mercoledì 16 ottobre 2013

10 cose che non avrei mai scoperto continuando a praticare arti marziali "tradizionali"

Se guardo indietro al mio passato mi accorgo di una serie di cose che continuando a praticare quel tipo di arti marziali non avrei mai scoperto.
Alcune di queste riguardano questioni di correttezza, onestà e verità oggettiva; Ma altre, più gravi, riguardano la percezione di quello che facevo e delle mie potenzialità.
Vediamone alcune:

1) I miei colpi erano veramente deboli
Ricordo come se fosse ieri la prima volta che partecipai ad un allenamento di Muay Thai e il modo in cui l' istruttore mi fece notare che i miei pugni erano scarsissimi.
Io ero sicuro di tirare delle bordate micidiali, mi ero (e mi avevano) convinto che con tutti gli anni passati a mimare colpi nell' aria, curando in modo maniacale la posizione e con il busto immobile, i miei pugni fossero perfetti e capaci di sfruttare "l' Energia Interna".
E invece contro un bersaglio vero erano poco più che buffetti, soprattutto se paragonati alle cannonate degli altri ragazzi.

2) La mia forma fisica era scadente
Badare, non sono mai stato un obeso nè mi sono mai lamentato per gli allenamenti "duri".
Solo che un allenamento "duro" non sapevo nemmeno dove stesse di casa.
Credevo di essere allenato perchè sapevo fare piroette, lunghe forme di posizioni senza fermarmi e reggevo senza problemi sessioni di ben trenta piegamenti sulle braccia quando i compagni crollavano.
Quando iniziai a fare sul serio ricordo come a metà allenamento la testa iniziava a girarmi, come dovevo rinunciare agli sparring per mancanza di fiato, e come dopo cinque minuti di corsa vera ero costretto a camminare per non morire lì in strada.

3) L' aggressività ti fa vincere
Ero talmente intriso di buoni valori, parabole su saggi orientali pacifisti e condizionamenti psicologici sull' autocontrollo che davanti ad un avversario aggressivo, cattivo, andavo in panico rifiutando proprio lo scontro violento.
Ero talmente saturo di tecniche e stretegie basate sul contrattacco che finivo per prenderle semplicemente perchè restavo in attesa di intercettare i colpi dell' altro.
E mi incazzavo pure perchè tutte le mirabolanti difese che avevo studiato non funzionavano di fronte ad una gragnuola di cazzotti quasi scoordinati.

4) La lotta è efficacissima
In tutti gli anni passati nelle AMT ricordo che non si sia mai parlato dell' importanza di saper lottare in un combattimento "libero": veniva dato per scontato che il combattimento fosse tutta una questione di striking, coadiuvato al massimo da qualche proiezione o sgambetto.
Il bello è che una parte del programma tecnico verteva proprio su tecniche "lottatorie", ma studiate in modo inutile e collaborativo, solite tecniche numerate che dovevano apparire bene per l' esame.
Zero applicazione e soprattutto... Zero possibilità che quella roba riuscisse per davvero.
Tecniche che oggi mi farebbero sanguinare gli occhi da quanto siano assurde e basate sul niente.
Oggi so che dopo 4-5 mesi di allenamento lottatorio ero già in grado di finalizzare, per davvero, gente molto più grande e pesante di me.


5) La lotta è divertentissima
Inutile dirlo, non mi sono mai divertito tanto nell' allenarmi come da quando lotto.
La mia concezione della pratica marziale era limitata alla ripetizione nauseante di forme ed esercizi, ricordo che nell' ultimo periodo di AMT mi demoralizzavo all' istante non appena il maestro ci diceva di provare gli esercizi a coppie.
Praticamente andavo in palestra per imparare delle recite, lo sforzo maggiore riguardava la memoria pura e semplice.
Scoprire un allenamento realmente attivo e dove si possa "inventare" una soluzione diversa ogni volta è stato una liberazione enorme.

6) Ci sono poche tecniche buone e migliaia cattive
Lo so è scontato, ma devo ribadire che solo praticando per un certo periodo e con impegno arti funzionali si riesce a comprendere l' assurdità che sta dietro a decine di arti marziali.
Io ero assolutamente convinto di quello che praticavo in precedenza, e quando non lo ero avevo ancora un sacco di giustificazioni per dargli un senso.
E' tipico.
Poi ti rendi conto che c' è una ragione se le arti funzionali convergono verso le stesse tecniche e gli stessi metodi per allenarle, senza tirare in ballo astrusi principi o metodi segreti.
Esiste un modo migliore, ottimale, per raggiungere un obiettivo.
Ed esistono cose che si possono o non si possono a fare, punto.

