domenica 18 marzo 2018

Perchè praticare?

Non ricordo di avere già trattato l' argomento in un articolo specifico, e non ho voglia di andare a leggere negli anni passati anche perchè tanto non lo fa nessun altro...
Ma un commento recente mi ha fatto riflettere una volta di più sulle differenti motivazioni che spingono la gente alla pratica di un' arte marziale, che di riflesso identifica anche le relative aspettative a riguardo.
Quindi andrò a parlare di questo argomento sulla base delle mie esperienze.

L' osservazione è che la gente inizi a praticare per saper menare le mani quando serve, e senza dubbio questa è una delle ragioni più diffuse tra i maschietti, se non fosse che a seconda della tipologia di stile scelto sia ben presto evidente quanto questa capacità non venga appresa.
Negli anni ho assistito a innumerevoli iscrizioni di totali ignoranti (in senso buono), quel tipo di utenti che giustamente non aveva la più pallida idea di cosa stesse andando a praticare, nell' errata concezione che sempre di combattimento si trattasse.
Quando praticavo AMT inutile dire che l' utenza media era formata da persone perlopiù equilibrate, brava gente che non aveva realmente intenzione di menare le mani ma solitamente amava l' idea di sentirsi un temibile guerriero da film di serie B. Me compreso, va da sè.
Arrivavano con chissà quale idea in testa, non sempre dopo aver assistito ad un' esibizione, facevano quel patetico riscaldamento che spesso trovavano già troppo sfiancante e poi iniziava il supplizio: intere lezioni passate a ripetere posizioni ridicole e colpi al vento.
E si appassionavano.
Perchè uno dei difetti intrinseci della metodologia di allenamento delle AMT è proprio questo: fare abbastanza ginnastica da sentirsi degli atleti (non avendo idea di cosa voglia dire allenarsi sul serio), instaurare la convinzione che il programma didattico vada seguito alla lettera, vedere ogni tanto qualche tecnica wow! da provare rigorosamente sorridendo e il tutto senza mai farsi un buffetto!
Non c'è alcuna violenza in un metodo del genere, nessun reale ostacolo da superare, nessuno scontro nè fisico nè attitudinale: in questi termini si autentica la pratica per tutti, dai 0 ai 90 anni.
Nessuno è messo nelle condizioni di rendersi conto che forse sia meglio lasciare perdere il combattimento, perchè nessuno combatte.
Praticamente una ginnastica per anziani con il benefit di potersi vantare in giro di studiare il combattimento corpo a corpo, e annessa battuta "wow! allora con te sono al sicuro!" delle signorine dagli occhioni grandi grandi e in hot pants©.

La cosa spiega anche come mai ci siano tante signorine o omini innocui nei corsi di AMT, del resto è possibile praticare per anni senza mai affrontare la realtà del combattimento, una realtà in cui una persona più grossa e forte di te ti tiri un singolo sganassone da muratore che mandi a Fan Culo anni ed anni di pirlate cinesi studiate con convinzione.
Verrebbe da pensare che per le donne la prima ragione di iscrizione sia proprio l' autodifesa da muratori immigrati, ma personalmente non ne ho sentite così tante dare questa motivazione, quantomeno non in termini assoluti.
Se ne deduce che quindi il praticante medio che scelga le AMT lo faccia prima di tutto per altre ragioni che non siano il menare le mani.
Io le riassumerei in questa lista:

- Fare un pò di movimento.
- Fascino per l' Oriente
- Passione cinestetica
- Darsi un tono da guerrieri con gli amici nella speranza che nessuno chieda una dimostrazione o che la signorina con cui stai uscendo non si metta ad attacar briga forte del supporto del suo compagno maestro di Cunfù.

La prima motivazione a mio avviso è la più diffusa, rimanendo nell' ambito delle AMT.
La stragrande maggioranza delle persone che ho incontrato ai tempi non aveva la benchè minima intenzione di menare le mani, era al contrario piuttosto impaurita dai TruzziMinchiaPorcoddue® e voleva fondamentalmente fare attività fisica per smaltire la pancetta.
Siccome ritenevano il body building o l' aerobica troppo noiosi (o faticosi?), spesso aggiungevano il pretesto dell' autodifesa per finire a praticare queste pagliacciate cinesizzate.
Il fatto di "andare ad allenarsi" rispondeva al personale problema di star facendo qualcosa per diminuire la panza; Il vantaggio era quello di non fare poi tutta questa fatica e simulare pure qualche tecnica micidiale per accrescere l' autostima.
Non capiranno mai quanta differenza faccia un' ora di pesi o corsa rispetto ad un' ora di isometria strampalata.

