martedì 30 agosto 2011

Le "vere" arti marziali tradizionali a cui si può "credere"

Colgo l' occasione del simpatico commento del signor Anonimo al post precedente, per scrivere un nuovo post in tema, giusto per sottolineare un aspetto che più noto e più mi fa sorridere.
Sia chiaro Sig. Anonimo, non è una presa in giro di Lei in persona, però ci rifletta se ne ha voglia. Vale sempre la mia proposta di aiutarmi ad avere una nuova visione del tutto, anche se Le consiglio di dare una letta agli altri interventi del Blog prima di darmi dell' incompetente.

Ma veniamo al punto.
Quello che ormai da tempo continuo ad osservare con crescente perplessità (e divertimento) nelle discussioni tra i marzialisti, è l' uso delle parole e frasi:

- ...le vere arti marziali...
- ...la tecnica x se fatta come si deve...
- ...il maestro x è davvero un portento, credimi...
- ...mica come la fuffa che vedi in giro...
- ...funziona, te lo assicuro...

Io queste affermazioni, in tutte le salse e varianti, le sento molto spesso e guarda caso principalmente dai praticanti di AMT.
Non denigro a prescindere le cose e mi pare di averlo sottolineato nei vari post fin dai primissimi interventi: però trovo assurdo che in questo mondo in cui si tratti di questioni molto pratiche (il combattimento tra esseri umani, uno vince l' altro perde, una cosa funziona oppure no), si debba ricorrere tanto spesso a verità di fede e casistiche da prendere per buone come fossero assolute.

Parliamo un attimo di queste "vere" arti marziali, che curiosamente sono tutti convinti di praticare.
Usciamo per un attimo dalle nostre posizioni e discutiamone obiettivamente: che cosa dovrebbero essere le "vere" arti marziali?

Quelle fatte "come si deve"?
Fare una cosa "come si deve" vuol dire tutto e niente; Io direi di considerare semplicemente una questione di buonsenso.
E sappiamo bene che il buonsenso e l' autocritica obiettiva (nonchè l' umiltà, ammettiamolo) sono qualità molto rare e che non hanno nulla a che vedere con lo studio di un' arte marziale più "tradizionale" rispetto a qualsiasi altra cosa, dico qualsiasi altra cosa.
Una persona è umile, obiettiva e dotata di buonsenso per carattere ed attitudine: queste qualità non possono essere imposte come regole della pratica altrimenti, per fare un paragone, grazie alle religioni il mondo sarebbe un posto pacifico e altruista, no? :-)
Senza contare che chi è veramente appassionato di qualsiasi cosa, e dedica buona parte della propria vita a coltivarla, finisce inevitabilmente per sentirsi più competente in questa cosa, sente di averne capito di più e che questa intima sensazione non possa essere compresa dagli altri.
"Come si deve" non vuol dire niente.
A meno che non si spieghi cosa, come, quando e perchè per poter definire questa conoscenza di livello superiore, altrimenti restiamo nel campo delle verità di fede.

Oppure le "vere arti marziali" sono quelle praticate come in antichità, mica la fuffa che si vede in giro oggi?
Ok discutiamo obiettivamente anche di questo: e chi ha detto che quello che si faceva un tempo fosse migliore?
E chi ha detto che tu stia facendo le stesse cose?
Perchè ad esempio io sento un gran parlare di stili cinesi di famiglia e davvero non capisco come un pincopallino italiano possa credere di essere tanto speciale da praticare lo stile di famiglia... di un cinese.
Non sto dicendo che non ci siano pratiche buone, o che sia tutta una presa in giro... ma questa ossessione di sentirsi speciali e unici è qualcosa di fastidioso e a dirla tutta anche piuttosto stupido.
Io penso sempre a come siamo fortunati in Italia, dove in ogni città abita un qualche discendente di antiche arti tradizionali orientali che (toh!) per le ragioni più disparate è immigrato proprio nel paesino in cui vivi tu, ed è proprio il vero esponente unico al mondo!
E in tutti gli altri paesi occidentali, dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Germania all' Inghilterra... in tutti troverai sempre un qualche cinese che pratica (in gran segreto tra le mura domestiche o... con tanto di Federazione e marketing annessi) uno stile originale e autentico diretto discendente dalle scuole di mille anni fa.

Una persona dotata di buonsenso trova queste cose piuttosto... "curiose".
Diciamo così, va...
Se chiedo al più ignorante dei contadini delle valli Bergamasche di darmi un parere su questa situazione, con il suo buonsenso la troverà ugualmente... "curiosa".
Sono le persone colte e saccenti che invece ostentano queste affermazioni come per autenticare una loro posizione sociale e morale più elevata.
Non si vuole ammettere la possibilità di sbagliare, o di fare qualcosa di livello inferiore, di limitato o di anacronistico... no, il proprio stile è sempre quello fatto bene, autentico, originale, tramandato nel modo giusto.
Chi afferma queste cose si considera tra i pochi a praticare "le vere arti marziali".
O al massimo le praticano anche le persone che conosce e che stima.
In un circolo di amicizie che rende man mano capaci ed autentici...