7) La difesa personale è un argomento complicatissimo e i maestri non ne sanno nulla
Su questo non transigo: nelle AMT vengono raccontate una quantità abnorme di cazzate su questo argomento, e nessuno ripeto nessuno tra tutti i maestri che ho incontrato in più di 20 anni di pratica e seminari sapeva veramente di cosa stesse cianciando.
Tutti sono concentrati sulle tecniche del proprio stile, farfugliano qualche ovvietà di buonsenso per sembrare competenti e saltano a piedi pari tutto ciò che viene prima (e che al contrario fa la differenza).
Oggi, con la diffusione del Krav Maga in varie salse e metodi affini, improvvisamente si mettono a parlare anche loro di scenari, tecniche essenziali, psicologia, etc. senza però averne alcuna competenza reale.
Ma non si faceva l' arte marziale che "fin dall' antichità viene usata a scopo difensivo"?

8) Sono portato per fare delle cose e non per altre
E non sto parlando di riuscire a fare la tal piroetta o la forma di posizioni, parlo sempre di sfruttare al meglio le mie attitudini in un contesto credibile.
Nelle AMT si finisce per dare per scontato che pugni, calci e prese vengano più o meno bene a tutti, del resto... basta saperli applicare, no? (adoro questo ritornello)
E invece ognuno ha i propri punti di forza e di debolezza, ma sono molto più sottili del semplice essere più veloci, più agili o più grossi.
So quali sono i miei colpi buoni perchè li provo sul serio; Elaboro attivamente le mie personali strategie di attacco e difesa perchè mi confronto; So che alcune tecniche mi riescono ed altre no, nonostante le alleni allo stesso modo.
Solo provando, e con gente diversa, puoi esprimere il tuo vero potenziale ma anche scoprire cosa è meglio che tu non faccia mai.

9) Le botte, diamine, LE BOTTE!
Anche questa potrebbe sembrare un' ovvietà ma purtroppo non lo è: quando sei abituato da anni a recitare scene di dolore o colpi "risolutivi", finisci per dimenticare cosa significhi provare dolore vero o... procurarlo ad altri per davvero.
Sempre che tu lo abbia mai testato.
Si scopre che un solo cazzotto a segno ti scombina; Oppure, al contrario, scopri di riuscire a sopportarne molto più di quanto pensassi.
Scopri che tutte le parate elaborate che si vedono nelle esibizioni sono pura fantascienza, pura recita coreografica, e allo stesso modo quei modi curiosi di colpire (proprio quelli che trovavi tanto spettacolari e affascinanti) sono pura idiozia biomeccanica.
Le botte fanno male, cazzo!

10) Niente è degno di essere idolatrato
Quando ero immerso nella "setta" era normale continuare a parlare dell' arte marziale, ricondurre ai suoi principi ogni avvenimento della vita, cercare sempre una spiegazione per sostenere le sue verità, le sue tecniche o i suoi esponenti.
Il maestro si rivolgeva ai discepoli (argh) come un padre amorevole, ed essi gli porgevano il deretano con un sorriso.
Sempre con sta cazzo di storia della "grande famiglia", della Via da percorrere per la Vita, degli insegnamenti di saggezza, degli antichi cinesini che sapevano già tutto e lo celavano ai "truzzi minchia porcoddue"...
Quando ci sei dentro ti sembra tutto giusto e, ahimè, assolutamente normale.
Solo insinuando il seme del dubbio riguardo a tutte le questioni ho potuto liberarmi di quelle suggestioni e atteggiamenti.
Rendendomi conto che oltre a tutte le assurdità tecniche c' erano soprattutto una marea di incongruenze etiche e comportamentali.
Le tecniche che studiavo da anni si sono rivelate tempo perso, approssimative, inapplicabili quando non proprio dannose;
I maestri si sono rivelati dei bugiardi, compiendo atti contrari alla morale che andavano divulgando;
La stessa arte marziale si è rivelata una baggianata, venduta come antica e originale mentre si trattava di un' elaborazione totalmente libera di quattro gatti;
A pagarne le conseguenze tutti gli allievi, quelli di grado più basso, quelle persone che si appassionano di questo genere di arti marziali con ingenuità e tutte le buone intenzioni, finendo per alimentare il meccanismo che pian piano li rende succubi del sistema settario, buonafede o no.

Ogni volta che faccio questo genere di considerazioni mi immagino i lettori, praticanti di AMT, che si mettono sulla difensiva ritenendo la mia un' esperienza estrema, un caso tipico di marzialista deluso perchè capitato nella piccola scuola del cazzaro di paese, che ha fatto allenamenti improvvisati, con tecniche imparate su YouTube, per l' associazione "mondiale" formata da tre palestre in tutto.

Devo quindi ripetermi, non è affatto così: ho la passione per le arti marziali fin da bambino, ho divorato con genuino interesse ogni informazione a riguardo, ho spaziato in diversi stili e partecipato attivamente ad ogni genere di stage per anni, con costanza.
Gli stili che ho praticato sono ben conosciuti e diffusi, alla stessa maniera, in tutto il mondo, con organizzazioni solide e maestri stimati.
Senza contare tutte le storie che mi hanno raccontato altre persone, di altre scuole, e tutto ciò che leggo da anni in forum italiani e non.
Insomma, ho buone ragioni per non ritenere un caso isolato ciò che ho passato io, nè la mia pratica così blanda e singolare.
Sono sicuro che tra i cultori delle Arti Marziali "Tradizionali" ci siano persone validissime e che si allenano da sempre in modo esemplare: ma quelle sono mosche bianche e hanno comunque i loro scheletri nell' armadio, come tutti del resto.
Ognuno può giudicare la propria realtà da solo e decidere se stia facendo le cose per bene e con onestà.

