Ciao Anonima,
premetto che alla maggior parte delle domande ed osservazioni che hai riportato puoi trovare risposta leggendo il blog.
La sensazione è che anche tu, incolpevolmente, abbia un' idea stereotipata delle arti marziali e del loro mondo ed è proprio di questo che discuto qui.
Cercherò comunque di darti qualche risposta più specifica, come consueto:
- Tu parli di sport, ed è questo il punto: lo SPORT è un' attività meravigliosa, utile per il fisico e per la mente e tutto quello che si vuole.
Di qualunque sport si stia parlando.
Il problema nasce nel momento in cui all' attività fisica e ludica, si vogliano associare in modo falso, disordinato e pretenzioso anche tutta una serie di altri valori che vanno dalla filosofia, ai valori etici e morali, all' educazione civica e così via.
Questo è quello che si fa nelle arti marziali, e quello di cui discuto nel blog perchè nella realtà dei fatti è marcio all' inverosimile.
- L' aggressività di cui parli l' ho intesa, ma purtroppo non vi è una relazione diretta tra lo spirito con cui affronti un' "attività ludico-sportiva" e quello con cui si affronta un' aggressione.
Un conto è l' aggressività nella determinazione, un altro quella nella paura.
- L' arte marziale, come mille altre attività, può farti conoscere cose di te e degli altri.
L' ho sottolineato molte volte nei post: è questo il discorso, non c' è nessun valore aggiunto nelle arti marziali in sè, tranne il fatto che in esse venga forzato!
Si dice che "grazie alla loro pratica si diventi più calmi e riflessivi", ma è solo una convinzione perchè potrebbero dirti lo stesso dell' arrampicata.
Dovrebbero rendere "più saggi", ed invece sono popolate da coglioni ignoranti della peggior specie, a partire proprio dai cosidetti maestri.
Dovrebbero indurre all' autocontrollo e rifuggere la violenza, e poi scopri che in sostanza quelli pacifici sono delle specie di santoni parolai ed incapaci, mentre gli altri sono teste calde che non vedono l' ora di finire alle mani per facezie.
E in tutto questo la gente si dimentica che siano ALTRE cose a rendere una persona quello che è, NON la pratica di una ginnastica infarcita di luoghi comuni a forza.
- "Perchè sei rimasto deluso da quelle che chiami sette?"
Ne parlo diffusamente nel blog, se ti va di leggere soprattutto gli interventi del primo anno.
Sono sette perchè si sviluppano, perlopiù involontariamente resti inteso, come tali: una "guida" carismatica, una pratica ricca di regole e formalità da accettare "as is", una gerarchia da rispettare che crea una piccola isola felice in cui uno possa rifugiarsi ed avere un ruolo anche se al di fuori è un inetto.
Ne sono rimasto deluso perchè ci credevo e ci ho speso moltissimo tra tempo, soldi e speranze, proprio come un bravo soldatino soggiogato.
Poi ho acceso il cervello, ho iniziato a fare ricerca, a non accettare più ciò che mi veniva raccontato senza farmi domande, a fare paragoni e, cosa più importante di tutte, ho iniziato ad usare il comune buonsenso.
Questo vale per ogni cosa nella vita, e quando cominci a giudicare quello che avviene in questi ambienti senza più doverlo giustificare per forza, capisci davvero tante cose.
- "anche se sono barzellette new age tu non pensi che dietro a tutto questo vi sia un sentimento nobile?"
L' hai detto, sono giusto barzellette new age.
Tutta la "cultura" new age è una barzelletta, almeno per uno pragmatico come me.
Quello che si fa in moltissime arti marziali è promozione di cultura new age.
Che può andare benissimo per alcune persone, ognuno faccia ciò che gli piace... ma se vengono raccontate emerite idiozie e falsità allora non mi sta più bene.
Il sentimento nobile muove i buoni intenti di molti, ma non per questo si deve giustificare la divulgazione di falsità e la disonestà.
Oltretutto i "maestri" sono tutti convinti di essere mossi da sentimenti nobili, ma hanno la capacità di autocritica di un Adolf Hitler... non so se mi spiego.
- "non c'è nulla di cui sei grato all'arte marziale?"
