mercoledì 1 giugno 2011

Figli di un Dio minore

Dopo aver parlato di alcune tipologie di maestroni reperibili nelle leggendarie arti mortali, vediamo di soffermarci su di un aspetto altrettanto significativo: gli allievi che scelgono di praticare queste arti.
Ricollegandoci ai precedenti post infatti, bisogna notare che i maestroni non avrebbero tanto successo se non avessero questo seguito di pecoroni totalmente succubi del loro "carisma".
Quindi se da una parte possiamo accettare che qualcuno segua i maestroni perchè privo di termini di paragone (ma la testa piena di luoghi comuni), dall' altra dobbiamo anche ammettere che molti allievi scelgano di seguire la Via più o meno consapevolmente, mettendosi le note fette di salame sugli occhi pur di non ammettere la verità.

Ho parlato ad esempio di maestri esaltati: perchè mai una persona sana di mente dovrebbe accettare di farsi menare e di essere trattata come una pezza da piedi?
Perchè dovrebbe accettare di attaccare sempre nel modo stabilito per far fare bella figura al maestrone?
Come è possibile che una persona non si chieda come mai il proprio mortale istruttore abbia la pancia di Obelix e non si muova affatto come ama decantare ed insegnare?
E ancora, per quale motivo un pincopallino in pigiama dovrebbe anche essere un "maestro di vita", e conoscere tutto sul mondo?
Come è possibile non accorgersi che tu ti stia allenando da lui in una disciplina da svariati anni mentre lui, nello stesso lasso di tempo, è diventato maestro di dieci arti marziali tutte insieme?
Possibile che di questi fenomeni talentuosi, unici al mondo per la loro incommensurabile capacità, ce ne siano praticamente uno per ogni comune d' Italia?

Diventa chiaro che quindi gran parte del marcio presente nelle AMT sia insieme causa ed effetto della clientela assolutamente disposta ad accettare e supportare tutte queste panzane.
Il maestrone si crogiola nel suo ruolo, ma anche i suoi allievi fanno di tutto per alimentare questa situazione.

Se discutiamo di efficacia è ovvio che gli allievi preferiscano di gran lunga qualcosa di "facile ma micidiale": senza confronto diretto, senza troppi sacrifici, senza modificare sostanzialmente la propria visione delle cose e soprattutto senza rischiare mai di prendere le botte, il tutto sentendosi ugualmente dei mortali guerrieri.
Con questi presupposti anche l' ormai nota ragazzina di 40kg può fare la faccia cattiva (durante le forme) e illudersi che il suo pugno stenda il Techno Vichingo incazzato.
Ma allo stesso modo anche il palestrato energumeno può sentirsi un dio in terra, perchè diavolo lui è grande, grosso, cattivo e fa anche kung fu (ovviamente ritiene che sia il kung fu a dargli il vantaggio determinante), ma il tutto rigorosamente senza doversi mai mettere in gioco, magari contro un altro palestrato grande, grosso e praticante di arti funzionali al combattimento...

L' ignoranza la fa da padrone, anche se non mi sento di colpevolizzare il povero impiegato che decida di "andare a fare karate": se non facciamo ricerche approfondite prima di dedicarci ad altre attività, perchè dovremmo farlo per un corso di arti marziali?

Leggo molta gente (chiaramente tradizionalisti convintoni) che usa questa scusa per spiegare la delusione di quelli come me: "ognuno ha il maestro che si merita", dicono.
Ma pur nella sua verità questo assunto pecca di un dettaglio fondamentale: una persona incompetente o plagiata non può scegliere il proprio maestro.

Quando una persona è incompetente, ad esempio quando si avvicina per la prima volta alle arti marziali, spesso non ha la possibilità di scegliere con reale cognizione, soprattutto fino a pochi anni fa quando Internet non era accessibile.
Come può giudicare la validità di una cosa senza avere termini di paragone?
E davvero vogliamo dire che dopo anni passati a studiare la tal cosa sia così scontato abbandonarla per altro?
Ritenete così scontato che tutti si rendano conto che certe tecniche non funzionano, che i maestri raccontano favole o che magari l' intera arte marziale praticata per anni sia inventata di sana pianta?