Poi ci sono i novelli hippies new age, quelli che vanno a fare arti marziali credendosi dei samurai, bonzi, monaci shaolin, etc.
Dell' Oriente conoscono solo la parte che gli fa comodo, quella abilmente manipolata dai media per far sembrare i cinesi un popolo evoluto, solo che i cinesi in Cina loro mica li hanno mai visti, gente che si venderebbe la madre pur di fare soldi, con il senso civico di un ratto e razzisti nell' animo che in confronto il KuKuxKlan è una comunità liberale... No, loro credono davvero che i cinesi siano un popolo civile "dalla cultura millenaria", dimenticandosi magari di come la cultura che inseguono oggi anche i cinesi sia quella occidentale, figlia di altrettanti millenni... ma vabbè non divaghiamo.
Questo tipo di appassionati sono quelli ancora più innocui perchè fondamentalmente lavati nel cervello da anni di film di serie B e sottocultura di massa priva di obiettività, aborrono il combattimento violento nella convinzione di essere moralmente superiori e in sostanza amano un sacco i balletti e le foto in posa ma guai al cielo a chiedergli di fare a botte.

Ci sono poi quelli che amano semplicemente questo tipo di attività, senza farsi troppe domande, e onestamente non vedo cosa ci sia di male.
Cioè ragazzi, c'è gente che va a fare i cosplay senza sentirsi ridicola, mica pensano di essere Mazinga Z per davvero (o no...?), perchè quindi rompere le palle a chi vada a fare o'cunfù perchè gli piace e basta?

Quelli ridicoli sono piuttosto quelli che si vantano di praticare arti marziali, più il nome è esotico e più si sentono fighi, tutto solo per sopperire alla propria inadeguatezza sociale giocando sull' ignoranza della gente che ancora crede che iscriversi ad un corso di AMT significhi automaticamente saper prendere a cazzotti Batista.

Passando agli sport da combattimento la situazione cambia non poco ed ecco che sì, data anche l' età media dell' utenza, chi sceglie di praticare lo fa nella piena consapevolezza di cosa andrà a trattare.
Non è questione di video su YouTube, già trent' anni fa chi sceglieva di fare kick boxing piuttosto che greco-romana sapeva bene di non andare a ballare vestito da ninja.
Questo tipo di utenza vuole imparare a combattere e non di rado si scazza quando scopre che prima di menare le mani ci voglia comunque tempo e preparazione; Ciò non vuol dire che siano tutti burini attaccabrighe, ma di sicuro chi pratica ha modo di capire se sia il caso di proseguire, perchè il combattimento reale non fa sconti: o sei disposto a faticare, fare sacrifici e farti anche male, o vai a casa a guardare la tv.
Oppure passi alle arti marziali tradizionali con la scusa che "mi conosco, se qualcuno mi tocca divento una furia e ho paura di fare troppo male...". Quante volte l'ho sentita, quante volte...

Naturalmente ci sono anche quelli che invece hanno a cuore proprio l' offesa la difesa personale, le cui motivazioni ho elencato più volte in passato.