Che ci siano corsi e stili gestiti da autentici incompetenti penso che non ci sia da discuterne.
Ci sono anche corsi e stili praticati da persone appassionate che danno molto sul piano umano e non, e meritano il massimo rispetto.
Ciò non toglie che praticare la posizione del Liocorno Celeste per anni affermando che questo servirà in combattimento, o allenare tecniche che funzionano solo se fatte al rallentatore e consapevolmente è un falso oggettivo.
Praticare arti marziali permeate di valori di rispetto, giustizia, con tanto di comandamenti, raccontando che si condanni la violenza e si cerchi la pace interiore... è un falso oggettivo frutto di ignoranza e superficialità.
Ostinarsi ad affermare che il proprio maestro sia una persona rispettabile e di altissimo livello morale, è del tutto fuori luogo e inutile ai fini dell' argomento, in quanto non si sta affatto sminuendo la bontà d' animo o la passione di una persona (sempre ammesso che sia vero).
Il problema è accusare gli altri praticanti della stessa cosa di non aver capito il vero senso dell' arte o praticare in modo sbagliato se sono persone poco rispettabili, o negative, o ridicole.
Loro penseranno lo stesso degli altri e così via.

E allora diciamo che le "vere arti marziali" sono quelle che... funzionano?
Ho già discusso in mille modi di questo argomento, che se uno studia per quarant' anni balletti e tecniche assurde e poi un giorno sconfigge pugili, delinquenti o demoni a suon di sganassoni, calci nelle palle o bastonate, beh, scusate se mi permetto di sollevare qualche dubbio sull' applicabilità della tal scuola.
Io non dico che un praticante di Tai Chi sia un inetto a prescindere; Però se è grosso come un camion e mi stende con una manata presumo che il Tai Chi abbia influito in modo poco significativo sull' esito della collutazione.
Se uno studia Wu Shu artistico e poi mi stende con un calcio (che non richiede chissà quale studio decennale ed è comune a tutte le arti marziali), mi sembra eccessivo parlare di efficacia del Wu Shu: provi piuttosto a fare le piroette o quelle posizioni "difensive" mentre attacco, non i colpi universalmente riconosciuti efficaci.
Sono alcune tecniche e ideologie strampalate a rendere false certe AMT: il credere di bloccare pugni al volo, di rompere ossa al tocco, di neutralizzare aggressioni violente in modo artistico e quasi poetico, di sconfiggere energumeni grazie all' uso di conoscenze superiori di medicina, meridiani e compagnia bella.
Le vere arti marziali funzionano, e siamo tutti d' accordo.
Ma non tutte le pratiche si possono definire arti marziali.

Quando una persona utilizza argomentazioni come "credimi", "te lo posso assicurare", "devi vederlo dal vivo", io non rimango molto impressionato, pur ribadendo che non si stia assolutamente parlando di perfetti incapaci contro perfetti campioni.

Se uno pratica con passione il Ninjutsu, non ho motivo di deriderlo o mancargli di rispetto.
Se però pratica le cose che ho visto fare nel Ninjutsu e mi assicura che funzionino in un combattimento libero, mi prendo tutta la libertà di metterlo in discussione: buon per lui se poi riesca ad applicarle sul serio!

Se uno afferma che la filosofia e la storia del Ninjutsu siano quelle che vedo divulgate da certe associazioni, mi permetto di dubitare della sua reale competenza e semplice buonsenso.
Eppure tutti si sentono in dovere di ritenersi dei fortunati conoscitori delle "vere arti marziali", e tutto perchè hanno trovato ciò che essi considerano esserlo.
Buon per voi! Che fortuna!
Resta il fatto che vere arti marziali non vuol dire un bel niente, e sarebbe ora di finirla con questa mania di sentirsi speciali.

domenica 28 agosto 2011

Ancora nebbia nella mente dei praticanti

Ancora una volta mi trovo a leggere punti di vista ridicoli da parte di praticanti di AMT che cercano in tutti i modi di riprendersi una dignità, anche laddove la loro dignità non è stata nemmeno messa in discussione.
Solo che rode tanto dover ammettere che oggi non è più facile fregare la gente, e storielle di popoli millenari che si difendevano da tutti con piroette e colpi formidabili non stanno semplicemente più in piedi.
Mi trovo a leggere che "non bisogna mischiare le nobili arti marziali con i luridi sport da combattimento".
E' il tipico atteggiamento frustrato di chi voglia convincersi di fare qualcosa di più di una "stupida attività sportiva".
Quel qualcosa di più si traduce essenzialmente in piroette, esercizi preimpostati e meccanici, presunte sessioni di meditazione o respirazione (fatte da chi non ne sa nulla) e persino studio a memoria di nozioni "filosofiche" su libretti redatti da cinesi arrivati in Italia ventenni (ma che chissà come erano già degli esperti dottori in filosofia e avevano vissuto esperienze mitologiche nel loro paese...).

