domenica 14 dicembre 2014

Risposta - 5c

Approffitto del commento di Anonima per risponderle di nuovo con un post in quanto tratta un argomento che mi sembra giusto affrontare.
Le modalità sono le solite :)

- "Sono ancora affascinata dalla cultura orientale e da queste arti...mi domando sempre se, anche se non utili nel senso della difesa, sono almeno utili nella capacità di infondere senso di sicurezza in se stessi o sulla non-violenza."

Vedi, quello che cerco di far capire è che le arti marziali possano sicuramente infondere un senso di sicurezza in sè stessi, ma questo aspetto è assimilabile a moltissime altre attività.
Questo se parliamo di fiducia in generale nelle proprie capacità.
Ma trattando nello specifico la questione del "saper neutralizzare un' aggressione fisica", ecco che questa sicurezza diventa spesso un' arma a doppio taglio.
Molti, troppi praticanti credono di sentirsi più sicuri per via della propria pratica ma il più delle volte è un placebo indotto proprio dal clima di autoreferenzialità di certi ambienti: la violenza non l' hanno mai conosciuta e quindi si autoconvincono di saperla gestire.

E' successo anche a me, poi la prima volta che mi è entrato un ladro in casa ho scoperto il mio lato fifone, l' incapacità di ricordarmi qualsiasi cosa e sostanzialmente la mia completa impreparazione ad una possibile collutazione violenta per come si presenti nella REALTA'.
La questione della non-violenza è sempre quella: Gandhi era uno che perseguiva la non-violenza, mica il "saggio" maestro di arti marziali delle pianure del Sichuan.
Per quanto vogliano raccontarla, per quanto ci ricamino sopra, non puoi parlare di non-violenza studiando qualcosa che implica violenza.
Oppure sì... ma evidentemente a quel punto stai facendo tutt' altro, ed è quello che faccio notare.

- "Questa filosofia della non-violenza che è alla base anche di altre discipline orientali come lo yoga, la meditazione ecc. "

No, aspetta: meditazione e Yoga sono cose ben distinte dalle arti marziali e per quanto ne sappia io non trattano del tutto la questione della violenza umana, non è il loro campo di origine ed applicazione.
Questi aspetti sono stati aggiunti dagli hippies convintoni new age, interpretando all' occidentale pratiche di luoghi lontani con culture e società ben diversi.
Non voglio gettare fango su queste pratiche così interessanti, però mi viene sempre da pensare che la gente sia talmente condizionata dai media (propaganda americana da decenni, ricordiamolo) da dimenticarsi che le persone sagge e dedite alla non violenza vivevano anche nei campi italiani.
Senza praticare nulla di tutto ciò.
Tra l' altro aggiungo un' osservazione: i Samurai che molti osannano per via del loro mito di uomini "nobili" (ah ah ah...), praticavano la meditazione Zen, no?
Lo abbiamo accettato anche grazie a film storici (ah ah ah...) come "L' ultimo Samurai", no?
Beh, ma non erano anche quelle persone che trucidavano i contadini per uno sguardo di troppo?
Non erano soldati che andavano ad ammazzare altri soldati studiando il modo migliore per farlo?
Attenzione ad associare le filosofie anti-violenza e le arti marziali...

- "Certo avere maggiore controllo delle emozioni, essere presenti a se stessi, avere capacità di ascolto prima che avere reazioni aggressive sono tutte qualità che noi occidentali non abbiamo e per questo vi è tutto questo interesse nei confronti delle filosofie orientali."

Anche questa è, mi spiace dirlo, tutta una bugia perpetrata dai media.
Non so se tu sia mai stata in Asia, ma la gente è TUTT' ALTRO che questo.
Non è giusto generalizzare sugli orientali così come non lo sia per gli occidentali, ma di certo le loro qualità sono tutt' altro che comuni, non più di quanto lo siano qui.
La verità è che qui da noi non viene raccontato nulla di autentico riguardo al pianeta Terra sulla facciata asiatica, ma solo quello che piace sentire.
E' naturale che sia così, non fraintendiamoci: avviene la stessa identica cosa da loro.
Da loro i media trasmettono i telefilm con le tettone di Baywatch, i Simpsons, etc.
L' idea che hanno del mondo occidentale è che sia fatto da tettone lascive americane, guerrieri turbomacho americani, macchinone gigantesche americane, etc.
Da noi i media trasmettono... boh? Nulla, se non telefilm americani con stereotipi americani di come siano gli asiatici.
E aggiungo che ci sia una enorme, gargantuesca differenza tra indiani, cinesi, vietnamiti, coreani, giapponesi, filippini, etc.
Spesso messi tutti nello stesso calderone.

- "Tanto è vero che passano messaggi come yoga contro il bullismo..."

Oddio, questa la devo vedere...

- "tu sei sempre dell'idea che questo messaggio sia negativo?"

Assolutamente NO.
Credimi se ti dico che io farei l' impossibile per avere una società senza violenza, senza armi, senza arti marziali "per difesa", senza Mediaset...
Perciò il messaggio della non-violenza, quale che sia il suo veicolo, è qualcosa di buono in senso obiettivo; Anche quando è solo una personale interpretazione, persino quando è, appunto, un malinteso.
Io dico solo che sia corretto conoscere come stiano le cose e non perseguire convinzioni del genere perchè "me lo impone una pratica".
Le religioni ad esempio sono la più alta e raffinata forma di rincoglionimento sociale mai creata nell' Universo tutto, e guarda caso dovrebbero promuovere una società sana e felice.
Trovo spassosissimo il fatto che la gente vada a messa, faccia il ramadan e altre amenità simili per poi violentare donne, rapire bambini, picchiare i deboli, guardare Italia Uno, etc. etc.

- "[...] dall'altra parte... l'idea che ho io del guerriero non è per forza sinonimo di violenza...la violenza è da inserire solo se necessaria ma il guerriero ha carattere e sicurezza e non per forza reagisce ad attacchi spesso gratuiti."

Questo è un pensiero interessante, tutto sta all' interpretazione che vogliamo dare del termine "guerriero".
Quella più ovvia riguarda colui che combatte, lo sa fare bene, lo fa come attività specializzata e così via.
Diciamo un soldato, a me vengono sempre in mente le formiche legionarie più che Conan il Barbaro.
Oppure parliamo di guerriero riferendoci a qualcuno che non molla e combatte metaforicamente contro una difficoltà, e questo in fondo ci riguarda tutti anche senza saper torcere un capello ad una mosca, o una cosa del genere.
In questo caso infatti la violenza non c'entra nulla e ci sono autentici guerrieri ovunque nel mondo.
Se però parli di non reagire ad attacchi gratuiti... allora parli di nuovo di questioni sociali tra Homo Sapiens.
In questo senso torno a ripetere che la pratica delle arti marziali porta senza dubbio ad una maggior conoscenza delle proprie capacità, in particolar modo quando si trattano le botte "vere", e di conseguenza ai benefici secondari quali il controllo delle emozioni, la sicurezza in sè stessi, la consapevolezza del grado di pericolo.
Il punto è che di base ci sia sempre e comunque la MATURITA' di una persona, e questo non lo insegna nessuna pratica.