La domanda è: quanto importa veramente dell' autodifesa alla gente?
Ho discusso in modo approfondito su quanto la gente malinterpreti il concetto di difesa personale, e come sia spesso persino impossibile generalizzare il termine, visti e considerati gli innumerevoli contesti diversi in cui dovrebbe essere applicata.
Nella mia esperienza di AMT la gente difficilmente si iscriveva pensando a questo obiettivo specifico, anche perchè detto onestamente si rompeva le palle dopo due lezioni passate a strisciare sul pavimento muovendo gli arti come RoboCop e giustamente non comprendeva la correlazione tra fare il robottino ballerino e affrontare il noto rumeno abbruttito giù in strada.
Quelli che proseguivano si dimenticavano molto presto di cosa fosse la difesa personale, anche perchè i metodi settari ed autoreferenziali intrinseci nelle AMT plagiano con facilità le menti prive di obiettività.
Finivano per ballare in pigiama convinti di star imparando a difendersi.
Quando sono passato agli stili funzionali men che meno, ho sentito raramente parlare di difesa personale in generale: non gliene fotte a nessuno.
Il concetto è probabilmente assorbito nell' idea che se so prendere a botte un altro Homo Sapiens, dovesse capitarmi una brutta situazione l' importante sia sapergli dare queste botte.
E, pur con tutte le dovute considerazioni di buonsenso, inutile girarci intorno: è così.

Perchè quando ho bazzicato negli ambienti dei sistemi di difesa ciò che più mi ha colpito è l' assunto per cui con qualche tecnica sia possibile destreggiarsi, dimenticandosi che le cose non andranno mai nel modo ideale e a quel punto una competenza di combattimento "tout court" sia l' unica a fare davvero differenza (colpi sporchi compresi).
Ricordo sempre che c'è una ragione ben precisa se gli istruttori di difesa personale in mille salse siano fanatici ben allenati e rigorosamente passati da anni di arti marziali o stili funzionali.
Se permettete, grazie al cazzo che loro possano difendersi, io voglio vedere la signorina di 40 kg avere la meglio con il Crab Magra sullo stupratore.

In sostanza le ragioni che spingono la gente a praticare arti marziali sono molto più del semplice imparare a fare a botte/difendersi, e in fondo va bene così.
Ognuno è libero di stabilire le proprie ragioni e nessuna è sbagliata: l' importante è esserne consapevoli.

domenica 4 marzo 2018

Focus on: Brazilian Jiu Jitsu

A grande richiesta mi accingo a scrivere un articolo riguardante il Brazilian Jiu Jitsu (da ora BJJ), anche se non nascondo di trovare un pò fastidiosa la modalità con cui questo "focus on" mi è stato richiesto.
La motivazione è piuttosto semplice: ho avuto la sensazione che qualcuno abbia preso il mio blog come una specie di teatrino in cui sparlare a prescindere di tutte le arti marziali, ma più di tutto ho avvertito un malcelato senso di frustrazione fastidio nei confronti di uno stile funzionale che ben poco ha a che spartire con le porcate cinesi di cui vado scrivendo da anni.
Nel primo caso chiariamo subito che il mio non è un blog di satira, non sono qui a scrivere male di tutto tanto per fare il bastian contrario, non è questo il senso; Nel secondo caso, beh, ragazzi fatevi un bell' esame di coscienza o semplicemente crescete un pò, che io la fase della frustrazione da arti marziali l' ho passata da svariati anni.
L' ho avuta, certo, quando praticavo AMT e qualche "stupido kickboxer" derideva la mia pratica o esaltava l' efficacia del suo allenamento, ovviamente tenendomi ben lontano da un confronto per dimostrare il contrario.
Senza parlare della fase Wing Chun, quando iniziava a fare furore qui da noi e sembrava che nessuna arte marziale potesse reggere il confronto, e quindi trovavo tutti questi praticanti novelli che mi sbeffeggiavano esaltando quanto le tecniche (ah no, "i princìpi" ahahh) da loro apprese fossero tanto più semplici, dirette e funzionali (ahahahahah!!!) rispetto alla mia pratica ancestrale di forme, prestabiliti e tecniche quadrate.

Tuttavia è certamente necessario fare alcune riflessioni anche riguardo al BJJ, perchè proprio in virtù della sua incontestabile efficacia qualcuno ha iniziato a farne un nuovo emblema dello stile definitivo.
E allora penso che per prima cosa sia fondamentale chiarire perchè non possa esistere uno stile definitivo.
La parola chiave è contestualizzazione.