E allora per quale ragione esistono migliaia e migliaia di marzialisti che continuano a praticare tecniche assurde, riveriscono maestri truffaldini e diffondono il credo di antichi stili inventati l' altro ieri?
Sono proprio le persone adulte e mature a tenere in piedi il tutto, altrimenti ci sarebbero solo bambini e ragazzini a praticare questo tipo di arti marziali farlocche.

Non tutti hanno la voglia, l' intenzione e la possibilità di fare confronti con altro.

E anche ammettendo questa possibilità, io ho imparato che il grado di obiettività e onestà intellettuale delle persone è molto variabile, lo dico di me stesso visto che per anni ho praticato un' AMT, credendoci e senza sentirmi affatto un pollo.
Quando sei assuefatto da anni a praticare in un certo modo, certe cose e in un certo ambiente, il tuo senso della realtà è palesemente deviato.

Nel mio caso sono stati soprattutto gli eventi infelici che racconto negli aneddoti a spingermi verso una critica più decisa verso quello che facevo: se non ci fossero stati certi episodi, se tutto sommato avessi continuato a divertirmi e basta in un gruppo privo di problemi, sarei ancora qui a praticare quella roba.

Ma le AMT falsate sopravviveranno finchè la richiesta del popolo sarà quella di rimanere cieco.

1 commento:

  1. Ciao Arte Mortale! Ho letto tantissimi post all'interno del tuo blog e.. che dire? Mi trovo totalmente d'accordo con te. Premesso che è da un bel po' di anni che non bazzico in palestra, ma in passato ho praticato arti marziali tradizionali (karate shito ryu) anche se in quel caso facevamo del kumite con i guanti, all'acqua di rose, certo, ma quanto meno si combatteva. Ma lo shock vero e proprio l'ho ricevuto quando feci sparring con un pugile, io con il fiatone e lui che mi ballava intorno avanti e indietro come se nulla fosse.

    Tuttavia penso che il momento più ridicolo lo abbia raggiunto con la pratica dello Iaido che, per chi non lo conoscesse, è l'arte dell'estrazione della spada, della katana per l'esattezza. Detto così può sembrare la cosa più figa del mondo, uno dice: "wow! Imparerò ad usare una delle armi bianche più spettacolari del mondo!" Seee! Vabbè!

    Prima lezione: saluto, fin qui ok, posizione inginocchiata per fare mokuso, quella sorta di mini meditazione che si fa prima di iniziare l'allenamento, e fin qui niente di diverso dal karate al quale ero abituato.

    A questo punto pensavo avremmo fatto un po' di riscaldamento, corsetta, esercizi a corpo libero per rafforzare i muscoli (anche se in forma blanda a karate lo facevo). No, passiamo alla spada e io oenso "ah ok fantastico, mi fa vedere subito" see tu credi. Bisogna fare un saluto alla spada dove bisogna per forza di cose piegare il cordino in un certo modo, girarlo 20 volte con la piega a 35 gradi e mezzo, sennò è un'eresia, inserire la katana ancora dentro il fodero nella cintura nel modo esattissimo, altrimenti il maestro ti sgrida e ti dice che per questa tua mancanza esploderà il pianeta (battuta volutamente presa in prestito da Pucci). Ok, dopo tutti questi inutili preliminari si agita un po' la katana in aria, camminando avanti e indietro per la palestra, dopo di che arriva il fulcro della lezione: lo studio dei kata, la terribile sequenza di colpi mortali di spada in grado di sconfiggere un intero esercito di Navy Seals. Fine. Questo è lo Iaido.

    Ora, io ho recitato per tantissimi anni a teatro, se il mio regista di teatro avesse voluto fare uno spettacolo sugli antichi samurai sarebbe bastato acquistare un paio di katane, guardare un video su Youtube su come maneggiare una kataba e avremmo potuto fare uno spettacolo. Il bello è che c'era gente che faceva queste cose da anni ÷ pagava il maestro per ripetere, anno dopo anno, lo stesso balletto. Un balletto che probabilmente sarebbe riuscito meglio ad un ballerino professionista di danza classica, perché in fondo si trattava di una pura e semplice coreografia. Questa è la mia esperienza :)

    Un saluto! 👋

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