- "Se come mi scrivi nella tua ultima risposta a furia di praticare krav, Kick boxing ecc si passa inevitabilmente per la fase aggressiva nella prima parte della propria esperienza con questi arti..questo comporta anche tutta una serie di emozioni negative ad esse associate è inevitabile che si entra in risonanza con tutti coloro che vibrano alle stesse emozioni di rabbia e aggressività e si finisce per avere certe esperienze. Diversamente chi vibra alle emozioni di pace entra in risonanza con le vibrazioni di pace (credo che tu comprenda i concetti a cui mi riferisco) e probabilmente non si trova in certe situazioni."

Ho riportato tutto il passaggio non solo per non decontestualizzarlo, ma perchè è un pò il punto focale di ciò di cui voglio parlare.
Hai perfettamente ragione, come si dice "chi va con lo zoppo impara a zoppicare".
Questa è saggezza popolare... ah, Italiana, non cinesoide :)
Se frequenti ambienti in cui tutti parlano di sgozzare galline, stuprare busti di gomma, combattere i palestinesi perchè brutti, cattivi ed invasori del legittimo terreno donato dal Signore (ci sono le fatture a dimostrarlo), strappare il cuore che neanche Mola Ram perchè un giovinotto ha fatto un apprezzamento... Finisce che poi ti ci convinci in un modo o nell' altro.
Allo stesso modo se vivi nella Confraternita delle Giovani Castorine gemellata con i Papa Boys, cantando celestiali nenie al suono di chitarra intorno ad un fuoco e in cui tutti mantengono il testosterone sotto controllo accoppiandosi promiscuamente come dei Bonobo... la tua visione del mondo sarà ben diversa.
L' ho buttata sul ridere ma il concetto, per me, è tutt' altro che stupido: io sono convinto che gran parte della violenza della società, fermo restando che la violenza sia un fatto naturale ed inevitabile di questo universo, sia dovuta anche al condizionamento dovuto all' assuefazione alla violenza perchè la si vede e la si sente raccontare.
In una favela i bambini crescono con un' idea del mondo; Nei cartoni animati Disney con un' altra.
Sto scoprendo l' acqua calda, ma vale la pena ricordarlo.
Potrei fare mille citazioni o raccontare aneddoti a riguardo ma penso che sia chiaro.

Detto questo il problema rimane: non siamo noi, singoli, a decidere come debba girare il mondo intorno a noi, che è ormai violento ed infame.
Possiamo scegliere di andare a vivere in una comunità di Orsetti del Cuore, un pò come in The Village... ma non mi sembra un' opzione valida.
Perciò resta la soluzione secondo me più sensata: accettare la cosa, fare il possibile per conoscerla, il possibile per non alimentarla e il possibile per non averci a che fare.
Il guerriero di cui parlavi dovrebbe essere questo, ma per conoscere ed evitare una cosa devi prima sapere come funziona.

- "Se per es. si vuole insegnare yoga a scuola per evitare situazioni di bullismo perchè i bambini si trovano spesso a non capire come gestire se stessi e gli altri avendo a che fare con adulti-non adulti che invece che essere da esempio sono più incerti e confusi che mai...creare ambienti rilassati, di meditazione sia con la pratica di arti marziali o di altre discipline potrebbe portare a tenere sotto controllo lo stress e altre tipi di emozioni negative. "

Scusa ma questa cosa dello Yoga insegnato ai bambini per evitare che diventino bulli mi sembra un pò campata per aria, mi auguro che non sia un' iniziativa avvenuta sul serio.
I bambini sono creature cattive per natura, proprio perchè non ancora incasellate negli schemi sociali: la loro realtà è più vicina a quella animale in cui il forte (per carattere o fisicità) prevale sul debole.
I cosidetti bambini iperattivi non si gestiscono imponendogli di stare le ore a meditare in posizioni Yoga... in effetti nemmeno tutti gli altri, si metteranno a ridere, correre, sbuffare, piangere... boh, proprio non ce li vedo.
Francamente io credo che i bambini e/o ragazzini dovrebbero essere indirizzati verso lo sport, possibilmente di squadra, possibilmente non il calcio, più che verso queste pratiche diciamo meditative.
E' come chiudere un leone in una gabbia per insegnargli a stare fermo... grazie al cavolo.
Non sono uno psicologo ma ho idea che l' educazione contro il bullismo non passi da qui: però sono abbastanza sicuro che per tanti ragazzini vittime del bullismo possa fare bene praticare sport e magari sport da combattimento, e non perchè così imparino a tornarle, piuttosto per come imparino a vivere diversamente il confronto (inoltre facendo una cosa considerata figa le ragazzine li considereranno più maschi ahahah).
Se rovesciamo il problema, i bulli esistono perchè ci sono vittime su cui rifarsi, lavorando sulle vittime si hanno risultati secondo me migliori.

- "[...]non credi che l'oriente abbia di buono la capacità di insegnare disciplina, autocontrollo, presenza ecc ecc..per es. lo yoga della risata mira a sdrammatizzare situazioni dove invece di reagire si potrebbe procedere con una risata e una stretta di mano...non credi che questo possa essere utile a tutti dai bimbi agli adulti? "

Sai cosa, nel leggere di "disciplina, autocontrollo, presenza" ho avuto per prima l' immagine dei Balilla.
Lo so che non era quello che intendevi, ricorda però che ciascuno di questi elementi non è prerogativa degli orientali o delle loro pratiche... e nemmeno di qualcosa di buono in senso stretto (e non parlo di politica, spero sia chiaro).
Certo possiamo citare i bambini giapponesi che vengono educati all' importanza della collettività fin dall' asilo, roba che a farlo qui da noi scoppierebbe un caso nazionale di violenza sui poveri bambinetti costretti a lavare i propri piatti, sistemare la classe in perfetto ordine, fare le pulizie et similia con tanto di servizio su Studio Aperto con la musichetta di violino e le mamme che gridano e si strappano i capelli.
Però quelli sono giapponesi e la cultura della collettività e la pressione sociale sono qualcosa di radicato nel senso civico generale, mica solo a scuola per imposizione.
Semplicemente la stessa cosa, con le stesse modalità, qui non funzionerebbe.