"Se alcune tecniche a noi possono sembrare inutili è colpa nostra, non sappiamo cosa avesse in mente chi le ha create".
Eccerto, perchè uno le mosse le inventa no?
Mica combatte e poi deduce quali siano stati i movimenti più funzionali...
Proprio questo è uno degli argomenti più assurdi delle AMT: si allenano cose che non hanno nulla a che vedere con lo scopo, e con la scusa della cultura orientale esotica e misticheggiante si inventa che ogni movimento nasconda segreti non alla portata dei neofiti.
E così la si butta sulla poca conoscenza (anche per chi pratica da svariati anni!) o sul fatto che il tal maestro riservi i veri (???) insegnamenti segreti solo a pochi adepti.
E' mai possibile che sia così difficile rendersi conto di quando una tecnica sia campata per aria, assurda, azzardata e in definitiva inefficace?
Sì, è possibile nelle AMT, dal momento che in nome del "rispetto" e per perseguire "nobili valori cavallereschi e tradizionali" non è consentito provare liberamente a prendersi a cazzotti per stabilire se dopo cinque anni passati ad esercitare la tal parata si riesca... a parare!

"Non è vero che la tecnica 2 non funziona: io me la sono fatta fare dal maestro cinesoide, quello vero e originale, ho tirato con tutta la mia forza e lui nonostante i suoi 900 anni mi ha neutralizzato come una patata lessa! Cioè oh, me lo ha dimostrato!"
Ovvio, ma quando mai una dimostrazione del genere non funziona?
Stiamo parlando di attacchi liberi in cui tu riesca ad applicare la tecnica 2, o di esercizi in cui io debba attaccarti come stabilito e tu sappia già cosa stia per fare?
Facendo così grazie al cavolo che si riesca a far funzionare quasi tutto, ma la sudditanza psicologica è una costante che falsa sempre queste presunte dimostrazioni.
E poi figuriamoci se vado ad un allenamento e pretendo di tirare sul serio con un maestro anziano di età... farei solo la parte del tamarro violento e sarebbe anche fuori luogo ai fini dell' allenamento.
Alla fine ciò che funziona sono sempre le solite cose note che rispecchiano la lotta tra esseri umani: il problema è che se le fa un maestro cinese la gente vuole credere che abbia sfruttato chissà quali abilità mistiche o quali tecniche millenarie.
Del resto loro sono delle autorità nell' inventare storielle.

"Esistono così tante tecniche perchè così il marzialista vero riesce a destreggiarsi in ogni tipo di situazione"
Eh no caro mio, non funziona AFFATTO così, e chi crede il contrario non ha mai subìto un' aggressione o non ha semplicemente mai fatto uno sparring libero: altro che tecniche arzigogolate, passaggi di precisione o sequenze prestabilite, quando uno ti vuole dare le botte il tuo corpo vorrà, ti implorerà di lasciargli fare quello che ritiene più semplice e diretto.
Se ti sei allenato in poche cose, ma soprattutto con princìpi biomeccanicamente sensati, bene: forse te la caverai.
Se ti sei allenato a fare i salti della scimmia rupestre, le posizioni del gallo cedrone, i pugni che spaccano le montagne e fanno tremare i pilastri del cielo, le figure che se il calcio non è a 63° non è mica fatto bene, le difese da presa da dietro, presa da sotto, presa per i capelli e presa per il culo... spiacente, la prima volta che uno vorrà pestarti sul serio ti troverai improvvisamente spiazzato perchè di tutte le mille cose che hai studiato non saprai applicarne nessuna.
Provare per credere: uno studia il "radicamento", la "respirazione con il Tan Tien", lo spostamento con i passi che disegnano il circolo vita-morte.... poi lo vedi fare a botte e finisce per smanacciare come un ubriacone spaventato mandando in vacca tutti sti insegnamenti millenari.

"Guarda che se dedicassi un pò di tempo alla parte del combattimento sportivo della mia AMT, potrei competere con chi fa solo quello"
Altra grande illusione di chi è frustrato perchè in fondo ha una gran paura di chi tira sportivamente.
Insomma, pare che se tu pratichi AMT debba essere a prescindere qualcosa di più, quante volte ho sentito questa affermazione!
Gli altri imparano con umiltà a prendere un sacco di botte, a farsi male, a capire come funziona il loro corpo.
E dopo tanto ma tanto sudore e fatica forse imparano pure a darle loro le botte agli altri.
Chi fa AMT invece è un eletto nel momento in cui paga l' iscrizione in palestra: passerà tre quarti della propria attività a fare figure - delle stradannate e fottute figure!!! dei balletti preordinati!!! - ma in virtù della sua pratica "culturalmente più elevata", se proprio volesse potrebbe dedicarsi un pochetto anche alla "parte sportiva" pretendendo di raggiungere lo stesso livello dei primi.
Che dire... Il fatto stesso di dover avere una sezione sportiva dimostra l' incoerenza di molte AMT, dal momento che alla fine si riduce alla solita Kick Boxing invece di un' applicazione concreta delle stesse cose studiate nel "tradizionale".
Come sempre la convinzione del marzialista di praticare qualcosa di più elitario è tutta nella sua testa.
E' una forma di appagamento sociale, in fondo.
Casi umani.

