sabato 11 agosto 2018

Risposta - 10: le tecniche che non si possono provare



Approffitto dell' osservazione di Anonimo :) per ragionare su di un aspetto che percepisco ancora sfuggente.

"[...]100 anni fa c'era un tipo di jujitsu "efficace", almeno in termini di uso in una lotta."
Concordo.
Ricordando che 100 anni fa c' era già stata la prima guerra mondiale in Europa e il Giappone era entrato in contatto con Europei ed Americani già da un pò, giusto per precisare che non stiamo più parlando dell' epoca dei Samurai.
Ma il concetto è chiaro, si presume che in tempi più antichi in cui la gente si sbudellava e si ammazzava davvero senza paura di finire su Studio Aperto, le arti marziali dovevano avere un senso.

"Quel jujitsu comprendeva, oltre alle tecniche di lotta, anche tecniche "sporche" che però, a mio avviso, potrebbero essere molto più efficaci per terminare uno scontro in tempo minore."
Cerco di non decontestualizzare la tua osservazione ma era importante separare questo paragrafo: primo, e torno a ripeterlo, io ho sempre detto che le cosidette tecniche "sporche" sono certamente funzionali, da sempre, però non c'è alcun bisogno di inventarsi arti marziali per conoscerle ed applicarle.
Ma forse quello che intendevi dire è altro (ci arrivo dopo).
Quello che invece non capisco è questa cosa del "terminare uno scontro in tempo minore".
Attenzione, questo è un pericoloso malinteso e voglio spiegarlo meglio: stai forse dicendo che gli stili di combattimento funzionali contemplino tecniche volte a... far durare uno scontro più a lungo???
Non è ironia, giuro.
Ma vorrei chiarire che il fatto che i match S P O R T I V I durino a lungo dipenda da ragioni completamente diverse: giuro su quello che vuoi che un singolo destro possa mandare all' obitorio un sacco di gente, è roba che capita di leggere anche sui giornali italiani, non parlo mica del Colpo del Drago conosciuto solo dai monaci Shaolin.
Giuro che una proiezione di greco romana possa romperti l' osso del collo in un secondo.
Giuro che basti un low kick per mettere KO anche un ciccione di 120 KG.

E giuro anche che ammazzare la gente con un singolo pugno, spaccare il collo con una proiezione o un ginocchio con un low-kick siano cose estremamente rare anche quando la tecnica è perfettamente a segno, alla faccia dei cantastorie marziali...
Non c'è davvero NIENTE di più che le famigerate arti marziali "antiche" possano mirare ad ottenere di meglio, a meno che non si voglia appunto interpellare tecniche invalidanti o diciamo "anti-sportive".
Il problema è andare a segno.

Facciamo un esempio molto pratico, così limito il rischio di essere frainteso.
Diciamo che un ragazzo si allena di pugilato, è preparato e tutto il resto.
Una sera gli capita che il solito senegalese immigrato... ah no scusa, il solito svedese autoctono gli si avvicina per vendergli un mobiletto dell' Ikea e inizia una collutazione violenta perchè il pugile non sa pronunciare il nome dell' oggetto.
Il ragazzo, avendo questa preparazione, gli tira un uno-due e manda il vichingo a terra.
Bene, la tecnica allenata nel pugilato ha avuto efficacia.

Stessa cosa avviene ad un Jutsuka, che non ha mai allenato in vita sua un uno-due, ma ha allenato molte volte come liberarsi da una presa al bavero, quindi applica una leva e neutralizza il vichingo.
Bene, la leva del Jujutsu ha funzionato.

Poi arriva il fanatico para-militare o wingchuncoso con la maglietta dei G.I.Joe, che non appena il nordico allunga la mano superando il cerchio di sicurezza la considera un' aggressione mortale a suo danno e quindi gli prende un dito, glielo rompe, gli caccia una ditata nell' occhio cecandolo per finire con un rancoroso calcio alle palle.
Bene, direi che anche questa tecnica abbia funzionato.

In tutti e tre i casi (SdC, AMT, sistema di aggressione personale) quanto studiato ha raggiunto lo scopo, e lo ha fatto in un tempo ragionevolmente breve.

Adesso cambiamo il contesto e facciamo che lo svedese sia un pelo più cattivo, o più accorto, o che banalmente il primo attacco non riesca e non concluda lo scontro "rapidamente": chi pensi che avrebbe più chances di chiudere entro i successivi secondi?
Ecco, io punto su chi si alleni nel combattimento attivo, e non "per terminarlo al primo scontro". Perchè, provare per credere, le variabili che fanno fallire le tecniche sono davvero tante ed è proprio per questa ragione che anche i match sportivi durano tanto: o credi che un nak muay sia felice di andare sul ring e prendere le botte?
No no, tutti vogliono salire e mandare al tappeto l' altro al primo colpo, altrochè.
Solo che non funziona così quando anche l' altro vuole la stessa cosa...