Lo Yoga della risata non lo conoscevo, comunque seppur io sia dichiaratamente ostile a qualsiasi cosa puzzi di new age non ti nascondo che per concetto dovrebbe avere la sua ora fissa in ogni scuola.
Senza dubbio la nostra società promuove il successo del singolo e la prevaricazione sugli altri, in Italia poi vi è la profonda cultura del fottere il prossimo ed essere considerati dei vincenti quando si riesce a farlo.
Perciò la vedo dura e alla fine anche una cosa del genere per quanto buona finirebbe per far felici solo quelli del Circolo della Risata, presi per il culo da "tutti gli altri".
In ogni caso la mia domanda è: perchè c'è bisogno dello "Yoga della risata"?
Mi spiego, perchè c'è bisogno di incasellare un' idea socialmente intelligente dandogli un aspetto esotico, un che di orientaleggante alimentando proprio il mito dei "saggi orientali"?
Credi che in India la gente comune segua per davvero certe pratiche?
Oppure è più sensato pensare che anche là ci sia il Circolo della risata con n persone dedite a questa pratica magari altrettanto snobbata o ridicolizzata dalla "gente comune"?
Sempre ammesso che il tutto non sia solo una trovata commerciale di origine americana, la qual cosa non mi stupirebbe affatto...
A me già il fatto di dover dare un nome a qualcosa che dovrebbe far parte del comune buonsenso non piace granchè.
A sdrammatizzare le situazioni, farsi una risata e magari stringere la mano al prossimo me lo può insegnare benissimo anche il simpatico vecchietto giù al bar che avendo passato la vita nei campi contro tutte le avversità della vita abbia scelto di prenderla bene... senza scomodare alcun santone.

In tutto questo discorso il mio punto di vista è molto semplice: il buonsenso, gli atteggiamenti socialmente positivi, il saper prendere la vita nel modo giusto, il puntare alla felicità e all' abbattimento dello stress, NON passano necessariamente da presunte pratiche e filosofie orientali.
Come ribadisco se hai una minima esperienza di viaggi in Asia (e parlo di viaggi in quanto le sensazioni che si hanno sul posto sono ben diverse da quelle provate guardando documentari o film) puoi farti un' idea di come la gente comune abbia gli stessi pregi e difetti di quella occidentale, semplicemente con contesti e culture diversi.
Nelle metropoli come nei campi con la gente che muore di fame, trovi la stessa infamia o dignità dei nostri paesi.
Non voglio parlare di monaci buddhisti (e non intendo cinesi di improbabili templi marziali), perchè quelli sono persone che hanno fatto scelte drastiche che non hanno nulla a che vedere con la gente che vive in città da noi.
E' bene non generalizzare sugli orientali prendendo a riferimento dei monaci buddhisti, perchè a quel punto potremmo dire lo stesso dei frati Cappuccini.
La filosofia del bene in fondo ci appartiene allo stesso modo, resta tutta una questione di saperla applicare con cognizione.

Buona giornata a te.

venerdì 5 dicembre 2014

Back again - considerazioni sulla popolarità (o meno) del blog

Era veramente da tempo che non scrivevo nè, per essere sinceri, mi interessavo minimamente al mondo delle arti marziali su Internet.
Pensate che giusto ieri mi sono ricordato di avere questo blog, l' ho riaperto giusto perchè ho ricevuto la notifica di un commento ricevuto.
Questo giusto per chiarire come stiano le cose, visto che per anni ho ricevuto accuse riguardo la mia presunta frustrazione marziale (ahahah!), voglia di mettermi in mostra (?!?) e altre amenità.

E così avendo a disposizione qualche minuto di puro cazzeggio sul web, capito dopo svariati mesi su di un noto forum nel quale nemmeno a farlo apposta trovo riportato un mio articolo, relativo nello specifico al Ninjutsu.
Sapevo perfettamente quali sarebbero state le reazioni, perciò non mi ha stupito nè interessato più di tanto leggerle tali e quali.
Non che questo mi renda in qualche modo più attendibile, maturo o intoccabile: diavolo penso di aver già spiegato abbastanza queste cose, tanto che mi fa solo sorridere l' aria piccata o saccente che al contrario continua a permeare le reazioni dei Veri Espertoni...

In fondo il pattern è sempre quello: io non conosco niente, quello che scrivo sono tutte falsità da ignorante, i miei giudizi non valgono nulla (soprattutto perchè non ho miei video da pubblicare, quindi non sono nessuno!), parlo male degli altri perchè sono un bimbo brufoloso che ha praticato "O' Caratè" a nove anni ma poi i bulletti pugili lo hanno picchiato, bla bla bla.
Nulla di nuovo e cosa più bella nulla che turbi minimamente la mia vita.
Qualche anno fa, e intendo prima ancora di iniziare a scrivere questo blog, sarei stato capace di rovinarmi la giornata per simili accuse: avrei replicato duramente innescando litigi virtuali, probabilmente finendo per fare quello che fanno tutti gli aficionados espertoni da forum: mediare una conclusione che accontenti un pò tutti, salvando la faccia degli "amici che praticano quel genere di cose ma sono amici e non posso sfotterli" e spiegando che "sì è tutto vero, ma io conosco Veri Maestri® che fanno le cose come si deve, sono ottime persone e saprebbero ammazzare a mani nude un Grizzly addestrato da un Seal sanguinario con la propria AMT!".

E invece la sensazione che provo è di indifferenza totale e me ne compiaccio perchè significa che mi sono liberato per davvero dai condizionamenti del fantastico mondo delle arti marziali.
Che bisogno c' è allora di tornare a scrivere qui, partendo proprio da quel post?
Beh, ci tenevo solo a sottolineare una volta di più quanto sia importante fare attenzione quando ci si avvicina a queste pratiche, e intendo le arti marziali tutte.

Ci si interessa di qualcosa di affascinante, non importa di quale stile o metodo si parli, poi ci si appassiona e si cercano informazioni.
E a seconda delle persone con le quali si viene in contatto si possono ricevere risposte più o meno credibili, opinioni più o meno sensate; Ci si rivolge agli "esperti", o quelli che si ritengono tali, e spesso si finisce ugualmente per dar credito e sostenere quelli che hanno più carisma o praticano ciò che ci piacerebbe fare.
Perdendo un pò di vista il punto che da anni cerco, con tono ironico o strafottente a seconda dell' umore, di sottolineare con le mie considerazioni: il senso critico.

Non ho mai preteso di essere io l' esperto di turno (il cielo me ne scampi!), ho sempre riportato le personali impressioni derivate da tutto quello che ho vissuto in questo campo, sottolineando quelle cose che prima mi sfuggivano proprio perchè la mia vista era annebbiata da luoghi comuni, condizionamenti di parte o mancanza di approfondimenti.
Naturalmente nemmeno quello che scrivo qui rappresenta la Verità: sono solo la mia esperienza e le mie osservazioni.
Chi vuole leggerci frustrazioni di un bimbo represso, libero di farlo.
Chi ci vede ignoranza per via di mie esperienze limitate nell' argomento specifico, altrettanto.
C' è persino qualche sprovveduto che più o meno velatamente mi ha eletto a paladino della "verità marziale", e anche a questi dico che non è cercando un altro leader che si trovano le risposte.
Ognuno deve far quadrare i propri conti, io sono ben lieto di aver sistemato i miei, anche se questo ha significato distruggere l' immagine romantica delle arti marziali che avevo fin da bambino e sostanzialmente smettere di praticarle con quello spirito.