"il Vero Marzialista® sa fare tutto, mica solo combattimento, difesa personale o cose artistiche"
E di nuovo, quando non si ha la più pallida idea di cosa facciano gli specialisti, si può anche presumere di essere competenti in tutto.
Finchè vivi in un piccolo stagno in cui il pesce grosso sei tu o il tuo maestro, tutta la recita sta in piedi e funziona alla grande, e ognuno trova la propria realizzazione sociale.
E' quando decidi di dare un' occhiata fuori, di confrontarti con chi fa altro che ti rendi conto di quanto cazzo non ne sapessi niente, e più sei affamato di conoscenza più ti accorgi che non puoi davvero pensare di eccellere in nessun campo.
Per molti è troppo onesto ammetterlo.
Per loro, i marzialisti moralmente elevati, saggi, promotori di giustizia e bontà di cuore...

Da gente che pratica se va bene tre sere a settimana (anche se poi racconta di allenarsi 6/7 ore al giorno al punto da vomitare per la fatica... mica lavorano loro), è ridicolo sentire queste affermazioni.

Tornerò sull' argomento perchè è in evoluzione!

mercoledì 24 agosto 2011

Strafalcioni I

Quelli che seguono sono alcuni degli strafalcioni che si possono trovare sui volantini, nei siti, nei forum o parlando con la gente riguardo alle arti marziali.
Sottolineo il fatto che siano tutti autentici!

Thai Box: garage del sud est asiatico

Tai Boxe/ Muay Tai / Thai Chi: sport da combattimento che sfrutta l' energia interna e il radicamento

Mai Thai: affermazione di chi preferisce i Caraibi

Carate: paesino del Brianzolo noto per il gran numero di marzialisti

Vin Chun: cinese muscoloso e un pò tamarro che corre in gare clandestine

Wing Jhun Fa Kung Fu: non fa mica Karate, meglio specificare

Braziliane Jiu Jitsu: lotta folcloristica nel fango tra ragazze maggiorate e succinte

Love Kick: calcio dell' amore

Jeb: pugno un pò gaio

Chic Boxin: disciplina alla moda in cui ci si picchia con guanti fashion

Vale Tudo: Stefi nada

Caproera: capriole marziali di caprini sudamericani

King Boxing: pugilato per reali

Vomitam: dichiarata repulsione per numeri circensi

War Pee Do: Via della pipì da guerra

Giugizzu: scuola sarda derivata dai samurai

Chen Shiro: ribelle cinese post atomico

Hwoarang Do: arte praticata dai fanatici di Tekken

Combat Sambo: ballo aggressivo di transessuali sovietici (lo so questo non è uno strafalcione!)

Giacuzuchi: non riesco nemmeno a fare umorismo su tanta ignoranza...

Giudò: su invece prendo

lunedì 22 agosto 2011

Focus on: il Ninjutsu

Oggi vorrei occuparmi di una disciplina in particolare che più di molte altre rientra nei canoni delle AMT: il Ninjutsu.
Tale arte marziale dovrebbe rappresentare il sistema di addestramento dei famosi Ninja giapponesi, tralasciando il fatto che tutto quello che ha reso famosi questi personaggi non ha praticamente nulla a che fare con la loro realtà storica.
E così i praticanti affermano di praticare un' altra disciplina (Budo Taijutsu) per giustificare un tipo di allenamento che in effetti poco ha a che vedere con tecniche di spionaggio, assassinio e compagnia bella.
Siamo così di fronte all' ennesima arte che promuove tecniche di combattimento con verità di fede, pace nei popoli, crescita morale, colpi micidial-mortali.... nel classico programma con sistema di cinture colorate e gradi.

Io non voglio sfottere la gente a mò di bulletto della classe, ma ciò che si vede fare nelle scuole di Ninjutsu, in particolare nella più nota e diffusa, va veramente aldilà della mia comprensione.
Partiamo dal principio fondamentale.
Uno oggi vuole imparare il Ninjutsu, ergo vuole diventare.... un Ninja.
Questa cosa è molto più ridicola di quanto si possa giustificare, perchè con tutta la buona volontà e tolleranza davvero non riesco a prendere sul serio l' impiegato di Tivoli che vada in palestra due sere a settimana per imparare ad essere... un Ninja.
C' è un che di romantico, di sofficioso e tenero in tutto questo, una sorta di sindrome di Peter Pan di chi ha idealizzato figure da B-movie e cartoni animati e ora possa finalmente sentirsi un micidiale assassino dell' ombra...
Un pò come chi va a fare Softair vestito di tutto punto con mimetiche e attrezzature costosissime (e riproduzioni realistiche di armi da guerra che fanno... tic-tic-tic-tic) per sentirsi anche lui un vero Marine della Task Force 141, con la notabile differenza che tutto sommato chi fa Softair è ben consapevole che si tratti di un gioco, mentre un wannabe Ninja creda davvero di studiare tecniche per diventare un sicario.