E poi quali sarebbero queste tecniche più efficaci per terminare uno scontro prima?
Perchè se ho malinteso il tuo messaggio sono pronto a parlarne.
I fan del Jeet Kune Do, ad esempio, parlano spessissimo del cosidetto finger jab, che è una via di mezzo tra una rapida ditata agli occhi e una finta.
E' certamente una tecnica pericolosa ed efficace, non dubito della sua potenzialità.
Ora trovami la differenza da un jab pugilistico, e bada che non sono un novellino inesperto nè gioco sui cavilli tecnici (tipo "lo scopo è diverso!" "le dita allungate ti fanno guadagnare 30cm!" "il pugno chiuso rende il movimento molto più lento!"): il punto è che entrambi possano avere lo stesso effetto in uno scontro attivo.


Inoltre ci tengo sempre a sottolineare come i fanatici di sistemi di aggressione personale e arti marziali "micidiali", decantino tutto il tempo di come loro si allenino per combattimenti senza regole, contemplino tecniche che storpiano malamente l' avversario, vengono nelle mutande illudendosi di spaccare braccia, gambe e palle a chiunque se solo alza un dito, ma poi cronaca alla mano non senti MAI parlare di gente che si sia difesa con quelle cose, ci sarebbe l' ospedale pieno di criminali storpi (e denunce).
Pare che alla fine finisca molto più a cazzotti e calci nei denti che non a dita rotte, morsi o palle in poltiglia.

"Parliamoci chiaro, la guerra non è paragonabile al ring, la caccarella è ben diversa. L'obiettivo non è stendere o andare a KO ma terminare uno scontro nel più breve tempo possibile in tutti i modi."
Che poi è la stessa cosa, KO vuol dire che l' altro non possa proseguire il combattimento eh.
Ti sei dimenticato un piccolo dettaglio in questa considerazione: in guerra ci si andava ARMATI, mica a boxare o tirarsi calci nelle palle.
Ahahahaha sarebbe stato epico, immagino una valle piena di cinesi strepitanti che cercano di prendersi a calci nelle palle a vicenda!
Prendendo in considerazione il Jujutsu giapponese, esso è certamente stato usato in battaglia dai Samurai, che erano omini in ARMATURA e brandivano spade particolarmente affilate. Non ci andavano mica in keikogi a sbudellarsi.
Io cerco di non prendere i film a riferimento perchè una vera battaglia antica andrebbe vista e VISSUTA per essere realmente compresa, ma ho ragione di credere che fosse un gran casino.
E nel casino si perde qualsiasi raffinatezza, qualsiasi posizione del camelopardo, qualsiasi volontà di gigioneggiare su tecniche stilisticamente elaborate.
Hai mai fatto una rissa di gruppo? Tra poco le tifoserie di coglioni "appassionati di calcio" riprenderanno a pestarsi... prova a partecipare e dimmi se una qualche arte marziale antica, qualche finger jab, qualche leva articolare più speciale, qualche cosa diversa dal tirare calci e pugni a cazzo abbia più probabilità di terminare lo scontro più rapidamente.
O stai davvero dicendo che per te sia questione di storpiare, strappare occhi, sbriciolare ossa perchè siamo in guerra?
Bene, provaci mentre ti sta arrivando una gragnuola di pugni, passa subito la voglia di credere a queste cose.
La guerra all' arma bianca è una cosa e nessuna AMT oggi addestra all' uso di quelle armi per quel contesto.
Una volta senza armi, con un' armatura addosso, con l' adrenalina a mille in mezzo ad un casino ho ragione di credere che non facessero nulla di diverso da una rissa.
Certo, lo scopo in quel caso restava ammazzarsi proprio, ma ancora non riesco a concepire quali debbano essere queste tecniche più efficaci in battaglia.

"[...]come fai a testare l'efficacia di quelle fatte per spezzare gli arti?"
Ecco, questo è un pò il fulcro della discussione, e così a naso, senza offesa, ne deduco che tu non sia un praticante.
Sì, ho già parlato anche di questo ma vabbè aggiorniamo il concetto.