Io ne ero convinto...
Poi mi sono svegliato.

8 commenti:

  1. Complimenti! Acuto e ironico come sempre! Unica osservazione: anche gli sdc stanno diventando preda di falsi profeti e "depositari delle verità assolute"....ritengo che in tutto serva una sola cosa: SENSO CRITICO!! Un allievo che nel 2013 crede ancora alle PALLE DI FUOCO....merita le BALLE di fuoco...sta all'utente saper scegliere!!!le cavolate troppo spesso fanno comodo e meno male dei pugni.....ancora complimenti!

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  2. Si hai ragione, anzi in fondo ho la sensazione che la maggior diffusione degli SDC abbia creato più corsi improvvisati o di basso livello e, di riflesso, "innalzato" un pò quello delle AMT: molti maestri "tradizionali" vuoi per moda, vuoi per una forma di redenzione, hanno modificato il loro allenamento e studio tecnico rendendolo un pò meno cazzone.
    Però siamo sempre lì, a quel punto non si tratta più dei mitici stili ultracentenari allenati "come facevano i monaci Shaolin" (ahahahha)

    Come dici giustamente la chiave è il senso critico, ed è quello che cerco di insinuare con il blog.
    Grazie per i complimenti!

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  3. Mi ricordi i tempi in cui favevo taichi... I racconti dei super poteri, dio I FULMINI DALLE MANI!!!

    Ma devo dire che questa tendenza è tipica degli stili cinesi, gli stili giapponesi li ho trovati mediamente piú logici e pragmatici, il judo ad esempio, anche prima delle olimpiadi, ma anche le discipline piu arcaiche che rispondevano logicamente a teterminate problematiche.

    Dovresti anche considerare le specifiche problematiche ad esempio un footwork per terreni disconnessi rispetto a un pavimento liscio o tecniche di lotta che prevedono un'avversario in armatura o armato ecc..

    Ma la tua critica su chi si illude di saper fare senza mai farlo davvero la sposo totalmente

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  4. "Lo scandalo non sta nel non dire la verità, ma di non dirla tutta intera, introducendo per distrazione una menzogna che la lascia intatta all'esterno, ma che gli corrode, così come un cancro, il cuore e le viscere."

    "Il ventre di un miserabile ha più bisogno d'illusioni che di pane."

    [cit.]


    Georges Bernanos

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    David

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  5. mi ha fatto ridere la parte riguardante le sette benevole con il grande maestrone

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  6. D'accordissimo. Ma quidni mi viene da pensare che per te i grandi Maestri di Okinawa, siano solo leggende. Punti di vista. Qualcosa di vero c'è ;)

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  7. Buongiorno,
    sono Fabio , sto leggendo con piacere questo blog e anche questo articolo é descrittivo di ciò che é il panorama marziale odierno.
    Purtroppo le arti marziali e gli sport da combattimento sono stati oggetto di azioni per le quali si é giunti alle giuste e sperimentabili considerazioni che leggo , alterando e modificando un pò tutto, e quindi non facendo più comprendere cosa é vero e cosa é falso, cosa funziona e cosa non funziona, cosa sono le arti marziali e che si fa, a che servono.
    L'arte marziale é un metodo, una via che:
    ti insegna a vivere meglio e a renderti conto della vita,
    ti insegna a combattere e a comprendere che combattere può significare morire,
    ti insegna che nel combattimento ci si fa male,
    ti insegna ad sviluppare le virtù,
    ti insegna a trasformarti come essere umano e a vivere bene ed in armonia con gli altri esseri umani,
    e molto altro.
    Vi é un equilibrio di aspetti che sono stati scombinati ed alterati:
    esempio tipico é che generalmente i marzialisti, compresi chi fa sdc, in situazioni reali sono carne da cannone, ma non lo sanno e non se ne rendono conto, anche perché non hanno metri e misure di riferimento adeguate, né sono preparati.
    Ma, il 97% dei frequentanti marziali e di sdc lo fa per: ego, soldi, passare il tempo, tenersi in forma, seguire la moda corrente, avere qualcosa da dire, fare i radical chic, darsi un tono per farsi una scopata, oppure per avere una posizione di riferimento e di referenza tra chi conosce, autocompiacimento, orgasmi mentali,e anche altre.
    Senza giudicare nessuno, osservo un fatto:
    il modo marziale, salvo eccezioni , é qualitativamente scadente,
    é un mercato con offerte promozionali, e non é che una pallida e brutta fotocopia mal riuscita di quel che dovrebbe essere.
    Il problema non sono le arti o gli sport, ma chi le pratica e le insegna.

    Un saluto e continuo a seguirvi!! :-)

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  8. Ogni tanto ricapito sul blog e questo e' uno dei miei pezzi preferiti.

    Keep going!

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