I nostri Ninja vanno quindi in palestra a praticare come ogni altro marzialista: fanno il bel riscaldamento, imparano i fondamentali, fanno le capriole... le capriole?
Sì perchè ogni B-movie ci ha insegnato che una delle prerogative dei Ninja rispetto agli altri stupidi guerrieri è quella di saper volteggiare in mille modi diversi e muoversi agilmente: tutto questo durante un combattimento mortale o una missione stealth.
Possibile che un' arte così antica considerasse simili pagliacciate in un contesto pericoloso come quello del Giappone feudale?
Ma infatti sarebbe bene chiedersi chi si consideri depositario di simili conoscenze, chi ritenga di poter insegnare, e badate bene diffondere in tutto il globo, segreti e pratiche che non hanno più ragione d' essere nella nostra epoca.
E' chiaramente una mancanza di coerenza, come se il tal Cav. Pinco Pallino, autoproclamatosi l' ultimo Templare in vita, aprisse un corso per diventare Cavalieri Templari con lo scopo di diffondere nel mondo i misteriosi segreti della sua stirpe... ma fatemi il piacere!

E allora parliamone di questo presunto ultimo Ninja, che è a capo della scuola di Ninjutsu più conosciuta.
Un personaggio a dir poco pittoresco, ma soprattutto un inetto tale da non capacitarsi di come possa essersi reso credibile alle masse; Le vie della psicologia sono davvero infinite.
Non voglio mancar di rispetto alla persona in sè, il tal signore può essere più che rispettabile ed affabile, non lo so.
Quel che so, e di questo si parla, è che nel campo delle arti marziali tutto ciò che sia reperibile in Internet, video tecnici da lui tenuti in primis, è ampiamente al di sotto delle più basilari nozioni di biomeccanica applicata al combattimento, nonchè di semplice buonsenso.
Lo vediamo muoversi in modo impacciato, per nulla marziale, secco o quantomeno credibile... mostra tecniche di difesa in cui si sposta di pochi centimetri per poi far cadere l' attaccante come un sacco di patate solo perchè lo ha toccato!
Oppure al contrario esegue movimenti complessi ma privi di ogni logica, tecniche di difesa ridicole e grottesche che semplicemente non possono funzionare.
E' infatti da notare l' incredibile collaborazione mostrata in tutti gli attacchi, scene in cui ad un semplice tocco la gente mima dolori lancinanti o cade esanime.

Come sempre chi si erge a difesa di queste pratiche sostiene che si tratti di dimostrazioni tecniche fatte per mostrare un principio, ma che poi "quando si fa per davvero"...
E' curioso il fatto che in altri stili si riesca a dimostrare un principio in maniera diretta senza per questo uccidere il compagno e senza richiedergli di collaborare attivamente all' esercizio.
Che il caposcuola sia così palesemente incapace però è davvero inaccettabile, ci sono poche scuse.
Il Ninjutsu che possiamo vedere è un' accozzaglia confusa di esercizi fuori di logica, in un contesto da cosplay e con ideologie che non hanno obiettivamente nulla a che fare con assassini, spionaggio o qualunque cosa facessero questi benedetti Ninja.

Vedo queste persone che si mettono in una guardia a dir poco ridicola (qualcuno dovrebbe davvero spiegarmela), eseguono attacchi telefonati e assurdi fossero anche solo dimostrativi, fanno piroette e avvitamenti vari quando tutto lascerebbe presupporre soluzioni più semplici e dirette...

Eppure piace a tanti.
 
Già, come tutte le altre AMT piace a tutti i romantici sognatori che vedono nelle arti del combattimento (?) una pratica morale e sorprendente, una ricerca della spiritualità e della tradizione (?) di paesi esotici.
Piace a tutti quelli che sognavano da bambini di diventare dei Ninja e si vestivano come tali a carnevale, piace a chi è un pò frustrato nella vita e ricerca l' arte che sconfigga chiunque con l' astuzia (?), piace a chi vuole iniziare a fare ginnastica ma si stufa di fare pesi o aerobica e trova in queste scuole qualcosa di più interessante e variegato.
Piace a chi non ha nessuna voglia di rischiare di farsi male ma al tempo stesso voglia imparare le "mosse" che sconfiggano le sue paure.
Ecco che allora, a loro, non appare più così importante che si sappia davvero combattere, o difendersi, o applicare in qualsivoglia modo ciò che studino in allenamento: ancora una volta ci troviamo davanti ad una piacevole pratica motoria che permetta di fare gruppo, coltivando tutto ciò che di buono c'è nello stare insieme e socializzare.
Tutto bello, nulla da ridire.
Ma allora è giusto considerare il Ninjutsu come l' ennesima invenzione di un furbone di carisma che ha creato un prodotto abbastanza interessante per la massa di sognatori poco avvezzi alla violenza e al dolore.
A livello tecnico vi si insegnano cose da barzelletta, a partire dal caposcuola, ed è inutile girarci intorno.