In realtà è semplicissimo, vai in qualsiasi corso di Brazilian Jiu Jitsu, Judo o Grappling, o ovunque si studino quel tipo di tecniche in modo funzionale.
Mano sul cuore che puoi sentire come romperesti un gomito, un ginocchio, un polso, una caviglia, etc. semplicemente portando la tecnica oltre il limite del dolore, che è proprio la ragione per cui ci si arrende, prima di rimanere malamente danneggiati.
Queste tecniche funzionali hanno una bella differenza rispetto a tante idiozie insegnate nei corsi di cinesate marziali, dove si presume che tecniche biomeccanicamente sbagliate rompano le ossa.
So di cosa parlo, io ho "allenato" per anni ed anni tutta una serie di cosidette leve articolari che avevano del ridicolo, come sempre buone nella teoria ma inconsistenti nella pratica, ed ero sinceramente convinto che fossero applicabili per spezzare braccia e gambe.
Le tecniche funzionali sono invece contestualizzate al combattimento attivo, in cui l' avversario farà l' impossibile per non subirle.
Ci sono tecniche e soprattutto strategie per arrivare a far entrare queste tecniche: le tecniche che funzionano sono sempre più o meno le stesse, ma le varianti per arrivarci in situazioni diverse o i dettagli per farle funzionare quando non ci si riesce in modo standard sono il valore aggiunto.
E' una bella differenza rispetto a certi giochini che vedi nei corsi di Aikido o difesa personale, con leve fatte in piedi o con l' avversario che non possa realmente provare ad uscirne.

Non c'è nessun  bisogno di testarle fino alla rottura, è davvero palese che funzionino.
La differenza forse è che se studi Juji Gatame facendo BJJ, ogni singolo allenamento hai la possibilità di testarlo, capire come applicarlo al meglio, sentire se l' avversario riesca a liberarsi e garantito che ci proverà, perchè devi riuscire ad applicarlo attivamente.
Se lo studi nel Jujutsu ripeterai la coreografia una ventina di volte col maestro che ti dice, a parole, cosa fare; Poi cominci a scazzarti e aspetti di passare alla prossima mirabolante tecnica "antica ed efficacissima".
Non hai idea di quanti siano i dettagli fondamentali di un Juji Gatame che puoi apprendere in uno stile funzionale rispetto ad un' AMT.
Io ero sconvolto per quante cose non conoscessi di un semplice armbar la prima volta che lo allenai in modo funzionale al combattimento attivo, e la stessa tecnica era patrimonio anche dell' AMT che allenavo da decenni. Solo che la mimavo e basta, mi dicevano "ti assicuro che se la fai davvero gli spezzi il braccio!". Sì, come no.

"Ok che con gli SDC arrivi facilmente al punto in cui potresti applicarle, Ok che con gli SDC capisci anche COME arrivarci, però ti fermi, per ovvie ragioni."
Eh, ma cosa vuoi esattamente, rompere un braccio a qualcuno per capire se ci riusciresti? :)
Sai quanta gente si rompe in una competizione di lotta? Non serve nemmeno parlare di eventi professionistici, basta andare alla gara di paese.
Quello che davvero non riesco a intendere è perchè tu creda che le leve studiate nel Jujutsu debbano avere un qualcosa in più.
Anche in questo caso so di cosa parlo, avendo praticato ANCHE Jujutsu giapponese, e la mia esperienza mi dice che la differenza sta proprio nel arrivarci ad applicarle, consolidare una posizione fino a che l' avversario non possa fare altro che soccombere.
Nel Jujutsu mimi l' attacco X, fai la tecnica elaborata Y, l' altro segue la recita fino a quando comincia a sentire male e quindi ci si ferma.
Ho ragione di credere che i Samurai non studiassero questo, ma qualcosa di molto più affine al metodo "sportivo", proprio perchè ci si giocavano la pelle per davvero e non per passare l' esame.

Inizio a sospettare che tu voglia dire che mentre negli SdC ci si ferma, nelle AMT si prosegue fino alla rottura.
Prego di aver capito male.
Spero sia chiaro che in un match non si miri ad ammazzare o storpiare l' avversario...
Se venissi aggredito e fossi davvero a rischio della vita, tiro a massima velocità e forza e concludo una leva portandomi a casa l' arto del tizio, lo appendo al muro e lo osservo mentre gusto un piatto di fave con un buon Chianti.
Lo so fare da quando pratico SdC.
Presumevo di saperlo fare quando praticavo AMT.
L' allenamento e la conoscenza dei dettagli fa la differenza.

"Tutto questo per dire che se nel jujitsu ad es. studio come fermare una persona nel più breve tempo possibile, anche spezzandogli il collo [...]"
Nonononono, io non accetto da tempo questo ridicolo assunto di ammazzare la gente per autodifesa o per lo scontro mortale, come ho detto prima oltre ad essere MOLTO più complicato di quanto sembri, sto ancora aspettando di leggere sul giornale di come schiere di Jutsuka o Krav Magri si siano difesi ammazzando, storpiando, spaccando le braccia ai poveri delinquenti...
Sono anni che vado parlando di queste famigerate arti marziali "antiche", o sistemi di aggressione moderni in cui IN TEORIA impari ad ammazzare chiunque ma poi in pratica i praticanti le prendono dai muratori incazzati o alla meglio finiscono comunque a cazzotti.

Tutti a dire che siano metodi micidiali per concludere in due secondi uno scontro, spesso insinuando che gli sportivi allenino buffetti per fare spettacolo più a lungo (ahahaha!); Poi vedi questa gente difendersi e sembrano canguri goffi.