Io sarò anche eccessivo, ma non credo sia questione di essere grati di nulla.
Se non avessi praticato per tutto quel tempo "arti marziali", avrei avuto un' altra vita. Avrei conosciuto altre persone, fatte altre esperienze... insomma, a me dire che in fondo in fondo sia felice così non sta bene.
Chi lo sa se giocando a pallanuoto non avrei conosciuto ancora più amici, o avuto più ragazze, o viaggiato in più posti, etc. etc.?
Non si può dire.
Quello che posso dire è che dopo decine di anni spesi sul tatami allenandomi in cazzate e credendo in buona fede ad altrettante cazzate, la sensazione preminente non è la gratitudine.
E non perchè supponga che le arti marziali mi abbiano dato "meno" di altre ipotetiche attività: ma perchè sono certo che a livello di allenamento avrei potuto fare miliardi di cose migliori (vista l' impreparazione o totale ignoranza dei sedicenti maestri) e a livello tecnico esistevano già sport da combattimento concretissimi e scevri da stronzate immaginarie.
- "dici che hai praticato le arti marziali per 20 anni ma quale arte
marziale hai praticato? (scusa non ho letto tutti i tuoi post e credo di
aver capito che praticavi karate)"
Tra le altre ho praticato anche Karate, ma non è stata la pratica più lunga.
- "Ho sempre ammirato chi praticava arti marziali perchè li "percepivo"
effettivamente più nobili nell'animo di uno che faceva body building ma
forse sono preconcetti perchè leggendo i tuoi post sembra che di saggio
non ci sia nulla e ciò mi è dispiaciuto facendo crollare alcune mie
fantasie."
Infatti, mi spiace ma è proprio così, sono tutti preconcetti giustificati dalla pessima pubblicità perpetrata nei decenni dai media.
Questo non esclude che ci siano anche persone validissime, ma quello che cerco di rimarcare è che sono le persone ad essere più o meno valide, non è la tal pratica a renderle tali.
Peccato che questa affermazione venga utilizzata poi da tutti per portare acqua al proprio mulino...
E' una questione puramente sociale, nessuno parlerebbe male di sè stesso.
- "spesso le donne temono quello che può essere l'effetto di questi sport
maschili sulla femminilità sia a livello di comportamenti che sul
fisico."
Vedi, tu continui a parlare di sport.
Prova a parlare con qualche convintone praticante di arti marziali cinesoidi o "antiche"... sarà inorridito e ci terrà a sottolineare che il suo non è mica uno sport: è molto di più!
I più ridicoli poi sono quelli che proprio aborrono lo sport, la preparazione fisica, l' agonismo e tutto il corollario.
Comunque non è vero, ci sono schiere di ragazze che competono anche ad altissimo livello pur mantenendo la loro femminilità e fisico invidiabile.
Francamente a me fa senso una Pellegrini, un uomo mancato: il nuoto ad alto livello sì che crea un fisico maschile; O il Body Building estremo.
- "non per forza per picchiare ma per sapersi prendere cura di sè perchè
anche solo per spostare da noi qualcuno che non ci piace per esempio"
Dici bene, ma io ti chiedo: cosa significa per te il sapersi prendere cura di sè?
Perchè dalla mia esperienza le persone (uomini e donne) che si prendono più cura di sè sono quelle appassionate di Body Building: sono quelle più attente e che vivono la propria passione tutto il giorno tutti i giorni, facendo attenzione alla dieta, allenandosi in modo rigoroso, etc.
Non i marzialisti che si sentono dei novelli samurai un' ora alla volta per due o tre volte alla settimana...
Ma se invece ti riferisci al "sapersi difendere", beh... è un desiderio più che legittimo.
E che purtroppo le arti marziali, quelle fatte con in testa la pace dei popoli, la saggezza orientale, l' autocontrollo, le tradizioni di popoli che non c'entrano niente con il nostro... affrontano in modo raffazzonato e fuorviante, soprattutto per i più deboli.
- "Le donne sono molto soggette a queste cose e a volte capire che non abbiamo mezzi per difendersi è triste."
Eh già. C' est la vie.
Pensa te, io volevo diventare un campione di pallavolo, ma la natura non mi ha fatto alto uno e ottanta...