Non date retta a nessuno se non al confronto, ai dati, all' obiettività.
Se una persona esperta e in buona fede vi dice una tal cosa, fate sì con la testa e poi ascoltate anche il parere di altre dieci.
Le persone amano raccontare fatti o esprimere giudizi spacciandoli per verità, siamo tutti fatti così: ma sono solo episodi ed ognuno vive e giudica le cose con parametri ed esperienze diversi.
Imparate a mettere i puntini sulle i, a costo di essere petulanti, avendo come unico e solo punto di riferimento l' obbiettività: è quello l' unico parametro di cui fidarsi veramente... a patto di saperlo valutare!
Ci dice che migliaia di persone si difendono ogni giorno grazie alla propria pratica, anche della più improbabile delle arti, ma che quella pratica spesso rappresenta una minima parte del successo.
Ci dice che milioni di persone praticano arti marziali convinte di essere spiritualmente e moralmente arricchite, ma poi nei fatti compiono nefandezze o gesti del tutto incoerenti nella vita di tutti i giorni.
E ancora ci dice che le tecniche, i metodi, i presupposti con cui si praticano gran parte delle arti marziali non hanno fondamenti scientifici; e quand' anche questo non sia importante, vengano vendute senza parlare chiaro riguardo a nessuno dei loro aspetti.
Perchè è di questo che parlo qui, e trovo sconfortante che dopo anni debba tornare a ribadirlo.

L' unica ragione per cui tengo aperto il blog, dopo averlo chiuso già una volta proprio per il disgusto provocato da certe reazioni, è sempre quello: ci ho scritto quello che avrei voluto farmi leggere quando ho iniziato la mia avventura in questo campo, e a qualcun' altro è tornato utile per fare le proprie riflessioni.
Se un bambino vuole fare l' astronauta perchè sogna di camminare sulla Luna, io penso che sia giusto spiegargli che non funziona come nei cartoni.
Dovrà studiare per anni cose pallose o che non c' entrino nulla, diventare prima un pilota dell' esercito, forse andare contro ad ideologie personali o morali, diventare una specie di robot con migliaia di procedure in testa, e chissà che altro.
E magari scoprendo che alla fine camminare sulla Luna non voglia dire un cazzo...
A me non interessa nulla se ciò che ho scritto sia popolare o meno: mi basta raccontare del mio viaggio verso la Luna.

venerdì 22 agosto 2014

Anno nuovo, arti marziali vecchie

Ogni tanto mi piace fare ricerche nel web riguardo ai miei precedenti istruttori, per vedere se in qualche modo siano maturati da quando ci siamo persi di vista.
E' naturale che non sia così, del resto loro praticavano il non plus ultra delle AMT e non ammetterebbero mai tutti gli errori commessi e le cazzate divulgate.
E infatti ecco che scopro, senza stupore, l' ultima evoluzione dell' arte marziale... tradizionalisssssima... inventata di sana pianta dal mio più che ex maestro.
E mi viene una gran voglia di commentare la sconvolgente quantità di cazzate che ancora una volta ha scritto sul suo sito, provando disgusto per come altri poveracci finiranno raggirati.

Leggo dei soliti valori aggiunti che "le arti marziali Orientali" dovrebbero avere nel loro patrimonio: ed ecco le solite idiozie sulla filosofia e tutta quella serie di traguardi nobili e profondi ottenibili grazie a questa pratica, senza mai specificare che in sostanza ti metteranno per anni a ripetere coreografie e balletti, nulla di più.
Esilarante il passaggio riguardo alla "preparazione fisica e tecnica completa" e "alla portata di tutti", ma (mi raccomando!) senza trascurare i principi energetici (eh?!?) fondamentali per le tecniche e le... filosofie marziali (WTF?!?!).
Insomma, da loro si fa preparazione fisica completa, e già qui scoppio a ridere nell' immaginare il mio grasso ex maestro intento a spiegare esercizi che non ha mai fatto nella vita nè è mai stato in grado di fare, teoria dell' allenamento, programmazione, etc.
Ah già, ma praticando le antiche AMT la "preparazione fisica completa" è intesa in modo diverso: qualche giro in tondo per la palestra, una ventina tra piegamenti e addominali generici e a posto così.
Come al solito spicca quella frase, alla portata di tutti.
Perchè in questo orrido mondo del politicamente corretto e del business a tutti i costi non si può sbattere in faccia ad una grassona sfaticata o a un ometto rachitico che per poter fare preparazione fisica, quella vera, bisogna prima mettersi a posto con la testa e con il fisico: niente di tutto questo, vieni da noi che è già tutto alla tua portata!
E del resto come contraddirli... 10 piegamenti (anzi, "flessioni" ahahahah) sono il massimo che gli verrà richiesto, e quando arriveranno a farne 10 il traguardo sarà raggiunto!

Anche stavolta non posso nascondere che tutti questi intenti non sarebbero criticabili se la cosa fosse pubblicizzata solo come ginnastica di mantenimento o come una piacevole e divertente attività di gruppo.
E invece vedo che non è stato fatto alcun passo avanti, nonostante oggi anche i più ostinati dovrebbero arrendersi all' evidenza: pubblicizza ancora il fatto di allenare la difesa personale.
Il riferimento alle tecniche di lotta mi apre un sorriso automatico adesso che ne capisco qualcosa, e mi immagino di capitare una sera nel loro corso e chiedere uno sparring per testare le loro tecniche "da difesa".
E siccome so bene cosa sia la loro lotta, fantastico su come potrei annichilire una ad una ogni singola tecnica e ogni singolo praticante, a partire dal maestro, dimostrandone l' assoluta incapacità.
E non perchè io sia chissà quale mostro di bravura, inteso.

Di nuovo un nome inventato a tavolino, di nuovo fotografie in pose plastiche, tutto uguale a prima solo in una nuova veste per accalappiare polli da spennare.
Vedo inoltre che gli unici esponenti rimasti sono gli stessi di cui ho già parlato anni fa: le persone più innocue e "marzialmente" scadenti che abbiano bazzicato in quel gruppo.
Non li biasimo, del resto praticavano per hobby e sono certo che non gliene freghi poi molto di saper applicare ciò che allenano da DECENNI... ma questo non fa che confermare quanto scrissi in svariati post.
Quando entri in quel tipo di gruppo, col tempo puoi diventare un' autorità anche se sei uno zero in termini di abilità effettiva nelle arti marziali.
E' tutta una questione gerarchica, basta continuare a frequentare, pagare quello che c'è da pagare, passare i ridicoli esami basati sulla memoria e non mettere mai in discussione quanto dica il maestro, perchè Egli è Unico e Trino...
Un circolo di giovani marmotte che rispetterei se non fosse per questa assurda ostinazione nel presentarsi anche come esperti di autodifesa e combattimento.

Ognuno faccia ciò che gli pare, è giusto.
Ma non posso che ringraziare ogni volta me stesso per essere evaso da quel muco di stronzate, vedendo dove sarei oggi se non avessi trovato il coraggio.
Disgustorama.

martedì 17 giugno 2014

Risposta - 5b

Ciao Anonima, ti rispondo nuovamente in un post perchè nei commenti diventerebbe troppo disordinato, oltretutto fai domande intelligenti che ritengo giusto riaffrontare (anche se come ripeto puoi trovare già delle risposte nei vari interventi passati).