Tutti a dire che le loro tecniche non possano essere portate del tutto altrimenti potrebbero uccidere; E così eccoli subire un pentolone di botte, senza essere nemmeno riusciti a centrargli le palle con un calcio "alla portata di tutti"!

Tutti ad allenarsi con lo sguardo truce, la maglietta con le sette stelle di Hokuto disegnate, i pantaloni mimetici, il dragone d' oro sulla parete, nella convinzione di fare chissà quale sforzo ed essere prodigiosi guerrieri; Poi li inviti a fare uno sparring amichevole e crollano inermi dopo cinque minuti CINQUE.

Le tecniche migliori per terminare uno scontro all' istante sono giò patrimonio di tutti gli stili funzionali, non serve davvero inventarsi o immaginarsi altro.
E considerato il contesto di autodifesa sottolineo di nuovo che prima di intercettazioni al volo, leve elaborate o tecniche fiorite volino sganassoni da paura, e finchè non hai subìto un destro in pieno volto non puoi capire quanto siano cazzate le cose insegnate "per autodifesa".
Per questo a me fa tanta tristezza vedere le ragazze ai corsi di difesa, nessuno spiega loro che uno stupratore LE PRENDE A CAZZOTTI prima di abusarle e i cazzotti non impari di certo a gestirli lì.

"[...]seguendo la tua logica come faccio a dire che è inefficace perchè non è possibile testarlo? Per alcune tecniche non occorre portare l'avversario a terra o fare chissà che sparring."
Torno a pensare che tu non sia un praticante, o forse è una questione di esperienza specifica, perchè altrimenti avresti inteso che il punto invece stia tutto lì: ad immaginare che una tecnica funzioni ci vuole poco, a dimostrarla nel contesto finale invece no.
Di nuovo, di quali tecniche parli?
Fammi un esempio di una tecnica che, a tuo parere, sia efficace senza doverla testare.
Ti prego non tirarmi fuori il calcio nelle palle, il dito nell' occhio a tradimento, lo sputo catarroso e altre amenità.
Colpire di sorpresa l' avversario non è un patrimonio esclusivo delle AMT, anzi.
Dichiarare la maggior efficacia delle AMT in virtù di queste astuzie è onestamente ridicolo, da un lato si dice che devi allenarle dieci anni prima di iniziare a capirle, poi salta fuori che tutto si riduce ai colpi infami dei bambini dietro scuola.
E ancora non danno alcuna reale garanzia di successo, o credi che tutte le ragazze stuprate dagli svedesi autoctoni non abbiano provato a graffiare, storpiare, strappare, mordere, etc.?

Questi tuoi assunti sono basati su sensazioni tue personali e questo è un must nei praticanti di AMT: immaginare che le cose vadano come vorremmo noi senza averle mai statisticamente messe in pratica.
Senza contare che trovo alquanto ridicolo vaneggiare costantemente di scontri in cui IO possa storpiarti, spaccarti, cecarti, strapparti le palle mentre TU sia un lobotomizzato che sa solo tirare cazzotti e fare un double leg, e siccome le MIE tecniche sono mortali o invalidanti mentre le TUE sono studiate per fare stupidi match, io vincerò DI SICURO!
Non so se mi spiego, ma questo è il mantra tipico dei marzialisti, quelli che poi vengono a provare uno sparring, tronfi con le loro belle cinture nere in Cin Ciun Cion e vengono letteralmente disassemblati dalle botte o finalizzati in pochi secondi, dimostrando una totale e completa impreparazione al combattimento attivo.

Resto in attesa di qualche esempio delle tecniche di cui parli.
Buona giornata!

17 commenti:

  1. Ciao Arte,
    intanto grazie del post, ti ringrazio anche perchè a quanto pare sei rimasto la migliore risorsa online dove esprimere opinioni sulle arti marziali (forse ai winchucosi katatekosi italiani fa paura avere dubbi?).
    Come avrai potuto intuire dal tono dei miei commenti sono d'accordo con un buon 90% di quello che dici, sono però un praticante anche se da come scrivo non ti è sembrato. L'unico mio punto discordante è questa tua avversione totale verso i kata (che posso capire ma capisco anche il perchè esistono). Il mio percorso è stato Aikido -> Jujitsu giapponese -> brazilian o judo a breve (devo ancora decidere).
    Le tecniche. Essendo il brazilian funzionale e derivato dal jj, forse stiamo dicendo le stesse cose basandoci però su tecniche diverse. Le tecniche di cui ti parlavo sono quelle che non sono applicabili in un match sportivo ma "insegnabili" solo se si ripete mille volte un kata. Lascia stare le ditate o i colpi bassi, parlo di quelle un po' più pensate, tipo un colpo preciso al collo, un harai goshi con tallonata alla testa, una torsione al polso o alle spalle, fatte fino all'estremo, come hai detto tu stesso, non potremmo provarle ma è ovvio che siano letali perchè l'avversario già si lamenta senza fare nessuno sforzo...ma come allenarle se non così? Come dici tu le scuole nel passato erano pratiche, pensare che si fermassero al recitare delle parti è stupido, lo stesso Aikido in Giappone si pratica col randori (metodo Tomiki, praticamente sconosciuto da noi), ma se mi stai insegnando a colpire o spezzare il polso a uno come lo posso fare in un randori? 2 lezioni e tutte le scuole avrebbero chiuso i battenti. Se mi arriva il vikingo dell'ikea e mentre mi trascina riesco a fargli una leva mentre lo lascio lì a tenersi il polso ho il tempo di caricarmi la fidanzata in auto e scappare, non posso dire che non sia stata utile anche se l'ho allenata solo col kata (per citarti un caso di cronaca che mi è venuto in mente, ce ne sono e te li hanno anche citati nel blog ma rispondi che non fanno statistica e tutto dipende dal caso). E' dannatamente vero, ma nelle situazioni estreme piuttosto che niente, meglio piuttosto, diceva un mio vecchio maestro.