Mi permetto di dire che se qualcuno volesse diventare davvero un Ninja... farebbe bene a passare prima da uno psicologo.

mercoledì 17 agosto 2011

Le fotografie

Forse ne avevo già parlato in passato ma vorrei tornare nello specifico su questo argomento: le fotografie in pose plastiche che i marzialisti adorano farsi fare.
Proprio in questo periodo di volantinaggio la cosa mi è tornata in mente con violenza, vedendo ogni sorta di posizione immortalata su carta o postata nei siti internet per promuovere i vari corsi.
Anche questo aspetto è caratteristico e rappresentativo del culto dell' immagine nelle AMT, perchè se posso accettare il senso artistico o evocativo di una foto in posa "marziale", nulla di tutto ciò indica una qualsiasi abilità nel campo: qualsiasi pincopallino in effetti può fare bellissime foto in posa.
Un conto è un' istantanea fatta durante un match, durante una prova di abilità o durante un allenamento; Ben altra cosa è una foto cartolina di un imbecille nella posa dello Stambecco con la faccia tutta seria o di uno che grida incazzatissimo mentre tira un calcio in volo ad un presunto avversario (bello immobile sul posto).

Conosco persone che non saprebbero far male ad uno scricciolo ma ad ogni occasione si fanno fotografare assumendo posizioni del tutto innaturali o maneggiando armi da taglio che non sanno usare, il tutto per esaltare il loro ego e rimpolpare l' album su Facebook, nella recondita speranza che qualche ragazzina giovane e procace si presenti in hotpants ai suoi corsi, mangiandolo con gli occhioni grandi grandi perchè dalle foto sembra un vero guerriero esperto!

Naturalmente ammetto di aver avuto anche io il mio passato di foto in posa (del resto facevo AMT), cose che a vederle oggi mi fanno vergognare: non voglio esagerare, anche perchè spesso queste fotografie si fanno con leggerezza, ma non scommetterei sull' ironia di proprio tutti quelli che amano questo tipo di manifestazioni.

Ricordo uno stage in cui una volta finito l' allenamento vedevi i soliti personaggi correre a destra e a sinistra chiedendo di farsi fotografare.
Decidevano la posa plastica e poi ci si mettevano per tutta la durata dello scatto: vorrei far notare che le persone medie sono solite impiegarci dai 10 ai 30 secondi prima di premere quel dannato pulsante (curandosi di non far sapere se hanno già scattato fosse anche per il gusto di lasciare immobili come degli ebeti i soggetti), al che senti i malcapitati chiedere come ventriloqui "Hai fatto? Dai che non so quanto ancora possa mantenere la posizione...".

Capito? Tutta scena, quelle cose le sanno fare solo fermando il mondo.
Posizioni che non rappresentano un bel nulla e non danno nessuna indicazione dell' abilità o meno del praticante.
Foto "artistiche" che nella loro testa sono testimonianze del loro valore, della loro abnegazione alle nobili arti mortali, "Io faccio arti marziali e sono un guerriero saggio e micidiale, ecco le prove".

L' apice però si raggiunge con le foto in movimento.
Ora, come già citato certi scatti andrebbero fatti da gente capace, con attrezzatura adeguata e con soggetti... preparati.
La moglie cicciona dell' amico di famiglia che con la sua compattina da Dixan voglia immortalare un inetto mentre esegue un calcio-il-più-alto-possibile, farebbe bene a riconsiderare la cosa...
Invece no, eccoli che provano venti volte lo stesso calcio, rischiando di spaccarsi l' osso del collo o dislocarsi l' anca ad ogni tentativo, mentre fissano il proprio piede che volteggia nell' aere e il compagno, che si trova ad una ragionevole distanza di sicurezza, mima espressioni di dolore come in un film di Stallone.

Ho in mente una fotografia di un tizio che conosco, mentre tira un calcio frontale... sopra la sua testa (i lampadari sono noti bersagli tradizionali).
La fotografia in sè non è malvagia: diresti "Oh guarda come tira in alto questo signore, deve essere proprio uno abile ed esperto!".
Il senso è proprio questo, ne sono consapevole.
Però io c' ero quando è stata fatta, e so quante diavolo di volte ha provato quel "calcio", naturalmente lanciando la gamba verso l' alto come una majorette, mica tirandolo come si dovrebbe per danneggiare un bersaglio.
So quanti scatti sono stati fatti perchè non veniva abbastanza in alto, so quanto sforzo ha fatto per "tirare" quella tecnica che naturalmente esegue giusto per le foto sia perchè non ha senso sia per non rischiare di farsi male da solo.
Ho visto come fissava con convinzione il proprio piede e mi chiedevo se si rendesse conto che guardare i propri piedi e pugni è uno degli errori più tipici dei principianti, e lui dall' alto del suo grado ventennale questa cosa la manifestava ancora.

Di aneddoti ne ho molti altri, anche miei.
In un' altra occasione andammo da un fotografo professionista amico del maestro proprio per fare delle belle foto, il che non ha nulla di sbagliato se non fosse che, pur di apparire abili e preparati (?), durante tutta la sessione ognuno di noi si sforzava di fare posizioni e colpi innaturali: calci altissimi con l' avversario ad un metro, facce incattivite, posizioni bassissime sulle gambe piegate, movimenti al rallentatore per facilitare gli scatti...
Ho in mente anche il classico calcio laterale saltato, autentica icona nelle arti marziali.
Eseguii quel colpo su di un compagno immobile (ovviamente) prendendo una rincorsa di qualche metro per poi saltare e appoggiargli il piede sulla mano, tenuta vicino alla sua testa.
Non era niente di speciale a dire il vero ma l' abilità del fotografo unita al fatto che un inesperto crede che abbia saltato a quell' altezza sul posto ne fece un perfetto esempio di fotografia con cui poi ci si può bullare con gli amici, se si è abbastanza pieni di sè.
Ammetto anche la mia piena colpevolezza di ragazzino quando molti anni fa, con in mano la mia prima macchina fotografica, feci un sacco di autoscatti in divisa nelle pose più ridicole e con le facce più tamarre che potessero riuscirmi!
Ma se posso giustificare i ragazzini un pò invasati, mi riesce molto più difficile tollerare oggi le stesse identiche fotografie ostentate da adulti che si professino maestri di vita e di umiltà, e che potete vedere in decine di siti web.