"ma quale attività non ne ha una? [di filosofia]"
Parlo della filosofia ostentata con cui vengono divulgate le arti marziali nello specifico, sai, tutte le storie sulla saggezza, le massime di vita, la profondità d' animo, il senso del giusto... ogni attività ha un suo "mindset", uno "spirito" con la quale viene affrontata e se vogliamo un suo luogo comune nell' immaginario.
Nelle arti marziali c' è questa cosa del diventare saggi, riflessivi, calmi, spiritualmente elevati, bla bla bla. Tutte palle.

"ognuno trae dall'esperienza ciò che vuole"
Esatto, infatti ognuno vive la propria pratica (qualsiasi) in modo molto intimo e con convinzioni personali. E' tutto normale e ovvio.
Solo che nelle arti marziali tradizionali vengono ostentati presunti valori aggiunti che in sostanza non trovano conferma.
Non viene detto che queste siano cose personali, viene detto che vengano ottenute proprio grazie alla pratica. Ed è falso.

" forse tu avendolo praticato agli arbori in Italia e per 20 anni fa..si era presa l'idea solo alla bruce lee di questa arte - spero che da allora si sia fatto qualche passo in avanti"
Per più di 20 anni eh, non 20 anni fa...
Certo, e ti dirò di più: i passi in avanti si sono fatti proprio perchè gente come me, prima di me, nel tempo ha iniziato a slegarsi da tutte le falsità oggettive di queste discipline, sia a livello tecnico che a livello morale.
Pian piano è diventato di pubblico dominio cosa funzioni in un combattimento e cosa no, si sono sfatati i racconti dei vari pallonari che si cucivano il mito di invincibilità addosso e sono caduti gli altarini delle varie bugie perpetrate negli anni nei vari stili e associazioni.
Non è ancora finita e io racconto solo la mia parte.

"a livello pratico dici tu in caso di bisogno non serve a nulla, giusto?"
Non dico che non serva proprio a nulla, dico che la cosa è ESTREMAMENTE sopravvalutata.
Il buonsenso della nonna è la forma di autodifesa più efficace esistente, ma quella di cui meno si parla perchè la gente ormai lo ha perso di vista e riduce il tutto ad una questione di schiaffoni.
Senza avere reale congizione di cosa voglia dire fare a schiaffoni.


"il karate o il kung fu insomma sulle donne non ha lo stesso effetto sul corpo che ha il nuoto sulla Pellegrini, giusto?"
No, non ce l' ha, non in quel modo. Con rispetto per le nuotatrici professioniste, capisci che il nuoto a quel livello è un' attività che deforma il fisico adeguandolo al massimo risultato specifico.
Così come nel calcio i muscoli delle gambe diventano particolarmente sviluppati, e così via. Per non parlare del Body Building estremo in cui come saprai le donne perdono completamente il seno (e se lo rifanno per farlo sembrare... "normale").
Le arti marziali in generale contemplano un tipo di allenamento più armonico, che non "deforma" il fisico in maniera così evidente.
Mi riferivo alle arti marziali, ci sono campionesse di varie discipline che pur allenandosi in un modo che farebbe vomitare tanti maschietti sono pure assai carine.
Al momento mi vengono in mente Ronda Rousey o Rika Usami, ma ce ne sono a iosa.

"in base alla tua esperienza la pratica dell’arte marziale ha degli effetti armonici sul corpo di una donna, cioè la sua fisicità femminile rimane la stessa, oppure si sviluppa più una parte rispetto ad un’altra"
La mia esperienza mi dice che ho visto ragazze allenarsi seriamente e ad alta intensità solo nelle discipline funzionali; Altrove, nelle cosidette arti tradizionali, perlopiù si gioca e quindi gli effetti sul fisico sono minori che al corso di Zumba.
Conosco sia ragazze che competono e che fanno sbavare i maschietti per strada, sia quelle che li intimoriscono perchè hanno gli addominali più sviluppati dei loro... insomma, dipende tutto dal tipo di intensità, considerando che parliamo comunque di una preparazione full body di stampo cardio e functional training con pesi vari.
Che NON E' Body Building.
Se decidessi di provare, beh... ti faccio un esempio pratico: vai a vedere una lezione di Wing Chun o di "Cin Ciun Ciao" e guarda che preparazione fisica fanno e che "fisico" ha in media l' utenza; Poi vai a vedere una lezione di Muay Thai o di Brazilian Jiu Jitsu. Trai da sola le tue conclusioni.

"Quali sono questi arti funzionali al combattimento?"
Ne ho già parlato, comunque per riassumere sono tutti quegli stili che mirano in modo scientifico e pragmatico all' obiettivo, senza infarcirlo di folclore astruso, esercizi fini a sè stessi, teorie orientali e formalità ostentate.
Per citarne alcune: Muay Thai, MMA, BJJ, Boxe, Lotta, Judo, Sambo, Kick Boxing, Sanda...

"se davvero una donna volesse seguire un corso per avere nozioni di corpo a corpo (come scrivi tu) quali sono in Italia?"
Purtroppo non posso fare da portavoce per nessuno, anche perchè di cazzari cominciano a trovarsene anche tra gli istruttori di arti funzionali.
Ti posso solo dare una linea guida: lo sport è una cosa, l' autodifesa un' altra; Se ti interessa l' allenamento sportivo hai una buona scelta tra gli stili che ti ho riportato sopra, ma se ti interessa difenderti devi rivolgerti ai sistemi di difesa.
E lì purtroppo siamo spesso poco al di sopra delle arti marziali quanto a stronzate... ma almeno non ti mettono per anni a mimare i pappagalli delle pianure del Sichuan.
Vai e vedi, se fanno cose che ti fanno paura e che non pensi di poter fare, se si picchiano e non risolvono tutto a dita negli occhi e calci nelle palle è un buon segnale...
I sistemi di difesa non sono sport e non vengono allenati con le modalità "sportive", sebbene sia importante chiarire una volta per tutte che la preparazione fisica sia imprescindibile per aumentare le proprie chances di autodifesa, e non (solo) per una questione di immagine.
Sono metodi che affrontano l' argomento in modo diretto e, si presume, molto più pratico.
Ci sono buone cose, questo sì, ma purtroppo è arduo per un neofita riconoscere il cazzaro da quello che sa di cosa parla.
Se leggi Krav Maga sei su una strada migliore di "corso di difesa", ma occhio ad essere MOLTO obiettivi anche lì... perchè ti venderanno palmate, ginocchiate e disimpegni senza mai farti "lottare" per davvero...

"se si seguisse questo corso ci si saprebbe difendere...o vale sempre il discorso "buonsenso della nonna"?"
Il buonsenso come ripeto e aldilà delle battute è la cosa più importante tra tutte.
Oggi latita, e parecchio.
Nei corsi di difesa dovrebbero spendere le ORE a parlare di buonsenso invece che di tecniche strappa-intestini...
Vedi, "seguire" il corso non è sufficiente, è quello che fanno in molti e poi finiscono per fare quello che avrebbero comunque fatto anche prima (smanacciare alla cazzo, tirare colpi senza cognizione, graffiare, sputare, gridare...).
Per fare un esempio: se ti iscrivi ad un corso di Tedesco, se "segui" con impegno le lezioni... alla fine ne saprai qualcosa, ma non saprai conversare con un tedesco.
Ecco, se pratichi una di queste cose e ti impegni durante le lezioni alla fine ti troverai con qualche nozione e zero cognizione reale: non è sufficiente.
Devi farlo attivamente e costantemente per molto tempo, e la faccenda non riguarda solo tecniche di difesa, devi capirne anche di psicologia del comportamento, ad esempio.