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    1. Ciao, grazie per la considerazione e il chiarimento.
      C'è uno dei primi post in cui parlo dei kata, immagino tu lo abbia letto.
      E continuo a pensare, da ex pluricampione italiano della specialità (in gare nazionali di quattro gatti sempre i soliti) che aldilà della bellezza stilistica e del gesto tecnico non forniscano alcunchè in termini di addestramento al combattimento o alla difesa, ma ok opinione mia.
      Non riesco a decifrare quali possano essere delle tecniche comprensibili ripetendo mille volte un kata...
      L' apprendimento, in generale, passa per la comprensione, ripetizione, assimilazione di un gesto; Se lo fai in un kata capisci una cosa, se la fai su un umanoide una volta grande, una volta muscoloso, una volta in movimento, una volta reattivo... capisci molte altre cose.

      Ok, un colpo preciso al collo: e pensi che in un kata tu possa impararlo meglio di, che ne so, allenandoti a colpire un sacco?
      Io ho la sensazione che tu ti autoconvinca di capirlo meglio, in realtà stai facendo altro.
      Stai allenando un gesto tecnico in modo da renderlo stilisticamente eccelso, e ancora quella volta che ti capiterà di applicarlo ad un uomo in movimento, magari scopri che non era così importante essere tanto certosini.
      Una tallonata alla testa merita uno studio tramite kata? Boh, io proietterei l' umanoide e poi di tallonate gliene tiro ovunque mi capiti anche a seconda di come è messo. Eh, perchè mica lo puoi sapere ora come sarà messo, e cambia non di poco.
      Tutto ciò che è funzionale non ha bisogno di essere provato in modo speciale, perchè nella realtà sarà sempre un pò diverso.
      Se sai fare una leva sai che la puoi gestire ***forse*** a seconda della gravità della situazione, tutto qui.
      Se, se, se... con i se non si va da nessuna parte ed è proprio questo il punto: nessuno può sapere come andranno le cose quando ci sarà bisogno, non puoi sceglierti il momento, l' avversario etc.
      Se ti verrà la leva contro il vichingo, bene; Ma per come la vedo io la leva al polso è l' ultima delle cose a cui mi affiderei, sapendo per esperienza che è probabile che mentre perdo tempo a prendergli la mano mi arriva un destro e fine della storia. Per me.
      Sono comunque d'accordo che sempre meglio di niente, alla fine è questione di avere delle nozioni e un pò di sano qulo.

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    2. Ciao Arte, a corredo di quanto ci siamo detti, volevo solo informarti che alla fine ho scelto Judo.
      Quanto dici sul combattimento funzionale è vero però ci sono alcune cose che vorrei aggiungere, faccio una dovuta precisazione: quanto scrivo non vuole giustificare le AMT.
      E' straordinario e incredibilmente demotivante, all'inizio, vedere come "nella realtà" avrebbero dovuto insegnarmi alcune tecniche. C'è da dire però che alcuni quesiti che mi ponevo non li pensavo stupidamente. Ad esempio, una grossa differenza che ho visto è appunto l'attegiamento che i praticanti hanno come obiettivo primario, totalmente diverso dal mio, arrivando da AMT. Loro hanno il punteggio mentre io non penso alla lotta ma tendo più a cercare di concludere in breve (devo ancora capire se è legale chiudere in leva il braccio del compagno dopo la proiezione) ... Per carità è vero che è SOLO così che si impara a lottare davvero, ma è anche vero che mentre a me a volte vengono in mente modi per concludere velocemente (a volte in modo non pulito) a loro, almeno impressione mia...non vengono e sicuro fanno apposta a non farlo.
      L'ultima volta ad esempio, applicando alcuni princìpi base (ahimè imparati nelle AMT), durante la lotta in piedi a me riusciva di spostarmi lateralmente riuscendo ad avere tutto il lato dell'avversario allo scoperto... in quel momento avrei potuto fare qualsiasi cosa e infatti mi veniva la più veloce: sgambetto e spinta "alla Aikido" (per restare nella legalità), il maestro non sapeva se dirmi bravo o rimarcare che in effetti facevo uno judo schifoso... loro avrebbero portato a terra e continuato lì. Forse devo fare pratica ed entrare di più nell'ottica da lottatore? Mi sento un po' stranito..

