coppia mi sembravano molto arzigogolate e complicate da capire e da fare, con minimo 4-5 passaggi e movimenti diversi per ogni tecnica, col pugno di chi attacca che rimane fermo teso dopo che e' stato tirato, cioè mi sembra un modo di lavorare alla stregua di Wing Chun e Aikido, tanto per citare due arti che vengono sempre criticate dai cultori del pragmatismo e della realtà in ambito marziale. Vorrei se possibile un'opinione sincera in merito. Grazie

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    1. La mia esperienza con il Silat è limitata però so di cosa si parli e concordo con i punti che hai elencato.
      Tralasciando per un attimo la parte armata, che con una lama in mano le arti marziali diventano tutte più o meno buone, continuo a ripetere che tutte le teorie, gli angoli, le belle combinazioni che accartocciano le braccia dell' avversario manco fosse un polpo vanno necessariamente provate e dimostrate in un attacco reale.
      Non c' entrano le MMA o Mohammed Alì, c' entra molto di più un tizio davvero intenzionato a farti male e con un minimo di conoscenza di come si faccia a botte, perchè si fa presto a fare gli eroi con qualsiasi arte marziale quando ti scontri con Paperino, continuerò a ripeterlo.
      Questi stili sono tutti affascinanti e senza dubbio portano ad una conoscenza del corpo ed estrosità superiori, ma gira che ti rigira siam sempre lì: metti mille praticanti di questi stili che si allenino da 20 anni filati davanti ad altrettanti mille praticanti di stili funzionali con altrettanti anni di pratica; togli i colpi dell' asilo "dita negli occhi-morsi alle palle-peli del petto strappati" e osserva con attenzione i risultati.
      No, non è questione di chi vinca, è questione di dimostrare di applicare quello che si studia da 20 anni, senza aggiustamenti.

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    2. Gentilissimo Arte Mortale grazie per la risposta, penso di aver capito l'antifona, pero' non mi sono chiari ancora alcuni punti e sarei grato quando hai tempo di rispondermi se mi aiutassi a capire meglio. Come giustamente affermi bisognerebbe mettere praticanti di sport da combattimento e arti funzionali contro praticanti di Silat della stessa anzianità di allenamento, vedere i combattimenti e trarre le conclusioni su chi riesca ad applicare quello che si studia. Però se questi scontri non ci sono e non ci saranno mai, visto che da cosa ho capito:
      - non è uno stile che si usa nelle competizioni sportive e neanche si fanno prove di combattimento libero in palestra ma solo esibizioni, dimostrazioni e seminari;
      - l'arte comprende anche colpi che non sono utilizzabili nelle competizioni come palmate al naso, ditate negli occhi, testate in bocca, gomitate alla nuca e al collo, pugni alla gola, ginocchiate ai genitali ecc...;
      la mia domanda è come si fa a capire il reale
      valore dell'arte in questione? Tenendo presente tra l'altro che viene presentata come brutale, letale e perfetta per la strada anche a chi è svantaggiato fisicamente (non è il mio caso, però un tipo di Silat pare sia stato inventato da un uomo che faceva il mercante basso, zoppo e senza un avambraccio per difendersi dai predoni nella giungla in Indonesia contro più avversari anche armati).
      Bisognerebbe fidarsi di maestri e istruttori che in passato hanno praticato molte arti marziali e anche sport da combattimento ed erano conosciuti come tremendi picchiatori, poi quando hanno provato il Silat si sono convertiti a questa pratica, ritenendola ovviamente migliore di quelle praticate e insegnate prima? O magari provare 2-3 anni e poi fare sparring con qualcuno che pratica sport da combattimento? E invece come la vedi fare più cose insieme abbinando uno sport da combattimento con un'arte marziale tipo Muay Thai+Silat o Judo+Silat?
      Ultima cosa è normale durante una lezione che l'istruttore o il maestro provi le tecniche sugli allievi aggredendo abbastanza con vigore con combinazioni di 7-8 colpi mentre l'altro è fermo ma non sia mai disposto a subire la tecnica per farla provare ai ragazzi? Grazie e scusa per le molte domande, ho 19 anni e voglio imparare un'arte per la difesa personale da strada/combattimento reale, però vorrei evitare di perdere anni in pratiche che poi si rivelano inutili.

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    3. Guarda, io parto da un presupposto molto semplice e che secondo me tanti lettori piccati non hanno ancora ben capito: se alleni qualcosa che poi raggiunge il suo scopo (per adesso non parliamo di "funziona nel reale", stiamo più sul generico), vuol dire che lo stai facendo nel modo giusto.