Quanta voglia hai veramente di allenarti a "fare a botte" (perchè è di questo che parliamo)?
No, le tecnichine di Krav Maga così da sole non bastano affatto, soprattutto quelle che terminano lo scontro dopo un pò di ginocchiate e palmate.
Devi avere un quadro completo dell' argomento e ricordare che anche dopo anni di sangue versato potrebbe arrivare un dodicenne sfigato con un coltello e mandarti al creatore.
Però sì, tra il non sapere nulla e il saper qualcosa c' è una bella differenza.
Bisogna fare le cose nel modo più duro e violento possibile, però... Lo accetti?

"perché tu dici che sai con chi riesci a vedertela in termini di corpo a corpo e con chi no e allora ciò vale anche per le donne…cioè riuscirebbero a contrastare certi uomini sì e certi uomini no…oppure non servirebbe lo stesso a nulla?"
Sì, questo è vero. Anzi, è la parte onesta del discorso, perchè è anche sbagliato presumere che tutti gli uomini siano giganti omicidi con la bava alla bocca.
Dico solo che in media le donne sono fisicamente più "deboli" di un uomo, parlando di scontro fisico, e soprattutto meno avvezze alla lotta e violenza, anche per le ragioni culturali di cui accennavo, e quindi per loro risulta ancora più complicato avere la meglio.
Ma non è una regola ferrea, per fortuna. Soprattutto quando hai in mano un' arma... dai un' arma ad un nano e prova a sopraffarlo, poi discutiamo se sia la stessa cosa, mi spiego?


" Immagino che le donne che seguono tali corsi solo perchè a loro piace però si fanno fisicamente molto male"
Beh, detto fuori dai denti, SI.
Certo non vai in palestra "per farti del male", ma va da sè che se ti alleni sul serio nel combattimento, prima o poi te ne farai, soprattutto se vuoi competere.
Te ne fai però anche giocando a pallavolo, a tennis, a calcio, andando in bici.... etc etc etc.

"se ci sono donne che lo seguono...come sono? maschiacce, rozze ecc oppure no...questo è un altro pregiudizio da sfatare?"
Non voglio farne una regola, ma nella mia modesta esperienza sono le atlete di altri sport ad essere molto più "maschiacce" e.. "rozze".
Nel calcio ad esempio, o nel rugby: personalmente conosco alcune di queste atlete e in squadra una buona percentuale sono lesbiche (spero che questa affermazione non venga fraintesa, anche perchè è un dato di fatto).
Al contrario non ne ho ancora conosciute negli sport da combattimento, anzi.
Sia nel comportamento che nel fisico.
Già il fatto che tu dica queste cose manifesta il tuo carattere, ci sono persone che per indole non potranno mai diventare "tigri".
Non che questo sia un male, intendiamoci, ma trattando dell' argomento è inevitabile arrivare a questa osservazione.
Una tigre diventa tale solo quando vive con altre tigri, non in un gregge di pecore.
Le arti marziali di cui discuto sono fatte per pecorelle che si vogliono mettere la maschera da tigre; E quando poi finiscono in un branco di tigri vengono divorate, perchè la maschera non le rende autentiche.
Praticare certe cose aumenta di molto l' autostima, ma è un risultato spesso fasullo, un contentino per pecorelle, una maschera appunto: ti convinci di essere un grande combattente perchè mimi tecniche mortali, fai la faccia cattiva alle dimostrazioni o durante le forme e man mano che sali di grado, facendo esami ridicoli basati sulla memoria e il "gesto tecnico", gli ultimi arrivati cominciano a vederti come un leader... perchè hai una posizione gerarchica superiore.
E tu te ne convinci, e intimamente te ne bulli.
E' ben diverso se invece i tuoi risultati li raggiungi per davvero e sono tangibili: quando riesci a "vincere" altra gente, quando riesci a correre più a lungo, più velocemente, a sollevare più pesi, a reggere la pressione di uno scontro...

Secondo me una chance te la devi concedere ma vai a ripescare i miei vecchi post sui consigli per i principianti prima di finire nelle mani del solito pallonaro nella solita arte marziale "antica e tradizionalisssssima".
Un saluto

lunedì 16 giugno 2014

Risposta 5

Ciao Anonima,

premetto che alla maggior parte delle domande ed osservazioni che hai riportato puoi trovare risposta leggendo il blog.
La sensazione è che anche tu, incolpevolmente, abbia un' idea stereotipata delle arti marziali e del loro mondo ed è proprio di questo che discuto qui.
Cercherò comunque di darti qualche risposta più specifica, come consueto:
- Tu parli di sport, ed è questo il punto: lo SPORT è un' attività meravigliosa, utile per il fisico e per la mente e tutto quello che si vuole.
Di qualunque sport si stia parlando.
Il problema nasce nel momento in cui all' attività fisica e ludica, si vogliano associare in modo falso, disordinato e pretenzioso anche tutta una serie di altri valori che vanno dalla filosofia, ai valori etici e morali, all' educazione civica e così via.
Questo è quello che si fa nelle arti marziali, e quello di cui discuto nel blog perchè nella realtà dei fatti è marcio all' inverosimile.

- L' aggressività di cui parli l' ho intesa, ma purtroppo non vi è una relazione diretta tra lo spirito con cui affronti un' "attività ludico-sportiva" e quello con cui si affronta un' aggressione.
Un conto è l' aggressività nella determinazione, un altro quella nella paura.
- L' arte marziale, come mille altre attività, può farti conoscere cose di te e degli altri.
L' ho sottolineato molte volte nei post: è questo il discorso, non c' è nessun valore aggiunto nelle arti marziali in sè, tranne il fatto che in esse venga forzato!
Si dice che "grazie alla loro pratica si diventi più calmi e riflessivi", ma è solo una convinzione perchè potrebbero dirti lo stesso dell' arrampicata.
Dovrebbero rendere "più saggi", ed invece sono popolate da coglioni ignoranti della peggior specie, a partire proprio dai cosidetti maestri.
Dovrebbero indurre all' autocontrollo e rifuggere la violenza, e poi scopri che in sostanza quelli pacifici sono delle specie di santoni parolai ed incapaci, mentre gli altri sono teste calde che non vedono l' ora di finire alle mani per facezie.
E in tutto questo la gente si dimentica che siano ALTRE cose a rendere una persona quello che è, NON la pratica di una ginnastica infarcita di luoghi comuni a forza.