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    3. Capisco cosa intendi, è una condizione normale quando ti cali in una pratica in cui gli obiettivi siano altri.
      Ci vuole intelligenza per saper cogliere le sfumature di ciò che potresti o non potresti fare in un contesto non regolamentato, ma il punto resta un altro: se non sai proiettare "per davvero" un altro ominide, torni a fantasticare sulla fuffa.
      Il mondo è popolato di sedicenti esperti che hanno fatto Judo per due mesi, hanno tratto conclusioni simili ("che palle si allenano solo a fare punti, avessi potuto mordere le palle o cacciare le dita negli orifizi li avrei ammazzati tutti") e quindi hanno aperto il nuovo corso di Wing Jutsu Revolutiao dove si allenano in modo "realistico" le tecniche sportive... sssse vabbè.

      Datti del tempo per allenarti e capire, perchè o finisci per deviare anche tu verso la logica sportiva, fregandotene bellamente di apprendere come difenderti dai briganti (che tanto solo se e quando capiterà saprai se e cosa fare), oppure ti scazzerai e andrai a fare Cin Ciun Ciao Wao Pao, ma magari con una consapevolezza diversa di cosa siano le tecniche applicate e lo sparring.
      E questo ti darà la marcia in più sia per non incappare nei cazzari, sia per allenarti in quello che alla fine ti piace davvero.
      Prima di tutto questo però, fai qualche incontro o sparring serio con un agonista di livello, giusto per capire la differenza.
      Spesso è lì che ti accorgi di come non sia necessario inventarsi cose strane, un agonista ti abbatte in pochi secondi e fine della storia.
      Spesso l' obiettivo è semplicemente: diventa bravo come quello che ti abbatte senza cose strane.

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    4. Come giustamente hai detto, l'obiettivo è fare quello che piace di più, anche perchè se non si hanno finalità agonistiche deve essere l'unico pensiero per dei dopolavoristi come me. Poi come dici spesso nel blog, è difficile tornare indietro una volta che hai superato il confine tra cosa è funzionale e cosa è "finzione". Mi darò un po' di tempo. La differenza però l'ho già capita, mi è bastata un po' di lotta a terra con un maestro per quasi morire soffocato! E' chiaro che al fine dell'imparare ad affrontare una situazione imprevedibile sia necessario SOLO quel tipo di approccio. Però gli anni di AMT mi hanno dato certi automatismi che sono contento di avere. A parte l'episodio che ho citato, noto che non parto da zero assoluto, (sicuro non sarai d'accordo con me) ma in sei anni di kata ho imparato a muovermi e i principi delle leve. Ho perfino sconfitto di netto una cintura gialla, ok fa ridere ma devi pensare che non avevo mai fatto uno scontro non collaborativo in vita mia. Continuo a pensare che una cosa non debba per forza escludere l'altra, l'ideale sarebbe ad esempio su 2 ore, 1 e mezza judo e mezzora di jujitsu (o kata, che è la stessa cosa).

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  2. Ciao arte! Ti volevo segnalare questo video: https://youtu.be/QmirruyqpwY
    Se hai tempo ti suggerisco di dare un occhiata ai video di questo personaggio, che in maniera un po' coatta e romana diffonde a grandi linee il tuo stesso messaggio.
    (Ah, ha fatto anche un video sul mito di bruce lee ahah https://youtu.be/QqPSX8Q8EXM)
    Ti saluto e buon Ferragosto :)!

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    1. Ahahah grazie mille per i video, sono davvero divertenti!
      Ho riso soprattutto nel vedere il numero di voti negativi nel video riguardante Bruce Lee, questi fanatici sono veramente tanto ridicoli...
      Buona estate anche a te :)

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  3. Ciao AM, vorrei chiederti una cosa...
    Ne hai accennato in altri post qualche volta, ma vorrei una tua opinione circa i praticanti "incapaci"...
    Non parlo di quelli che si segnano ad un corso e non hanno voglia di fare un tubo, che poi ovviamente non ottengono risultati...
    Ma di quelli che ci provano, ma non ci riescono
    Secondo te è solo un fatto di allenarsi per diventare un discreto marzialista (e se hai delle difficoltà, allenarsi di più per superarle), oppure ci vuole un minimo di capacità naturali che se non hai non c'è nulla da fare ?
    Io da ragazzo ero un più che discreto centometrista, e mi sfiorò pure l'idea di fare gare di atletica, ma scalzo al massimo riesco solo a camminare
    Quando, spinto come tanti dai film di Van Damme, mi segnai a Thai Boxe vidi che nello sparring non ottenevo buoni risultati perchè scalzo non riuscivo proprio a muovermi e facevo da sacco
    Per quanto mi impegnassi ad ogni sparring ottenevo sempre lo stesso risultato (di solito utilizzavo sempre lo stesso partner)
    Va detto pure che il corso era il tipico corso del maestro KungFu fatto per racimolare soldi, infatti in tempi diversi ce ne andammo via tutti...