Il BJJ è uno stile di lotta, che quindi non prevede nel suo studio l' allenamento di alcun colpo.
Niente armi, niente scenari di "difesa personale urbana", niente pugni, calci, scorregge o hadoken.
E sottolineamolo con forza, i corsi di BJJ "veri" sono molto orientati alla competizione sportiva, il che significa che lo stile di combattimento e le tecniche allenate hanno un palese obiettivo agonistico, per il regolamento specifico.
Quella roba con i punti e le regole che i patiti di AMT amano così tanto denigrare, nella loro convinzione che questo renda la loro pratica molto più letale. Oh oh oh.
Perciò mettetevi subito il cuore in pace, in NESSUN corso serio di BJJ frega niente a nessuno di studiare come difendersi da uno striker o da Jack lo Squartagole, non è proprio argomento.
A dirla tutta in qualunque corso serio di sport da combattimento nessuno si sogna di venirsene fuori con richieste del genere, tranne che nelle MMA che ricordiamolo sono solo un regolamento sportivo che a quel punto implica anche lo studio dello striking, e dell' autodifesa da rumeno spaca botilia ancora non frega a nessuno.
Quindi non si parla più di BJJ puro, ma di Mixed Martial Arts.
MIXED.
MISTE, per i meno anglofoni. Questo è chiaro?

Oltretutto il BJJ si pratica in pigiama e cintura, il che ancora una volta implica tutta una serie di tecniche ed evoluzioni che non hanno niente a che vedere con il vostro abbigliamento quotidiano, nè la famigerata strada che tanto amate descrivere cosparsa di punte velenose.
Aggiungiamo infine il fatto che il BJJ si focalizzi sulla lotta a terra, e questa lotta per sua stessa definizione può durare minuti prima che uno dei contendenti riesca ad applicare una leva da contorsionista.

Detta così sembra quindi che questo BJJ sia una ciofeca buona solo per vincere medagliette o stando alle regole del gioco, ma è proprio così?
Beh, torniamo un pò indietro nel tempo, nel nostro tempo.
Fino ad una quindicina di anni fa sia che tu praticassi AMT o SdC esisteva una specie di assunto per cui o imparavi a tirare pugni e calci, o imparavi a proiettare l' avversario e immobilizzarlo in fretta.
La lotta veniva perlopiù snobbata, diciamo che se dicevi di praticare arti marziali la gente si aspettava che tu facessi qualche pirlata cinese con piroette e calci volanti; Non considerava nemmeno arti marziali cose come il Judo o la Greco Romana.
Gli stessi praticanti di Jujutsu o qualsiasi altra AMT che contemplasse leve articolari non si sognavano di portare un combattimento a terra e proseguirlo lì.
Al massimo ci si arrivava, per starci il meno possibile.
I successi di Gracie nei primi UFC hanno portato alla ribalta il BJJ dimostrando alle masse quanto questa strategia e relativa specializzazione mandasse in crisi la concezione stessa del combattimento libero così come lo si intendeva generalmente.
Perchè, diavolo, funziona davvero e questo è un fatto incontestabile.
Schiere di praticanti hanno potuto dimostrare in tutto il mondo, in tutte le condizioni, in tutti i contesti come la lotta a terra sia un campo in cui con le giuste competenze si possa davvero avere un vantaggio enorme, colmando il gap fisico molto più di altri stili (soprattutto delle stronzate cinesi tutta teoria).
E quindi sì, il BJJ è senza ombra di dubbio uno stile di combattimento funzionale che mantiene quel che promette.

Però.
A questo punto è doveroso iniziare a mettere i puntini sulle "i" e capire tutto il corollario che sta dietro a questa efficacia, dopodichè parlerò anche di quelle cose che a me sembrano ovvie ma a quanto pare non lo sono e rendono il BJJ tutto meno che "completo" nella concezione del termine che più vi sta a cuore.
Prima di tutto chiariamo bene un concetto: come qualsiasi e dico QUALSIASI altra arte marziale, la storiella del debole che vince il forte o delle tecniche che non richiedano forza sono una palla colossale.
Certo, il BJJ è uno stile molto tecnico, a volte persino troppo, e in cui l' applicazione delle tecniche senza usare la forza sia uno degli obiettivi chiave visto che un combattimento può durare a lungo: tuttavia c'è una ragione se i Jiujiteri siano tendenzialmente robusti e ben allenati, altro che cinesine rachitiche.
Lottare è qualcosa che richiede forza, e la forza fa la differenza eccome nell' esito di un incontro.