- "Perchè sei rimasto deluso da quelle che chiami sette?"
Ne parlo diffusamente nel blog, se ti va di leggere soprattutto gli interventi del primo anno.
Sono sette perchè si sviluppano, perlopiù involontariamente resti inteso, come tali: una "guida" carismatica, una pratica ricca di regole e formalità da accettare "as is", una gerarchia da rispettare che crea una piccola isola felice in cui uno possa rifugiarsi ed avere un ruolo anche se al di fuori è un inetto.
Ne sono rimasto deluso perchè ci credevo e ci ho speso moltissimo tra tempo, soldi e speranze, proprio come un bravo soldatino soggiogato.
Poi ho acceso il cervello, ho iniziato a fare ricerca, a non accettare più ciò che mi veniva raccontato senza farmi domande, a fare paragoni e, cosa più importante di tutte, ho iniziato ad usare il comune buonsenso.
Questo vale per ogni cosa nella vita, e quando cominci a giudicare quello che avviene in questi ambienti senza più doverlo giustificare per forza, capisci davvero tante cose.

- "anche se sono barzellette new age tu non pensi che dietro a tutto questo vi sia un sentimento nobile?"
L' hai detto, sono giusto barzellette new age.
Tutta la "cultura" new age è una barzelletta, almeno per uno pragmatico come me.
Quello che si fa in moltissime arti marziali è promozione di cultura new age.
Che può andare benissimo per alcune persone, ognuno faccia ciò che gli piace... ma se vengono raccontate emerite idiozie e falsità allora non mi sta più bene.
Il sentimento nobile muove i buoni intenti di molti, ma non per questo si deve giustificare la divulgazione di falsità e la disonestà.
Oltretutto i "maestri" sono tutti convinti di essere mossi da sentimenti nobili, ma hanno la capacità di autocritica di un Adolf Hitler... non so se mi spiego.
- "non c'è nulla di cui sei grato all'arte marziale?"
Io sarò anche eccessivo, ma non credo sia questione di essere grati di nulla.
Se non avessi praticato per tutto quel tempo "arti marziali", avrei avuto un' altra vita. Avrei conosciuto altre persone, fatte altre esperienze... insomma, a me dire che in fondo in fondo sia felice così non sta bene.
Chi lo sa se giocando a pallanuoto non avrei conosciuto ancora più amici, o avuto più ragazze, o viaggiato in più posti, etc. etc.?
Non si può dire.
Quello che posso dire è che dopo decine di anni spesi sul tatami allenandomi in cazzate e credendo in buona fede ad altrettante cazzate, la sensazione preminente non è la gratitudine.
E non perchè supponga che le arti marziali mi abbiano dato "meno" di altre ipotetiche attività: ma perchè sono certo che a livello di allenamento avrei potuto fare miliardi di cose migliori (vista l' impreparazione o totale ignoranza dei sedicenti maestri) e a livello tecnico esistevano già sport da combattimento concretissimi e scevri da stronzate immaginarie.

- "dici che hai praticato le arti marziali per 20 anni ma quale arte marziale hai praticato? (scusa non ho letto tutti i tuoi post e credo di aver capito che praticavi karate)"
Tra le altre ho praticato anche Karate, ma non è stata la pratica più lunga.

- "Ho sempre ammirato chi praticava arti marziali perchè li "percepivo" effettivamente più nobili nell'animo di uno che faceva body building ma forse sono preconcetti perchè leggendo i tuoi post sembra che di saggio non ci sia nulla e ciò mi è dispiaciuto facendo crollare alcune mie fantasie."
Infatti, mi spiace ma è proprio così, sono tutti preconcetti giustificati dalla pessima pubblicità perpetrata nei decenni dai media.
Questo non esclude che ci siano anche persone validissime, ma quello che cerco di rimarcare è che sono le persone ad essere più o meno valide, non è la tal pratica a renderle tali.
Peccato che questa affermazione venga utilizzata poi da tutti per portare acqua al proprio mulino...
E' una questione puramente sociale, nessuno parlerebbe male di sè stesso.

- "spesso le donne temono quello che può essere l'effetto di questi sport maschili sulla femminilità sia a livello di comportamenti che sul fisico."
Vedi, tu continui a parlare di sport.
Prova a parlare con qualche convintone praticante di arti marziali cinesoidi o "antiche"... sarà inorridito e ci terrà a sottolineare che il suo non è mica uno sport: è molto di più!
I più ridicoli poi sono quelli che proprio aborrono lo sport, la preparazione fisica, l' agonismo e tutto il corollario.
Comunque non è vero, ci sono schiere di ragazze che competono anche ad altissimo livello pur mantenendo la loro femminilità e fisico invidiabile.
Francamente a me fa senso una Pellegrini, un uomo mancato: il nuoto ad alto livello sì che crea un fisico maschile; O il Body Building estremo.

- "non per forza per picchiare ma per sapersi prendere cura di sè perchè anche solo per spostare da noi qualcuno che non ci piace per esempio"
Dici bene, ma io ti chiedo: cosa significa per te il sapersi prendere cura di sè?
Perchè dalla mia esperienza le persone (uomini e donne) che si prendono più cura di sè sono quelle appassionate di Body Building: sono quelle più attente e che vivono la propria passione tutto il giorno tutti i giorni, facendo attenzione alla dieta, allenandosi in modo rigoroso, etc.
Non i marzialisti che si sentono dei novelli samurai un' ora alla volta per due o tre volte alla settimana...

Ma se invece ti riferisci al "sapersi difendere", beh... è un desiderio più che legittimo.
E che purtroppo le arti marziali, quelle fatte con in testa la pace dei popoli, la saggezza orientale, l' autocontrollo, le tradizioni di popoli che non c'entrano niente con il nostro... affrontano in modo raffazzonato e fuorviante, soprattutto per i più deboli.
- "Le donne sono molto soggette a queste cose e a volte capire che non abbiamo mezzi per difendersi è triste."
Eh già. C' est la vie.
Pensa te, io volevo diventare un campione di pallavolo, ma la natura non mi ha fatto alto uno e ottanta...
Sono molto triste.
Allora andrò a giocare a mini-volley, così potrò raccontarmela di essere anche io un campione!
Sorry, quando si parla di gente che ti mette le mani addosso non funziona mica così... eppure è esattamente quello che ti inculcano praticando le maledette arti marziali "adatte a tutti".
E' tutto molto triste.
- "questo si aggiunge che per secoli ci hanno insegnato solo a dir di sì e ad essere docili"
Verità assoluta, ma permettimi di specificare: nella nostra società, e in Italia in modo particolare, è così.
E' una questione prima di tutto culturale, e in secondo luogo antropologica.
Ciò non toglie che esistano al mondo milioni di donne tutt' altro che docili e remissive, e uomini deboli e mansueti.