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    1. Secondo me, proprio per il fatto che non si ottiene risultati vuol dire che c'è qualcosa che non va sul corso e sul maestro.
      Un piccolo risultato sarebbe stato anche solo quello di riuscire a reagire almeno una volta, riuscire a ribaltare un frangente di scontro.
      Un maestro di solito, almeno da me ad MMA, ti incita e ti suggerisce sempre cosa dovresti fare in un determinato momento. Se si rimane spiazzati, sempre allo stesso livello, non funziona la didattica.

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  4. Buongiorno Alex67, nella mia esperienza ho constatato che al netto della coordinazione e mobilità di base, spesso è anche questione di attività specifica e non solo per una questione di preferenza personale o ambientale.
    Io stesso quando ho scoperto la lotta (vera) mi sono sorpreso per quanto mi trovassi a mio agio e mi riuscisse pure discretamente bene.
    Ma capisco cosa intendi, a volte sembra che per quanto impegno tu ci metta non riesca proprio ad ottenere dei risultati, mentre l' ultimo arrivato in poco tempo sembra capire e riuscire in tutto.
    E quindi sì, ci sono semplicemente cose che ci fanno sentire a nostro agio ed altre meno, per cui per quanto impegno tu ci metta non riuscirai mai ad eccellere; Ho detto eccellere, perchè ci sono tantissime persone che proprio perchè non riuscivano in qualcosa ci hanno dedicato il triplo dell' impegno fino ad eccellere.
    Il punto è quindi quanto questa cosa valga la pena e sia importante per te.

    Le predisposizioni naturali servono a renderti la vita facile nella tal cosa (scrivere, nuotare, fare conti matematici, etc.), ma l' impegno e la costanza ti permettono di raggiungere ottimi risultati lo stesso.
    Prendi ad esempio la forma fisica: c'è chi mangia porcherie e non fa un cavolo e non mette su un chilo, altri che devono rinunciare a tutto per non essere cicciobomba caramella: questo non vuol dire che non potranno mai essere in forma, solo che l' impegno sarà MOLTO maggiore. Vale la pena?
    Dipende da quanto sia importante essere in forma, è uno switch mentale.
    Ci vuole però una guida competente che sappia come spingere TE nella direzione giusta, ricordandosi che non dobbiamo sempre rapportarci agli altri, piuttosto mirare al nostro massimo potenziale. IL NOSTRO.

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  5. Ciao Arte, credo che la "diatriba" sia fondamentalmente riassumibile nel fatto che Anonimo (non io, quello a cui rispondi con questo post ;) )parla di "tecniche".
    Tu di fatto poni l'attenzione sulle "metodiche".
    Inutile chiarire che concordo con il tuo punto di vista, studiare la "tecnica" in sé è quasi banale.
    La differenza la fa la metodologia con cui si studia, la si impara ad applicare, la si inserisce in una strategia più ampia.

    Altra cosa che non capisco, giuro, è questo continuare a parlare di arti marziali come qualcosa per i campi di battaglia.... li veramente mi cascano le gonadi.

    Un saluto.

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    1. Ciao, in effetti hai ragione anche perchè spesso e volentieri la tecnica (prendiamo un armbar) è la stessa ma la differenza sta in tutto il corollario che viene prima, durante e dopo, che nelle AMT in sostanza non si studia.
      Ricordo di come nell' AMT un armbar veniva liquidato con due indicazioni, altrove ci si sono fatti SEMINARI interi... e ho detto tutto.

      La faccenda dei campi di battaglia è figlia della propaganda cinesoide perpetuata negli anni, la stessa parola "campi di battaglia" se ci pensi fa ridere perchè pure guardando i documentari di Focus per americani ciccioni ti rendi conto che le guerre si combattevano in tutti i modi meno che a mani nude usando astruse arti marziali...
      Però fa figo, cavoli... CAMPI DI BATTAGLIA!!!
      FACCIO CINCIUN E QUINDI SONO UN GUERRIEROOOOO!!!!
      E la gente adora riempirsi l' ego di queste pirlate.
      Mettigli davanti uno in armatura e con una spada e vedi quanti bong-sao o kotegaeshi gli viene voglia di fare!