Secondo, come in tutti gli stili funzionali al combattimento nel BJJ si "fa", non si racconta.
Ci si allena seriamente e pesantemente, e lo sparring libero è pane quotidiano. Le tecniche vengono provate regolarmente contro gente che oppone resistenza, e questo significa che alcune tecniche riescano solo ad alcuni, altre vengano adattate, altre escano una volta si ed una no, altre te le puoi pure inventare al momento: è tutta esperienza pratica.
Questa metodologia è all' esatto opposto di quanto si faccia nelle AMT, Jujutsu compreso, in cui anche la stessa tipologia di leva non viene praticata nelle stesse condizioni e questo crea un gap di esperienza non paragonabile.
La conseguenza è che mediamente, un praticante assiduo di BJJ abbia ben più esperienza "pratica" di un praticante assiduo di AMT, soprattutto nel momento in cui lo porta in un campo a lui ignoto.
Per dirla tutta, una cintura nera di BJJ ha letteralmente migliaia di ore di combattimento reale e competizioni alle spalle quando una cintura nera di CinCiaoChon spesso e volentieri non ha mai nemmeno dato uno sberlone.

Aggiungiamo il fatto che, come già accennato, la stragrande maggioranza della gente non abbia la più pallida idea di cosa sia la lotta a terra, non l' ha mai proprio concepita e di conseguenza una volta portata lì è preda di facili finalizzazioni.
Ho già discusso di questo nei commenti ma riporto il concetto: la gente ha più o meno idea di come tirare un pugno o un calcio, per quanto disordinato, e questo fin da prima che le arti marziali venissero allenate nelle palestre italiane.
In ogni paese fin da quando i nostri genitori andavano in balera, la gente "faceva a pugni", non di rado anche in malo modo, e nessuno di loro allenava alcunchè.
Dico questo perchè qualcuno ha giustamente sollevato il dubbio che in un contesto libero un Jiujitero non porterebbe a terra un avversario libero di colpire, ricevendo una gragnuola di colpi micidiali... Tutto teoricamente corretto, se non fosse che per l' appunto non ci vogliano conoscenze esagerate di striking per poter gestire quanto basta uno scambio per poi chiudere la distanza, tant'è che il clinch è una costante anche in qualsiasi sport di striking.
Ma che ve lo dico a fare, andate e provate, perchè ho letto di gente che credeva davvero che un Jiujitero sia un' automa che sappia solo lanciarsi in avanti mirando alle gambe.
Beh, vi stupirà sapere che nel BJJ si studia anche la lotta in piedi e proprio come nel Judo o nella Greco Romana spesso basta una proiezione per terminare lo scontro, altrochè.
Insomma, se finire KO per un colpo ben assestato è assolutamente possibile, resta dimostrato quanto una volta chiusa la distanza chi abbia competenze specifiche continui ad avere un grosso vantaggio.
(Ehi.. psst... vantaggio... non ho detto che vinca sempre, nè che saper boxare o calciare non conti nulla... se sei un Nak Muay e arrivi al clinch, hai anche tu un vantaggio; Se sei un ciccione e cadi sopra il jiujitero, hai anche tu un vantaggio; E soprattutto se sei un riccio non riescono nemmeno a prenderti e lottare!).

Veniamo però a quello che non si dice abbastanza riguardo al BJJ, anche se onestamente è qualcosa di talmente scontato che mi stupisco di doverlo riportare per davvero, cosa che invece amano fare i maestroni di AMT nel loro tentativo disperato di sentirsi ancora un pò guerrieri filosoficamente superiori.

Prima di tutto, di nuovo, il contesto.
Ho detto che il BJJ è uno stile funzionale, ed allenato propriamente come sport da combattimento, quindi se state pensando alla sua applicazione in ambito autodifesa, vanno fatte tutte le dovute esclusioni: niente tatami, niente punteggi o tecniche volte a guadagnare punti, niente Gi che permette N tecniche, niente combattimento dichiarato.
Insomma va da sè che se siete in ciabatte davanti alla tv ed entrano due nigeriani pronti a fare snu-snu, il bagaglio tecnico del BJJ utilizzabile cambi non poco, deviando verso il grappling...
Certo, io continuo a chiedermi chi sia così volutamente tordo da pensare che le arti marziali debbano rispondere a questa situazione, o perchè non si pongano le stesse domande verso il pugilato, la Thai o qualche improbabile AMT "adatta a tutti da 0 a 90 anni, ottima per l' autodifesa"... ma va beh.
Tutte le arti marziali forniscono degli strumenti, delle competenze relative al combattimento corpo a corpo, con più o meno efficacia, in contesti più o meno riconducibili alla realtà.
L' uso che se ne faccia in mille situazioni diverse dipende da molti altri fattori.