- "ma davvero secondo te le arti marziali non portano a nulla?"
Certo che no, non voglio essere frainteso nonostante il tono del blog: come ripeto ho già affrontato molte volte questo argomento.
Però vedi, se mi parli di acquisire abilità pratiche, concrete e dimostrabili continueremo ad allontanarci da quello di cui discuto nel blog, ovvero le cosidette AMT, le arti "tradizionali" infarcite di tutte le pirlate pacifiste, maestri saggi, forme cinesoidi, stronzate cinesoidi, coglionate cinesoidi...
Quelle che fanno impazzire il pubblico alle esibizioni, quelle decantate nei film con il coglione cinesino che sconfigge 10 karateka alla volta con i pugnetti a catena, quelle in cui si parla di filosofia o di presunti poteri speciali che acquisirai respirando come un lamantino per 10 anni, perchè solo tra 10 anni diventerai fortissimo... salvo poi finire rovinato dalle botte dal primo tamarro che ti vorrà menare per davvero.
Quello di cui dovresti parlare sono le arti funzionali al combattimento, che ancora non garantiscono nulla ma almeno trattano il discorso senza fronzoli.
I sistemi di difesa personale poi sono un altro discorso, ma ti invito a leggere il blog.

- "tu quale sport consiglieresti davvero ad una donna?"
Boh, quello che la diverte e le interessa... lo SPORT non ha niente a che vedere con la difesa personale, che anche la campionessa intergalattica di una specialità se proprio voglio la ammazzo anche io con un coltello, un paio di amici e un agguato in piena regola.
Attenzione a non incappare in questo facile malinteso.

- "Che la faccia sentire sempre femminile nel corpo e nei modi ma capace di difendersi sul serio."
Vedi, tralasciando il fatto che "difendersi" voglia dire troppe cose: se parli di tirare qualche cazzotto all' energumeno infoiato e stenderlo, beh, ti posso dire che anche io non sono per niente sicuro di poterlo fare.
Capisci, pratico arti marziali da più di vent' anni, sono stato campioncino di qui e di là, ho anche tirato in match full contact, non ho particolarmente a cuore il bene del prossimo (anzi, spesso ho pensieri omicidi verso la gente)... eppure proprio perchè ho acceso il cervello e mi sono liberato della falsa sicurezza data dalla pratica, so perfettamente che le cose non funzionano come si vorrebbe.
Certo, le mie chances di "autodifesa" sono enormemente superiori ad un mè stesso privo di nozioni: ma non garantiscono niente.
Per questo dico che alla fine uno non dovrebbe avere in mente questo obiettivo, a meno che non lo voglia affrontare sul serio.
E quello che ho imparato è che le persone veramente capaci, quelle che hanno imparato "sul serio"... passano metà della vita a fare quello e l' altra metà ad aspettare di essere aggredite.
Certo, esistono anche corsi validi per avere nozioni di corpo a corpo del tipo di cui parli ma tu mi parli di sport.
Conosco ragazze agoniste capaci di fare ciò che chiedi, ma praticano ad un livello piuttosto alto e soprattutto... non gliene frega nulla dell' "autodifesa".
Praticano perchè gli piace.

- "Anche se praticassi tiro con l'arco non potrei portarmi dietro arco e frecce."
Beh, però considera che oggi anche i bimbiminchia vanno in giro con un coltello in tasca... io girerei volentieri con un compound in spalla se mi garantisse una buona difesa!
La verità è che nel campo dell' autodifesa, il corpo a corpo a mani nude è l' ultima delle ultime opzioni, ma la prima che amano pubblicizzare i bastardi maestroni per attirare le ragazzine in hot pants con gli occhioni grandi grandi ai loro dannati corsi di "antiaggressione femminile".
Io per onestà consiglio sempre:
- ripassare per bene il buonsenso della nonna
- imparare ad usare uno spray urticante
- addestrare un leopardo e portarselo in giro
- avere come moroso il Techno Viking
- diventare grasse e sfatte come le ciccione che girano su quelle macchinette elettriche al Walmart

- "Come si può essere guerriere, allora?"
Essere guerriere è una condizione molto personale che va coltivata ogni secondo della vita, qualunque cosa si stia facendo.
Non ha a che fare con una qualche pratica sportiva o ludica.
Io ti posso dire che una volta, anche "grazie" alla profonda convinzione che avevo nelle "nobili arti marziali tradizionali", ero proprio una pecorella: promuovevo la pace dei popoli, la giustizia, il perdono, l' autocontrollo, la nobiltà d' animo; Credevo nella tecnica al di sopra della forza, nei cinesini che sconfiggevano i buzzurri occidentali anabolizzati a suon di piroette e colpi roteanti (e più erano anziani più erano forti e saggi!), nelle forme di balletto allenate con precisione maniacale che dovevano rendermi capace di... boh, di fare qualsiasi cosa aldilà del balletto...
Tutte stronzate, tutto tempo sprecato, tutte idiozie new age.
I colpi bassi della vita, e non parlo di "botte", mi hanno insegnato che il mondo è un luogo subdolo in cui la gente priva di scrupoli, cattiva, ha la meglio, piaccia o no.
E ho iniziato ad incazzarmi, a perdere il rispetto per chi non lo meritasse, a non essere più "politicalmente corretto", ad osservare cosa facessero le persone che mi facevano paura, non quelle buone e brave.
Ho iniziato ad osservare e confrontarmi, ricercare e fare paragoni, prima di tutto per non sentirmi più così "debole".
La debolezza è una cosa molto più profonda del "non saper menar le mani".
E' una condizione mentale, la propria immagine riflessa in rapporto al mondo, l' immagine che noi abbiamo di noi stessi.
Alla luce di questo, la determinazione IO l' ho guadagnata in questo brutto modo, perdendo la fiducia nel prossimo e rifiutando in modo categorico di adeguarmi all' immagine di bravo ragazzo che mi ero costruito intorno.
Invece di giustificare sempre tutti, di perdonare, di essere diplomatico, ho iniziato ad essere aggressivo, a non accettare compromessi e ad odiare la gente.
Non è una cosa bella, ma non è di questo che sto parlando: dico che nel mio caso venivo da una tale bambagia di moralità che per imparare a farmi valere ho dovuto scontrami in modo drastico con me stesso.
E solo in seguito la pratica di arti funzionali al combattimento, come ho spiegato, mi ha permesso di canalizzare al meglio questa "rabbia", altro che pirlate orientali.
Se ho capito cosa intendi per essere guerriere, il mio percorso è passato da questo.
Molti anni fa se un tizio avesse cercato di farmi del male, sarei finito malissimo:
- avrei rifiutato lo scontro per convinzione etica;
- avrei reagito in modo blando, sai, "per non fare più male del dovuto"... tsè
- avrei reagito abbozzando tecniche ridicole, allenate nella mia pratica falsata
- non avrei saputo nulla di cosa fare prima e dopo
- sarei pure stato capace di chiedere scusa per un colpo andato a segno...

Oggi so che se qualcuno cercasse di farmi del male:
- meglio evitare, perchè so percepire con chi possa vedermela e con chi no
- so come IO sappia vincere un combattimento corpo a corpo
- accetterei lo scontro con molta più cattiveria del mio aggressore
- colpirei duramente, sapendo quale sia il livello di danno dei miei colpi buoni
- so cosa fare prima per evitare, e dopo per pararmi il culo
- non solo non gli chiedo scusa, ma gli incido anche il mio nome nelle carni.

Bye