Sono molto triste.
Allora andrò a giocare a mini-volley, così potrò raccontarmela di essere anche io un campione!
Sorry, quando si parla di gente che ti mette le mani addosso non funziona mica così... eppure è esattamente quello che ti inculcano praticando le maledette arti marziali "adatte a tutti".
E' tutto molto triste.
- "questo si aggiunge che per secoli ci hanno insegnato solo a dir di sì e ad essere docili"
Verità assoluta, ma permettimi di specificare: nella nostra società, e in Italia in modo particolare, è così.
E' una questione prima di tutto culturale, e in secondo luogo antropologica.
Ciò non toglie che esistano al mondo milioni di donne tutt' altro che docili e remissive, e uomini deboli e mansueti.
- "ma davvero secondo te le arti marziali non portano a nulla?"
Certo che no, non voglio essere frainteso nonostante il tono del blog: come ripeto ho già affrontato molte volte questo argomento.
Però vedi, se mi parli di acquisire abilità pratiche, concrete e dimostrabili continueremo ad allontanarci da quello di cui discuto nel blog, ovvero le cosidette AMT, le arti "tradizionali" infarcite di tutte le pirlate pacifiste, maestri saggi, forme cinesoidi, stronzate cinesoidi, coglionate cinesoidi...
Quelle che fanno impazzire il pubblico alle esibizioni, quelle decantate nei film con il coglione cinesino che sconfigge 10 karateka alla volta con i pugnetti a catena, quelle in cui si parla di filosofia o di presunti poteri speciali che acquisirai respirando come un lamantino per 10 anni, perchè solo tra 10 anni diventerai fortissimo... salvo poi finire rovinato dalle botte dal primo tamarro che ti vorrà menare per davvero.
Quello di cui dovresti parlare sono le arti funzionali al combattimento, che ancora non garantiscono nulla ma almeno trattano il discorso senza fronzoli.
I sistemi di difesa personale poi sono un altro discorso, ma ti invito a leggere il blog.
- "tu quale sport consiglieresti davvero ad una donna?"
Boh, quello che la diverte e le interessa... lo SPORT non ha niente a che vedere con la difesa personale, che anche la campionessa intergalattica di una specialità se proprio voglio la ammazzo anche io con un coltello, un paio di amici e un agguato in piena regola.
Attenzione a non incappare in questo facile malinteso.
- "Che la faccia sentire sempre femminile nel corpo e nei modi ma capace di difendersi sul serio."
Vedi, tralasciando il fatto che "difendersi" voglia dire troppe cose: se parli di tirare qualche cazzotto all' energumeno infoiato e stenderlo, beh, ti posso dire che anche io non sono per niente sicuro di poterlo fare.
Capisci, pratico arti marziali da più di vent' anni, sono stato campioncino di qui e di là, ho anche tirato in match full contact, non ho particolarmente a cuore il bene del prossimo (anzi, spesso ho pensieri omicidi verso la gente)... eppure proprio perchè ho acceso il cervello e mi sono liberato della falsa sicurezza data dalla pratica, so perfettamente che le cose non funzionano come si vorrebbe.
Certo, le mie chances di "autodifesa" sono enormemente superiori ad un mè stesso privo di nozioni: ma non garantiscono niente.
Per questo dico che alla fine uno non dovrebbe avere in mente questo obiettivo, a meno che non lo voglia affrontare sul serio.
E quello che ho imparato è che le persone veramente capaci, quelle che hanno imparato "sul serio"... passano metà della vita a fare quello e l' altra metà ad aspettare di essere aggredite.
Certo, esistono anche corsi validi per avere nozioni di corpo a corpo del tipo di cui parli ma tu mi parli di sport.
Conosco ragazze agoniste capaci di fare ciò che chiedi, ma praticano ad un livello piuttosto alto e soprattutto... non gliene frega nulla dell' "autodifesa".
Praticano perchè gli piace.
- "Anche se praticassi tiro con l'arco non potrei portarmi dietro arco e frecce."
Beh, però considera che oggi anche i bimbiminchia vanno in giro con un coltello in tasca... io girerei volentieri con un compound in spalla se mi garantisse una buona difesa!