Le fotografie in posa non dimostrano nulla, sono puramente artistiche.
Non che questo sia sbagliato: lo è invece lo spirito con cui questa gente le vive e soprattutto le ostenta come pubblicità, cercando di far presa sulle ragazzine procaci che sognino di diventare eroine da telefilm...
Immagine.
Apparenza.
Falsità.

venerdì 12 agosto 2011

Verso la nuova stagione di delusi

Siamo in pieno Agosto, e tra poco ricominceranno tutti i vari corsi di arti marziali.
Una nuova ondata di aspiranti combattenti (o saggi pacifici sulla Via...) proprio in questo periodo si prepara ad inaugurare la prossima stagione di allenamenti.
Me li vedo mentre chiaccherano in spiaggia tra amici e infine decidono che "a Settembre ho deciso di iscrivermi in palestra, sai voglio provare a fare arti marziali!".
E ancora non sanno nulla di ciò che li aspetta in questo deludente mondo...

Chi si avvicina per la prima volta alle AMT ha spesso idee molto confuse a riguardo, in un senso e nell' altro: c'è quello che si aspetta di imparare a menar le mani nel giro di due mesi (il tempo necessario prima che si annoi e torni a passare la sera davanti alla tv), oppure c'è quello che non vuole assolutamente imparare a menar le mani e cerca l' illuminazione mistica o la pace armoniosa dei popoli.
A seconda della scuola in cui capiterà (quella più vicina a casa o quella che avrà avuto più fortuna coi volantini) facilmente rimarrà deluso.
Il tizio nervoso potrebbe trovarsi a fare cinque minuti di corsetta in tondo quale "preparazione fisica" per poi passare un' ora e venticinque minuti in posizioni da Circo Bulgaro mimando colpi nel vuoto, senza la minima spiegazione di che cosa diavolo c'entri tutto questo con il combattimento.
Per contro il tizio pacato e pacifico potrebbe finire in una di quelle famigerate scuole di Wing-qualcosa dove tre quarti della lezione si passano a guardare il maestro che mena con cattiveria inaudita un suo sottoposto immobile mentre continua a decantare l' efficacia dei pugni a catena, le qualità dello stile e a gettar merda su tutti gli altri.
Il restante quarto della lezione lo passerà a fare passetti come Totò o a roteare gli avambracci contro quelli di un compagno (sentendosi anche un pò stupido per tutto ciò)..

I primi allenamenti della stagione sono quelli più divertenti perchè i maestri hanno carne fresca a cui impartire i propri insegnamenti.
Le tipologie di maestri descritte nei post dei mesi scorsi in questo frangente danno il meglio di sè.
Le ragazzine giovani e procaci dovrebbero avere un' attenzione maggiore a riguardo, perchè i maestroni di AMT sono semplicemente entusiasti non appena una bella giovine si presenta in sala per provare: mentre con un sorrisone sornione spiegano loro quanto la loro Arte sia adatta a tutti, con la fantasia le immaginano come future concubine sottomesse e riverenti, un privilegio precluso persino ai loro fidanzati.
I maschi invece vengono squadrati in tempo zero per identificare se siano potenziali marionette da accogliere o pericolose teste calde che potrebbero mettere in dubbio tutto il lavoro.
Poco male, tanto nelle AMT alle teste calde si fanno fare le posizioni del Circo Bulgaro, così si scazzano e se ne vanno via da sole.
Non esiste che ad un tizio appena arrivato e ancora libero dalla sudditanza psicologica si permetta di dare una dimostrazione pratica del valore dello stile o del maestro, chiedendogli magari di attaccare come vuole durante una spiegazione...

C'è anche da dire che le domande di chi prova una lezione sono spesso al limite del ridicolo, così come le loro aspettative.
Ho sentito gente chiedere cose come:

- "è uno sport in cui si suda molto?" - (sia mai di andare in palestra e poi doversi fare una doccia, eh)
- "posso fare a meno di fare il combattimento?" - (e io voglio imparare a guidare senza salire in auto)
- "non è una cosa violenta?" - (niente paura, ci abbracciamo tutti e cantiamo melodie ecclesiastiche)
- "quando si impara a fare le capriole?" - (se vuoi ti faccio lo sgambetto mentre sali la scala all' ingresso)
- "in quanto tempo si diventa cintura nera?" - (cristo santo, non hai ancora fatto un minuto!)
- "devo imparare a difendermi perchè frequento brutta gente" - (ahahaah e vieni ad imparare la posizione del Giaguaro col pelo ritto?)