Resta comunque chiaro come il principio di combattere al suolo non sia sempre applicabile, e di certo non è il caso di rimanerci a gigioneggiare tanto per fare.
Ma che ve lo dico a fare (e due), dico solo che la prima volta che ho fatto sparring di BJJ senza avere competenze finivo finalizzato ogni 5-10 secondi, e non scherzo...
Ho messo quei numeri perchè ora aspetto divertito il commento di qualche fenomeno che dirà che con il Cin Ciun, il Karate Porkushin, lo Yoga Kombat o il Tai Chi lui si addestri ad ammazzare i gorilla in 1 secondo :)

Qualcuno giustamente tornerà a parlare degli ormai mitologici amici dell' avversario che arriveranno in trecento dal nulla per prenderti a calci mentre stai a terra.
Beh, infatti nessuna, lo riscrivo: NESSUNA, arte marziale fornisce gli strumenti per difendersi da più aggressori, è solo una questione di buonsenso il non starsene a terra...
A me preoccupa più il fatto che tu non abbia mai amici.
Get a life, e se vuoi posso fornirti un numero da chiamare, a volte anche solo parlare fa bene.

Detto questo resta comunque il fatto che molte delle tecniche di BJJ siano tutt' altro che facili da applicare, alla fine una buona parte del repertorio sono tecnicismi molto validi per lotte prolungate contro altrettanti praticanti di BJJ ma rischiano di non essere applicabili senza tatami, Gi e con la possibilità di colpire.
Ma ribadisco il concetto, il BJJ non tratta di autodifesa in modo specifico e a nessuno gliene importa di questo.
Penso sia importante dire una verità: il BJJ non è per tutti, e soprattutto non aiuterà nessuna ragazzina fashion a difendersi da uno stupratore.
Non veniamocene fuori con racconti di come la pluricampionessa universale (con nel corpo più testosterone di un elefante in musth) ci sia riuscita, o peggio ancora di come l' amica della figlia del vicino abbia impaurito quattro dodicenni facendo una leva al Bimbo Gigi...
Le ragazzine di 40 kg continueranno ad essere stuprate ed ammazzate, non c'è stile che tenga, soprattutto se sono cinesizzate nella testa.
Nessuno stile di combattimento serio può essere allenato da tutti con gli stessi risultati, l' allenamento richiesto è pesante e serve una costanza che pochi riescono ad avere, certamente non puoi praticare ad alti ritmi per tutta la vita.
Il BJJ richiede una fisicità non indifferente, per alcune persone risulta semplicemente impossibile a livello fisico l' applicazione delle sue tecniche e qualsiasi istruttore vi racconti il contrario sta solo facendo propaganda.

Ma onestamente non trovo nel BJJ molti più difetti di quanti se ne possano trovare in altri stili funzionali, che si occupano del loro in modo specializzato e globalmente forniscono una competenza di combattimento spesso più che sufficiente per affrontare altri contesti, cosa che curiosamente non fanno le AMT pur nelle loro roboanti dichiarazioni di eterogeneità.
Il BJJ non nasce per risolvere il problema del corpo a corpo evitando a prescindere lo striking, è semplicemente uno stile di lotta, e chi voglia completare le proprie competenze può farlo benissimo (e in genere, lo fa), sia in ambito striking che di difesa personale specifica.

Non è certamente uno stile completo, nè ci si aspetta che lo sia (sebbene con il solo BJJ si possano risolvere ugualmente un sacco di situazioni).
Se volete l' arte marziale "completa", cercate nei volantini di AMT: lì vi racconteranno tutto quello che volete sentirvi dire.