La verità è che nel campo dell' autodifesa, il corpo a corpo a mani nude è l' ultima delle ultime opzioni, ma la prima che amano pubblicizzare i bastardi maestroni per attirare le ragazzine in hot pants con gli occhioni grandi grandi ai loro dannati corsi di "antiaggressione femminile".
Io per onestà consiglio sempre:
- ripassare per bene il buonsenso della nonna
- imparare ad usare uno spray urticante
- addestrare un leopardo e portarselo in giro
- avere come moroso il Techno Viking
- diventare grasse e sfatte come le ciccione che girano su quelle macchinette elettriche al Walmart
- "Come si può essere guerriere, allora?"
Essere guerriere è una condizione molto personale che va coltivata ogni secondo della vita, qualunque cosa si stia facendo.
Non ha a che fare con una qualche pratica sportiva o ludica.
Io ti posso dire che una volta, anche "grazie" alla profonda convinzione che avevo nelle "nobili arti marziali tradizionali", ero proprio una pecorella: promuovevo la pace dei popoli, la giustizia, il perdono, l' autocontrollo, la nobiltà d' animo; Credevo nella tecnica al di sopra della forza, nei cinesini che sconfiggevano i buzzurri occidentali anabolizzati a suon di piroette e colpi roteanti (e più erano anziani più erano forti e saggi!), nelle forme di balletto allenate con precisione maniacale che dovevano rendermi capace di... boh, di fare qualsiasi cosa aldilà del balletto...
Tutte stronzate, tutto tempo sprecato, tutte idiozie new age.
I colpi bassi della vita, e non parlo di "botte", mi hanno insegnato che il mondo è un luogo subdolo in cui la gente priva di scrupoli, cattiva, ha la meglio, piaccia o no.
E ho iniziato ad incazzarmi, a perdere il rispetto per chi non lo meritasse, a non essere più "politicalmente corretto", ad osservare cosa facessero le persone che mi facevano paura, non quelle buone e brave.
Ho iniziato ad osservare e confrontarmi, ricercare e fare paragoni, prima di tutto per non sentirmi più così "debole".
La debolezza è una cosa molto più profonda del "non saper menar le mani".
E' una condizione mentale, la propria immagine riflessa in rapporto al mondo, l' immagine che noi abbiamo di noi stessi.
Alla luce di questo, la determinazione IO l' ho guadagnata in questo brutto modo, perdendo la fiducia nel prossimo e rifiutando in modo categorico di adeguarmi all' immagine di bravo ragazzo che mi ero costruito intorno.
Invece di giustificare sempre tutti, di perdonare, di essere diplomatico, ho iniziato ad essere aggressivo, a non accettare compromessi e ad odiare la gente.
Non è una cosa bella, ma non è di questo che sto parlando: dico che nel mio caso venivo da una tale bambagia di moralità che per imparare a farmi valere ho dovuto scontrami in modo drastico con me stesso.
E solo in seguito la pratica di arti funzionali al combattimento, come ho spiegato, mi ha permesso di canalizzare al meglio questa "rabbia", altro che pirlate orientali.
Se ho capito cosa intendi per essere guerriere, il mio percorso è passato da questo.
Molti anni fa se un tizio avesse cercato di farmi del male, sarei finito malissimo:
- avrei rifiutato lo scontro per convinzione etica;
- avrei reagito in modo blando, sai, "per non fare più male del dovuto"... tsè
- avrei reagito abbozzando tecniche ridicole, allenate nella mia pratica falsata
- non avrei saputo nulla di cosa fare prima e dopo
- sarei pure stato capace di chiedere scusa per un colpo andato a segno...
Oggi so che se qualcuno cercasse di farmi del male:
- meglio evitare, perchè so percepire con chi possa vedermela e con chi no
- so come IO sappia vincere un combattimento corpo a corpo
- accetterei lo scontro con molta più cattiveria del mio aggressore
- colpirei duramente, sapendo quale sia il livello di danno dei miei colpi buoni
- so cosa fare prima per evitare, e dopo per pararmi il culo
- non solo non gli chiedo scusa, ma gli incido anche il mio nome nelle carni.
Bye