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    2. Ciao,
      per la prima parte sono d'accordo, indubbiamente vero.
      Sulla faccenda dei campi di battaglia non fatemi dire cose che non ho mai scritto.
      Ho nominato le guerre legandole alle AMT per dire che, nello specifico del jujitsu, tradizionalmente sono tecniche che derivano dagli addestramenti militari del passato giapponese (pre- prima guerra mondiale).
      Cosa c'è di sbagliato in questa affermazione? Nessuna cinesata o esaltazione, solo l'aver detto da dove deriva uno stile, che vi piaccia o no da qualche parte è nato e non possiamo dire che prima del BJJ o Judo non si fosse mai fatta una armbar!
      Tutto questo ovvio non per difendere gli esaltati ma per non perdere di obiettività, non si può dire che siccome le AMT odierne sono diventate inutili e alcune perfino ridicole, esse nel passato non siano state "funzionali".

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    3. Tranquillo, la mia affermazione (perculazione, ok) non era riferita nello specifico a te ma alla schiera di ignoranti che con questa parola si riempiono la bocca solo per sembrare più credibili.
      La tua osservazione è pertinente e in linea con quanto io stesso ho dichiarato in numerosi articoli e commenti, pur ricordandosi che in battaglia si combatteva armati e in mezzo ad un gran casino: alla faccia di chi afferma che il BJJ non serva ad un cavolo perchè buono solo per l' uno contro uno; Non è che il JuJutsu abbia invece le leve articolari uno contro molti, non so se mi spiego... Ho ragione di credere che chi andava a combattere dedicasse molto più tempo allo studio del combattimento armato che non al corpo a corpo.

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  6. ciao, mi inserisco anche io nel discorso.
    Diciamo che sono "anonimo2" (ho perso la PW dell'account Google..... hehehehe).
    l'addestramento "militare" del jujutsu, a quanto ho capito, faceva parte di un addestramento globale dedicato ad una classe sociale "guerriera".
    Che faceva quello di mestiere e che si occupava anche della sicurezza del proprio signore.
    Almeno in un certo periodo storico, successivamente più che alle guerre si dedicavano a "duelli".
    Ma credo che Arte conosca la storia giapponese meglio di me.
    Se si parla di guerra e campo di battaglia oltre le armi e le armature consideriamo che si parlava pure di tattiche e strategie di massa.
    Con una fila di fanti con armi in asta, o una fila di arceri, probabilmente importava più la capacità di manovrare in sincrono con la fila piuttosto che l'abilità nel combattimento singolo.
    Per fare un esempio più vicino alla nostra storia capacità e addestramenti erano diversi che si fosse trattato di un legionario o di un gladiatore.
    Per questo quando sento parlare di "campi di battaglia" in contesto di AMT mi cascano le gonadi.
    Non era certo inteso per offendere.

    Saluti.

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  7. Ho scoperto questo blog stasera e lo trovo BELLISSIMO, lo sto divorando. Ora però ho una domanda: per uno a digiuno di combattimento come me, ma a cui piacerebbe imparare almeno le basi, Krav Maga è davvero una scelta così pessima con cui iniziare? Purtroppo abito in un posto abbastanza sperduto e per ragioni logistiche potrei fare solo quello. Ho anche una palestra in cui si da boxe a qualche km più in là, e so che fanno lotta libera non lontano dall'università che frequento ma devo ancora informarmi sui prezzi e gli orari. Cosa mi consigli, sapendo che sono praticamente all'inizio?

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    1. Ciao, grazie mille per i complimenti, fanno sempre piacere.
      Ricorda di cliccare il banner anche se non compri nulla perchè ho quasi raggiunto 10€ di introiti pubblicitari e il gatto scalpita per i crocchini di Natale.
      Riguardo alla tua domanda immagino avrai letto i vari post del passato relativi ai consigli per i neopraticanti; Ovviamente capisco che ci sia anche una questione logistica ed economica a determinare la scelta, ma proprio per questo potrebbe essere uno spreco di tempo e denaro iscriversi ad un corso di scarso valore.
      Nel Krav Maga non studi proprio il combattimento, e non pensare che il blando sparring che alcuni propongono sia assimilabile ad una sessione ai Pao o uno sparring di Thai, non c'è proprio paragone.
      Puoi senz' altro iniziare ad apprendere tecniche e principi interessanti, ma è un obiettivo completamente diverso e DUBITA di chi ti dice che con le mossette di autodifesa tu possa avere la meglio contro chi "fa a pugni".
      Il mio consiglio è Boxe o Libera tutta la vita rispetto a qualsivoglia cinesata o corso di aggressione personale.
      Magari stringi i denti per un paio di mesi, almeno per provare, ma così parti con idee molto più chiare sulla differenza tra un allenamento sportivo e fatto di sacrifici rispetto all' autoconvinzione facilona di fare allenamento duro ed imparare a pestare facilmente i bruti che avresti nelle AMT e Sistemi di difesa in varie salse.

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