      Io ho allenato per decenni un sacco di forme e tecniche che non trovavano applicazione una volta arrivati al dunque, però non posso non ammettere che mi abbiano donato altre qualità.
      In questo contesto io parlo di applicazione di tecniche di combattimento e di attendibilità di quanto divulgato a livello teorico, storico e comportamentale ed è per questo che ne parlo "male".
      Perciò cosa vuol dire "reale valore di uno stile"?
      Se parliamo di mera applicazione resto dell' idea che ci siano un sacco di metodi più pragmatici ed effettivi per la media delle persone (così non ce ne veniamo fuori con il singolo maestrone che riesce davvero ad applicare certe cose).
      Se parliamo invece di vastità o fascino di un' attività allora le AMT restano un must e sono io il primo ad ammetterlo.

      Sai, personalmente non mi interessa nulla se cosidetti campioni o esperti siano finiti a fare Silat, ognuno segue una propria strada per ragioni un pò più complesse della semplice validità sul campo, soprattutto quando questa validità in sostanza sia fine a sè stessa (quanti di questi esperti si troveranno a sbudellare con un Karambit una banda di rumeni assassini?).
      A me interessa cosa risponda alle MIE esigenze e sia dimostrabile DA ME.
      La mia esperienza mi ha dimostrato che nonostante fossi un fanatico delle AMT, fossi il migliore in palestra, fossi persino un campioncino nazionale e ben quotato nell' ambiente, la prima volta che mi sono trovato davanti uno che voleva darmele sul serio ho fatto la figura del pollo.
      Non servono 2-3 anni, perchè anche dopo 20 ti assicuro che finisci per prenderle malamente se non hai mai provato a confrontarti con quelli buoni.
      Piuttosto ti consiglio il mix SdC+AMT, se non altro la tua capacità critica ne giova e puoi SENTIRE cosa ti piaccia di più.

      Dell' ultima domanda sai già la risposta, ne ho scritto spesso... Quel genere di corsi serve solo ad alimentare il portafogli e soprattutto l' ego degli istruttori, e trasforma gli allievi in PECORE, anche nella vita fuori dalla palestra.
      Hai 19 anni e molto tempo ancora per allenarti, non fare il mio errore di guardare al di fuori troppo tardi, se non altro concediti la libertà di scegliere.

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    4. Dunque grazie di nuovo per le tue parole, alla fine ho deciso che per adesso(circa 2 mesi penso prima che i corsi chiudano x l'estate) provo a praticare sia MMA che Silat per un totale di 4 volte a settimana. Mi sono iscritto a una scuola di MMA poco distante da casa mia aperta 5 giorni su 7 in cui mi allenerò 3 volte a settimana. Si fanno allenamenti diversi ogni giorno divisi per specialità di combattimento cioè LUN e GIO Striking, MAR e VEN Wrestling in piedi, MER Grappling a terra.
      La scuola di Silat invece ce l'ho sotto casa e il corso è solo 1 sera a settimana.

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  3. Lo dico da praticante di Wing Chun: purtroppo è così. Non so se la mia scuola faccia quello orignale o meno, ma mi piace tanto e mi aiuta a sfogarmi dopo una lunga giornata di studio. I miei maestri però mi hanno sempre detto che, per quanto sia un'arte marziale, non ti rende immortale e che chi ti fa credere il contrario è un coglione. Mi ha inoltre spiegato che ci sono tre fasi che la persona che pratica arti marziali da poco tempo passa: la prima è la paura perché sa che deve confrontarsi con gente più forte di lui; la seconda è il momento che ti fa sentire come invincibile e che puoi spaccare i culi (il "fomentato" per intenderci); da qui si passa alla fase finale, a patto di avere un bravo maestro, ossia l'umiltà di continuare ad impegnarsi e capire che alla fine tra mosse di qua e di là non ci fai niente se non lavori e se credi che una volta imparato hai finito (e se non fai un sacco di allenamento fisico): è un costante lavoro che non termina mai.
    A me dispiace che il Wing Chun sia visto così, perché a me piace per quello che è, ma mi rendo conto che crea ste persone sceme: non dimenticherò mai uno che disse che il Wing Chun è meglio di qualsiasi stile di kung fu, quando il maestro disse che pure uno che sa fare jogging fatyo bene può fare il culo a chi fa male arti marziali: è una questione di come ci si allena, di essere umili e di migloorare sempre.
    A me piacerebbe tanto confrontarmi con chi fa MMA, Boxe, e Muay Thai: si impara a capire dove il tuo "stile" (passatemi il termine) non funziona e cerchi di capire cosa devi fare. Il tutto condito da costante e intelligente allenamento fisico. :)

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  4. In aggiunta al commento di prima: una regola fondamentale è evitare per strada lo scontro: rischi la pelle per fare l'eroe coglione, e non sai mai se quello davanti a te è più forte o ha un'arma. Se ti ritrovi in situazione che non puoi fare DAVVERO niente allora la difesa è il tuo ultimo baluardo

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