O gente che si è presentata:

- con abiti in pizzo e collane da Sagra della Salamina (e almeno 40 chili di sovrappeso)
- in camicia e jeans attillati (credendo sul serio di potersi allenare così)
- ragazze procacissime in hotpants e t-shirt tipo miss wet (credendo sul serio di poter far allenare così)
- con piercing tipo bufalo al naso o orecchini tipo tribù africana (e nessuna domanda sul rischio di ancorarsi a qualche cosa a caso durante gli esercizi)
- con già tutto il vestiario nuovo di zecca tipo Pro di Muay Thai e... le calzettine colorate per non farsi la bua ai piedini.
- decantando esperienze che neanche Mas Oyama dei tempi andati (e poi non sapevano saltare a piedi pari un ostacolo fermo di 20 cm)
- dicendo di volersi allenare seriamente perchè loro sono veri sportivi e non vogliono il corsetto adatto ai ragazzini esagitati (e poi si comportano come se avessero in corpo una trentina di Red Bull e alla terza lezione cominciano a mancare perchè sono troppo stanchi)
- lamentandosi del costo elevato dell' iscrizione (se ne vanno scazzati sul loro BMW X12 mentre chiamano l' amico con il cellulare da novecento euro)

Buona fortuna a tutti voi....

venerdì 5 agosto 2011

Muoversi nel modo sbagliato

Resto sempre perplesso quando cerco di capire le ragioni che spingono un marzialista tradizionale a credere nel proprio allenamento delle tecniche, anche se forse sono le stesse che ho sostenuto io per lungo tempo.
Come ho scritto in passato, il primo grosso dubbio che mi sono posto dopo anni di condizionamento mentale riguardò proprio il modo di allenare le tecniche.
La domanda è banale, al limite dello sconfortante:

Quello che alleno durante le lezioni, corrisponde a quello che poi applico/mi viene da applicare nel libero?

Torno su questo argomento perchè mi è capitato di leggere degli interventi su un forum, proprio riguardo questo punto.
E ancora una volta mi rendo conto della forte suggestione e sudditanza psicologica che porta una persona normale, quando inizia a praticare AMT, verso una realtà privata dei più basilari assunti del buonsenso.

Andiamo direttamente al sodo.
La prima cosa che si allena in un tipico corso di AMT sono i cosidetti fondamentali.
Essi sono movimenti didattici usati per dare l' impostazione generale di pugni, calci e parate varie propri di quello stile marziale.
Fin qui tutto buono e tutto giusto.
Quello che non si capisce è il perchè questi movimenti siano così drammaticamente differenti da ciò che poi useremo in combattimento.
Da che mondo è mondo in qualsiasi attività motoria si eseguono esercizi propedeutici ad un movimento, necessari per imparare la coordinazione e tutto il resto.
Se i fondamentali fossero questo (e senza dubbio in buona parte lo sono) non avrei nulla da obiettare.
Il dubbio nasce nel momento in cui anche le tecniche vere e proprie vengono studiate usando questi movimenti astrusi.

Facciamo un esempio: nel Karate non si può far a meno di notare l' impostazione rigidissima e schematica dei colpi, con un pugno che si porta al fianco mentre l' altro va a bersaglio.
Questo movimento, che spesso a detta dei maestri mima una gomitata all' indietro (wow! ecco uno dei misteriosi segreti delle AMT!), scopre completamente un lato molto vulnerabile del viso e del busto.
Va da sè che non sia sufficiente convincersi che il nostro colpo arriverà prima e ucciderà Golia... qualsiasi pincopallino ha buone probabilità di schivare o tirare nello stesso istante, e magari lui si era protetto il viso col braccio mentre tirava.
La stessa progressione del pugno non sfrutta appieno le basi della biomeccanica umana ed esula completamente da qualsiasi concetto strategico.
Insomma, si tratta di un movimento propedeutico, non ottimale (per quanto possa anche essere un colpo duro) e decisamente rischioso in un contesto reale.
Eppure viene studiato ed allenato allo stesso modo anche dai gradi superiori.

Io notavo sempre un certo smarrimento da parte dei nuovi arrivati in palestra, perchè questi movimenti risultano perlopiù insensati se si ha una vaga idea di come avvenga uno scontro.
Le posizioni basse e la camminata "strisciata" saranno anche un allenamento originale, ma sarà sempre troppo tardi quando i grandi maestroni ammetteranno che nessuno si azzarda a muoversi in quel modo quando si deve difendere.

Non vorrei si pensasse che stia limitando la mia visione perchè ormai assuefatto dalle modalità degli sport da combattimento
Il punto è che il nostro corpo si muove meglio in un certo modo e non è proprio questione di stile, di origine geografica, di tradizione... è pura e semplice biomeccanica e nessun umano da 400.000 anni può sfuggirgli.
Allenarsi a muoversi come un robot può fare molta scena o magari sollecitare muscoli diversi (nonchè la fantasia dei convinti), resta il fatto che la lotta sia fatta da molti più fattori che tendono a farci muovere nel solo modo utile: e in quest' ottica sembra che praticare per anni certi esercizi sia più controproducente che utile.